Festa del Battesimo di Gesù.
Appena
battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (3, 13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per
farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io
che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli
rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia».
Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli
ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di
lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato:
in lui ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.
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Con la festa del Battesimo di Gesù si conclude il ciclo delle
celebrazioni natalizie. Come ho detto nel Vangelo della salute del 6 Gennaio
scorso, questo evento fa parte della celebrazione dell’Epifania.
Per tutti e quattro gli evangelisti il Battesimo di Gesù al Giordano
per mano del Battista rappresenta uno dei momenti fondamentali della sua vita.
Dopo il concepimento verginale nel seno di Maria, Gesù riceve una nuova effusione
dello Spirito Santo come investitura messianica. E’ il momento della piena
consapevolezza riguardo alla sua identità e alla missione da compiere. E’ lui
il Messia, l’Inviato, il Consacrato, l’Unto di Dio. Tutti titoli che traducono
il greco “Cristo”, apposizione abitualmente associata al nome Gesù per
indicarne l’origine e la missione divine. Nessuno però poteva immaginare che
Dio si sarebbe reso presente tra gli uomini nella persona stessa del Figlio: “Questi è il Figlio mio,
l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.
Il mettersi in fila di Gesù con tutti i peccatori che vanno dal
Battista per fare penitenza e cambiare vita rappresenta prima di tutto un gesto
di profonda solidarietà. Come dice San Paolo: “Colui che non aveva
conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi
potessimo diventare giustizia di Dio.” (2Cor 5,21). Non si tratta di un gesto dal valore
penitenziale come per gli altri uomini. Per Gesù il Battesimo è l’anticipazione
della sua morte e risurrezione per mezzo delle quali libererà il mondo dal
peccato.
Subito dopo il Battesimo Gesù “vide lo Spirito di Dio
discendere come una colomba e venire sopra di lui”. Lo Spirito Santo di cui
oggi viene riempito lo assisterà in tutta la sua missione. Secondo i sinottici
infatti soltanto dopo il Battesimo inizia la predicazione del Vangelo e
l’inaugurazione del Regno di Dio con il perdono dei peccati e i vari segni di
guarigione e di salvezza dell’uomo che l’accompagnano. Nel momento della morte
in croce al Calvario egli effonderà il dono dello Spirito sul mondo: “Dopo aver preso l'aceto,
Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.” (Gv 19,30); e nel giorno
di Pasqua particolarmente sugli Apostoli riuniti nel Cenacolo: “Detto questo, soffiò e
disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i
peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".” (Gv 20,22-23), perché quest’opera di misericordia e
di salvezza continui per tutti gli uomini in ogni luogo, fino alla fine del
mondo.
La presenza e l’azione dello Spirito Santo prima in Gesù e poi nella
Chiesa, evidenzia la natura carismatica dell’esperienza cristiana.
Sottolineo questo aspetto soprattutto per coloro che, irretiti dal razionalismo
moderno, sono restii ad accettare questa dimensione soprannaturale del
cristianesimo nella loro vita. Non si diventa cristiani per generazione o
familiarità, né per tradizione. Come abbiamo ascoltato durante le celebrazioni
natalizie nel Prologo del vangelo di Giovanni, più volte proclamato, si diventa
figli
di Dio
soltanto accogliendo il Verbo di Dio fatto carne per mezzo dello Spirito Santo:
“A
quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli
che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.” (Gv 1,12-13). Per chi si
definisce cristiano “Essere generati da Dio” significa che a livello
esistenziale non ci si può limitare ad accogliere la cosiddetta “cultura cristiana” con tutti gli alti valori
morali di cui è portatrice, ma è necessario lasciarsi trasformare dalla grazia
di Dio, cioè dallo Spirito Santo che opera in noi allo stesso modo di come ha
operato in Gesù di Nazareth.
Un ricordo personale. La pala d’altare della piccola cappella di Villa
Risi, dove da bambino partecipavo alla S. Messa festiva, rappresentava il
Battesimo di Gesù al Giordano. L’assidua frequentazione fece nascere
una particolare familiarità con questo evento evangelico, come se si
trattasse di qualcosa di straordinariamente presente ed attuale. Lo Spirito
Santo diventi il protagonista della nostra vita cristiana come lo è stato per
Gesù. E’ lui che ci purifica dal peccato. Per opera sua aderiamo a Gesù. Ed è
sempre Lui che giorno per giorno ci convince e ci conferma interiormente sulla
bontà di ciò che crediamo e viviamo, fino a renderci capaci del massimo gesto
di amore compiuto da Gesù: dare la vita come Lui. Buona festa del Battesimo a
tutti !!!
don Marco Belladelli.
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