Tiziano Vecellio, Pentecoste, 1546, Basilica di S. Maria della Salute (VE). |
Solennità
di Pentecoste “B”
Lo
Spirito di verità, vi guiderà alla verità tutta intera.
Dal vangelo secondo Giovanni (7,37-39) - S. Messa della vigilia.
Nell'ultimo
giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se
qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede
in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua
viva". Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto
i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era
ancora stato glorificato. Parola del Signore.
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Dal vangelo secondo Giovanni (15, 26-27; 16, 12-15) - S. Messa del giorno.
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo
Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e
anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
La Pasqua trova il suo compimento nella solenne
celebrazione della Pentecoste, quando la Chiesa, piena di Spirito Santo, trova
il coraggio per iniziare la sua missione, in obbedienza al mandato del Signore
risorto: “Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15).
“Lo
Spirito del Signore ha riempito l’universo” canta l’antifona d’ingresso
della liturgia del giorno. L’effusione dello Spirito Santo, Spirito del Risorto
e Spirito di Vita, non è soltanto per la Chiesa, ma per tutta l’umanità, per
aprire i cuori alla fede nel Signore Gesù, riempirli del suo amore divino e
riunire tutti i popoli in un'unica famiglia.
Nella 1° lettura della S. Messa del giorno San
Luca descrive la Pentecoste ricollegandosi alle manifestazioni divine
dell'Antico Testamento e in particolare alla consegna della legge mosaica al
popolo d'Israele sul monte Sinai (cfr. Es 19,16ss). Il parallelismo tra il Cenacolo
e il Sinai ci fa capire che nell’effusione dello Spirito Santo si realizza la
nuova alleanza tra l’uomo e Dio, fondata non più sull’osservanza della legge,
ma sull'intima e profonda comunione con Dio per mezzo dello Spirito che trasforma
il cuore umano fino a renderlo capace di corrispondere all’amore di Dio.
Nel
testo del vangelo della vigilia, Gesù, proclamando ad alta voce: “Dal
suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva” (Gv 7,38) parla dello
Spirito come di un dono che da lui passa a coloro che credono. Nel sottolineare
che lo Spirito non c’era ancora, Giovanni mette in evidenza che la sua
effusione sul mondo è un ulteriore sviluppo del piano salvifico di Dio e in
discontinuità con la realtà esistente fino a quel momento storico. L’evento
della Pentecoste è qualcosa di straordinariamente nuovo ed inimmaginabile, molto
più di una nuova Creazione. Non si tratta, insomma, semplicemente di un
restauro dell’armonia perduta dell’uomo con se stesso, dell’uomo con la natura
e tra uomo e uomo, ma di un vero e proprio cambiamento sostanziale, insieme con
la missione di Gesù sulla terra e il mistero della sua passione, morte e
risurrezione.
Il testo del Vangelo della liturgia del giorno unisce
due passaggi tratti dai discorsi di Gesù durante l’ultima cena nei quali è
annunciata la venuta dello Spirito Santo e la sua opera, che consiste nel
rendere testimonianza a Gesù e guidare la Chiesa e l’umanità alla “a
tutta la verità”.
Rendere testimonianza a Gesù significa favorire
negli uomini l’accoglienza della sua opera di salvezza, e nell’incontro con
Gesù veniamo anche a conoscenza dell’opera dello Spirito Santo. E’ lo Spirito
infatti che ha reso possibile l’incarnazione del Verbo di Dio nel grembo
verginale di Maria. E’ sempre lui che ha assistito Gesù in tutta la sua vita
terrena, soprattutto durante il suo ministero pubblico. E’ lui che nel momento
della passione gli ha dato la forza necessaria per sopportare ogni sofferenza
nell’obbedienza a Dio Padre fino alla morte di croce (cfr Fil 2,8). E’ lui che
lo ha spinto negli inferi per liberare tutti coloro che vi erano prigionieri e
gli ha ridato la vita. E ora continua a rendergli testimonianza attirando a
Gesù il cuore di ogni uomo e donna, chiunque sia, dovunque si trovi.
Quello che lo Spirito Santo ha operato in Gesù
diventa quindi il modello e l’esempio di quanto oggi egli opera in ciascuno di
noi.
Dice Gesù nel Vangelo che “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”
(Gv 16,12), cioè assisterà la comunità cristiana nel difficile compito di
coniugare la fedeltà con la novità; la memoria con il rinnovamento, avendo
sempre come punto fermo la persona del Signore Gesù. Il lasciarsi condurre
dallo Spirito comporta infatti l’accoglienza di colui che viene conosciuto,
cioè il Signore Gesù, un incontro che si risolve nella comunione di amore con
Dio.
Lo Spirito Santo ci dona la libertà di agire
evangelicamente, cioè sempre e comunque per la comunione e il bene comune; a
farci prossimo di chiunque incontriamo sul nostro cammino, uomo o donna che
sia, dovunque capiti e in qualsiasi momento della sua vita; a renderci capaci
di vivere il comandamento di Gesù: “amatevi gli uni gli altri, come io vi ho
amati”. E’ Lo Spirito Santo a
indurci a fare ciò che non avremmo mai pensato possibile, come per esempio il
porgere l’altra guancia, anche se abbiamo ragione da vendere; oppure disporci
all’atto eroico del sacrificare la propria vita per le persone che amiamo,
anche di fronte a egoismi invincibili; all’amore per i nemici, anche se non
meriterebbero soltanto la condanna, e via dicendo. Ci sarebbe ancora molto da
dire, ma sono sicuro che se apriremo il nostro cuore allo Spirito Santo, sarà
Lui, il nostro suggeritore che ci guiderà “a
tutta la Verità”. Buona Pentecoste oggi e sempre!
don Marco Belladelli.
O Santo Spirito, vieni nel mio cuore,
con la tua potenza attiralo a te, o Dio,
concedimi carità con timore.
(S. Caterina da Siena).
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