Anonimo, Gesù e il buon ladrone, XVI sec.,
smalto di Limoges su piastra di rame, Musei vaticani.
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Domenica
delle Palme
e della Passione del Signore “C”.
Benedetto
colui che viene nel nome del Signore.
In quel tempo, Gesù camminava
davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a
Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo:
«Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul
quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi
domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Parola del Signore.
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Parola del Signore.
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Dal
diario di viaggio di Egeria, una pellegrina spagnola del quarto secolo,
sappiamo che a Gerusalemme la prima Comunità cristiana nei giorni della Pasqua fin
dai primi tempi riviveva gli eventi dell’ultima settimana di vita di Gesù, a
cominciare dal suo ingresso trionfale a Gerusalemme, alla morte in croce sul
Calvario e alla Domenica di risurrezione.
Per
Luca la Città Santa è il luogo scelto da Dio per la realizzazione della
salvezza. Gesù ha iniziato la sua vita a Gerusalemme (cfr. i capp. 1 e 2: la
presentazione al tempio e lo smarrimento di Gesù dodicenne) e la conclude nello
stesso luogo. Vi ritorna al termine di un lungo viaggio, iniziato dopo la
professione di fede di Pietro a Cesarea di Filippo e gli annunci della passione.
Una sezione letteraria che comprende quasi metà di tutto il testo evangelico.
Entra a Gerusalemme come il Re-Messia di cui aveva parlato il profeta Zaccaria
(9,9-10), acclamato dai suoi discepoli e contrastato invece dagli avversari. E’
l’inizio del conflitto che si concluderà con la sua crocifissione.
Il
suo procedere avanti fermo e deciso nonostante tutto e tutti, è di esempio per
tutti noi. Anche noi oggi, con i rami di ulivo in mano ci metteremo dietro a
Gesù, rappresentato dalla persona che preside la nostra assemblea, per seguirlo
fino al Calvario.
A
Roma, invece, fin dal VI secolo nella Domenica precedente la Pasqua si leggeva il
racconto della Passione del Signore, per prepararsi ad affrontare l’evento più
terribile e duro della vita del Cristo, la sua sofferenza e la sua morte. E’ il
mistero nel quale si manifesta l’amore infinito di Dio per l’umanità e la
definitiva sconfitta del principe delle tenebre e del suo regno di peccato e di
male.
Alcune
semplici considerazioni, per aiutare la riflessione personale su questo
mistero. Il racconto della Passione di Luca mette in evidenza la potenza della
Croce di Cristo, come strumento di conversione. Questa straordinaria
manifestazione della divina misericordia comincia con il pentimento di Pietro
dopo il triplice rinnegamento: “E, uscito, pianse amaramente.”, continua con l’implorazione del perdono del
Padre per tutti coloro che sono colpevoli della sua morte: “Padre, perdonali, perché
non sanno quello che fanno” e si conclude con il famoso episodio del buon ladrone. Mentre
Gesù viene deriso, perché ha salvato altri e non ha salvato se stesso, uno dei
crocifissi accanto a lui invoca da Gesù la misericordia divina per sé e per
tutta l’umanità, anche per quella rabbiosa e incredula come il suo compagno di
sventura, e l’ottiene: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Sempre secondo Luca
non è Gesù a portare la croce, ma il Cireneo dietro di lui “Mentre lo conducevano
via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero
addosso la croce da portare dietro a Gesù”, con un seguito di donne e di popolo
che fanno lamento su di lui. Gesù stesso orienta questa compassione verso loro
stesse e i loro figli: “piangete su voi stesse e sui
vostri figli”.
Questa immagine prefigura la Passione della Chiesa, che come il suo
Signore è destinata a seguirlo sulla stessa via.
Per
il cristiano c’è la certezza di dover portare la croce come il Signore Gesù e
di vivere fino in fondo la sua stessa Passione, ma anche di poter
contare sulla infinita misericordia di Dio per una vita di risurrezione.
Buona Settimana Santa!
don
Marco Belladelli.
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