venerdì 17 novembre 2017

Il Vangelo della salute del 03/12/2017

Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino, San Francesco in preghiera, 1634. Collezione privata.
I Domenica di Avvento “B”
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
Dal Vangelo secondo Marco  (13, 33-37) 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore.
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Inizia un nuovo anno liturgico. Nel ciclo delle celebrazioni i misteri della vita di Gesù s’incontrano con il mutare della nostra esistenza personale e con quello della storia umana. L’atto liturgico è contemporaneamente azione della Chiesa e azione di Dio. Non è mai qualcosa di puramente casuale, né di estemporaneo. E’ grazia di Dio, cioè segno efficace della sua continua opera di salvezza, che viene ad incidere profondamente nella nostra vita, innestandosi in essa come linfa di vita, come luce che dirada le tenebre, come forza nella debolezza, come sollievo nella sofferenza, come caparra della liberazione da ogni  male. Un elenco di buone ragioni, se mai ce ne fosse bisogno, per indurci a partecipare in modo vivo e assiduo alla S. Messa festiva.
Il nostro cammino ricomincia sempre dall’Avvento, che comprende le quattro domeniche che precedono il 25 Dicembre. Due segni caratteristici di questo particolare periodo liturgico sono il colore violaceo dei paramenti e la corona dell’avvento, che troviamo ormai anche in luoghi che non hanno niente a che vedere con il culto. Formata da rami di sempreverde intrecciati, su cui sono fissate quattro candele, in genere di colore rosso, che verranno progressivamente accese di domenica, in domenica, serve a scandire le tappe di avvicinamento al Natale. Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica, la Chiesa prega:
A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso”. Un invito ad elevarsi interiormente, per non rimanere schiavi di noi stessi e della terra. La Chiesa dipende da Dio, essa vive unicamente e totalmente per Lui. L’avvento è per eccellenza il tempo nel quale si manifesta l’importanza radicale di questo particolare rapporto dell’uomo con Dio, sopra ogni altra cosa. E’ il tempo per fissare lo sguardo e tutto il proprio essere unicamente su di lui. Nella contemplazione del mistero della venuta di Gesù nell’umiltà della carne e dell’attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi, la Chiesa riscopre la propria origine e la propria natura umano/divina. In una attenta vigilanza, vissuta nella preghiera e nell’ascolto della Parola di Dio, essa si prepara all’incontro con il suo Signore, coniugando elevazione e glorificazione, così come Gesù ha invece coniugato umiliazione e gloria. Tutti attendiamo uno o una  Sposo/a”, colui cioè che sappia soddisfare il nostro profondo desiderio di comunione di vita, a cui tutti tanto aneliamo, ma che il più delle volte si risolve in delusioni e frustrazioni.
Lasciamo Matteo e prendiamo in mano il vangelo di Marco. Non cominciamo dall’inizio, ma dall’ultima parola pronunciata da Gesù prima della passione: “Vegliate!”. Un imperativo ripetuto tre volte. Tanta insistenza, perché il ritorno del Signore è una certezza! Gesù non è il Godot di turno che non arriva mai. Non sappiamo quando, ma è sicuro che egli tornerà, come accade per un padrone di casa che ha lasciato la propria abitazione in mano ai servi. In attesa del Signore, viviamo di fede affettuosa, di sequela consapevole, conquistati nella contemplazione dalla persona di Gesù. Nel tempo d’Avvento la Chiesa si prepara a rivivere il mistero dell’incarnazione, per riconoscere i segni del ritorno del Signore. Se non siamo certi che egli sia già venuto, se non abbiamo ancora fatto l’esperienza della sua viva presenza tra noi, se abbiamo il cuore pieno di delusioni,  se ci siamo complicati la vita in inutili ricerche, tanto da non distinguere più il bene da male, allora è venuto il tempo di vegliare! Vegliamo nella preghiera e nella lettura della Parola di Dio, così il Signore, quando tornerà non ci troverà addormentati. 
Buon cammino d’Avvento!
don Marco Belladelli

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