domenica 5 gennaio 2020

Il Vangelo della salute del 06/01/2020

Filippini Lippi, Adorazione dei magi (particolare), 1496, Galleria degli Uffizi, Firenze. 
Solennità dell’Epifania del Signore
Siamo venuti dall'oriente per adorare il re
DAL VANGELO  SECONDO MATTEO (2,1-12) 
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore.
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Il Natale trova il suo compimento nell’Epifania, annuncio della redenzione universale, che si realizzerà a Pasqua. Oggi Gesù si manifesta ai Magi venuti dall’oriente come il Salvatore del mondo, riconosciuto ed accolto come tale da tutti i popoli del mondo.
Nella celebrazione dell’Epifania la Chiesa evoca tre fatti della vita di Gesù. Il più noto è naturalmente l’adorazione dei Magi a Betlemme, a cui vanno associati il Battesimo di Gesù al Giordano e il miracolo dell’acqua cambiata in vino alle nozze di Cana. Per chi ha familiarità con la Liturgia delle ore, veda come l’antifona al Benedictus del giorno dell’Epifania, metta insieme tutti e tre questi eventi: 
Oggi la Chiesa lavata dalla colpa nel fiume Giordano, 
si unisce a Cristo suo Sposo, accorrono i magi con i doni alle nozze regali
 e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia.”.
Oltre il ricordo di tutti e tre gli eventi citati, attraverso l’immagine delle nozze regali di Cristo, Sposo e Signore della  Chiesa, viene sintetizzato in modo mirabile il loro rapporto, il valore e il significato.
I Magi adoranti che offrono in dono oro, incenso e mirra rappresentano dunque tutti i popoli della terra che riconosceranno Gesù come il Re dei re. Nel Battesimo al Giordano figura della passione morte e risurrezione, Gesù investito solennemente dallo Spirito Santo e dal Padre della missione messianica purifica l’umanità dalle sue colpe per renderla una sposa degna di sé. Il miracolo di  Cana, presentato da Giovanni come il primo dei segni compiuti da Gesù, è l’anticipazione del banchetto universale a cui sono invitati tutti i popolo del mondo, come proclama la liturgia eucaristica: “Beati gli invitati alla cena del Signore!”.
L’Epifania è quindi annuncio e anticipazione della pasqua. Questo atto di amore, cioè il sacrificio della croce, con cui Gesù ci ha liberato dal peccato, dal male, dalla morte e ci ha unito a sé in comunione di vita, non poteva trovare immagine più significativa di quella dell’unione sponsale-coniugale.
A conclusione di questi pensieri sulla festa dell’Epifania, come spunto per una riflessione personale vi propongo un testo poetico di cui non conosco l’autore, sul senso e sul valore di questa sorprendente meraviglia, l’incontro salvifico tra Dio e l’uomo.
Non erano fannulloni, allora;
avevano patria, casa e professione.
Non erano poveri allora;
avevano incenso, mirra e oro.
Non erano ciechi allora;
si lasciavano attrarre dalla stella.
Non erano cercatori di tesori allora
coloro che venivano dal lontano oriente.
Non erano politici allora
coloro che cercavano il nuovo re.
Non erano reporter allora
coloro che con la stella giunsero alla meta.
Non erano testimoni neutrali
coloro che si lasciarono riempire di gioia.
Non erano diplomatici
coloro che offrirono i loro doni.
Erano uomini, diventati uomini
davanti a un Dio diventato uomo.”
Buona Epifania!
don Marco Belladelli.

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