sabato 18 gennaio 2020

Il Vangelo della salute del 19/01/2020

Piero della Francesca, S. Giovanni Battista (particolare)
polittico della Misericordia, 1444-1465 - Museo civico di Sansepolcro (PG).
II Domenica del tempo Ordinario, “A”.
Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI  (1, 29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore.
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Siamo ancora al Giordano nei pressi di Gerico in compagnia di Giovanni Battista, dove egli predica e battezza. La sua missione di precursore non si è esaurita nel preparare il popolo ad accogliere il Messia, come si è detto in Avvento. Per Giovanni l’evangelista, il Battista non è soltanto l’ultimo dei grandi Profeti dell’Antico Testamento, secondo l’interpretazione dei tre sinottici, ma il testimone autorevole del Verbo di Dio, fatto uomo. La sua testimonianza è fondamentale per riconoscere la presenza di Gesù nel mondo, come è accaduto in occasione del Battesimo.
Nel brano evangelico di oggi il Battista ci racconta la sua esperienza del Cristo, che si riassume nell’acclamazione: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”.   Tutta la sua vita è orientata verso Gesù, come egli steso ci rivela quando parla della sua vocazione e missione: “Sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. Nonostante la familiarità e l’incontro delle rispettive madri quando entrambi ancora non erano nati, il Battista afferma di non aver mai incontrato personalmente Gesù e lo ripete per due volte: “Io non lo conoscevo”.
Il riconoscimento avviene per mezzo dello Spirito Santo presente in entrambi: “Ho contemplato lo Spirito discendere e rimanere su di lui”. Un’esperienza che va ben al di là della dimensione sensibile e razionale a cui abitualmente facciamo riferimento per le nostre conoscenze. Per capire di che cosa si tratti, pensate alla Parola di Gesù quando durante l’ultima cena a proposito del nostro rapporto con lo Spirito Santo, afferma: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.” (Gv 16,13).
Arriviamo così alla testimonianza vera propria che riguarda la sua  missione: “è lui che battezza nello Spirito Santo” e la sua identità: “questi è il Figlio di Dio”.
Quello del Battista è un percorso compiuto sotto la guida dello Spirito Santo. Soltanto lo Spirito Santo poteva condurlo a riconoscere Gesù. E questo vale anche per noi oggi per una nuova conferma della dimensione essenzialmente carismatica del Cristianesimo, qualora qualcuno non l’avesse ancora capito. Senza l’opera dello Spirito e senza lasciarsi condurre docilmente dallo Spirito Santo non si va da nessuna parte. Basta pensare cos’è diventata la vita della Chiesa in questi ultimi sessant’anni, a causa del fraintendimento del programma di rinnovamento del Concilio Vaticano II. (Benedetto XVI Lettera ai Cristiani d’Irlanda).
L’espressione “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”, annuncia che Gesù con il suo sacrificio sulla croce libererà il mondo dal peccato (vedi Es 12,7-13 e Is 53,7). Nella celebrazione eucaristica questa espressione è diventata la preghiera con cui i fedeli si preparano al momento solenne della comunione. Secondo la testimonianza di Giovanni, è questo il momento in cui lo Spirito Santo rivela anche a noi chi è Gesù. Bisogna entrare in quella stessa straordinaria esperienza di comunione e di vita per conoscere Gesù, amarlo sopra ogni cosa ed accogliere il dono di salvezza che Lui soltanto ci può offrire: togliere (portare/prendere su di sé) il peccato del mondo!”.
La testimonianza nello Spirito Santo è la via maestra verso questa esperienza di comunione e per la trasmissione della fede nel mondo d’oggi. Nessun altro mezzo o strumento sarà tanto efficace. Questo deve farci riflettere sulla qualità della nostra testimonianza cristiana, quando non è per niente convincente. Soprattutto in famiglia nell’educazione cristiana dei figli spesso si fa ricorso a mezzi di convinzione di lasciano il tempo che trovano, trascurando la grazia e la forza dello Spirito Santo, che ci viene dalla preghiera e dalla lettura della parola di Dio. Niente risulterà più convincente dello Spirito Santo. Buona domenica !!!
don Marco Belladelli.


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