Beato Angelico, Cristo giudice, Duomo di Orvieto. |
I
Domenica di Avvento, “C”
La
vostra liberazione è vicina
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri
cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e
che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti
esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Ve gliate in ogni
momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per
accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
L’antifona d’ingresso della 1° Domenica: “A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso. Non trionfino su di me i miei nemici. Chiunque spera in te non resti deluso.” (Sal 25(24),1s) sintetizza i temi della spiritualità dell’Avvento. Da secoli la Chiesa ricomincia ogni anno il proprio cammino da questo commovente slancio di elevazione spirituale, nel quale si rivela tutta la sua dipendenza da Dio. Essa vive unicamente e totalmente per Dio e in Dio.
Per elevarsi bisogna riscoprire il nostro personale rapporto con Dio come lo spazio vitale entro cui si colloca tutta la nostra esistenza. Basta! fuggire per nascondersi, come hanno fatto i nostri progenitori, Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Andiamo incontro al Signore e fissiamo il nostro sguardo su di Lui, senza temerlo. Alla Sua presenza si ridesta l’ “IO” personale di ciascuno, così come Dio lo ha pensato e come forse ancora neppure noi ci conosciamo.
Quello di Gesù è un invito ad una attesa piena di speranza, perché anche la storia va verso la salvezza e più passa il tempo e più si avvicina il momento del Figlio dell’uomo che viene “con potenza e gloria grande”. Per questo ci esorta pure: “State bene attenti” a non cadere schiavi degli inganni del mondo, per non essere colti di sorpresa dalla venuta del Figlio dell’uomo.
Tutti siamo inviati a vigilare sulla nostra vita, perché sia sobria ed essenziale e per nulla affannosamente congestionata dalla vacuità del nostro egoismo e dalla ricerca dei piaceri e delle ricchezze, per attendere il Signore vigilanti e in preghiera. Non quindi un’attesa angosciata, ma, mi ripeto, piena di speranza e di gioia.
Il messaggio dell’Avvento è chiaro: preghiera, ascolto della parola, sobrietà di vita e tanta gioia nel cuore perché per noi viene il Signore, anzi è più vicino che mai.
Parola del Signore.
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Il tempo d’Avvento si
identifica con le quattro domeniche che precedono il 25 Dicembre, inclusa la vigilia
di Natale. Due sono i segni
caratteristici di questo periodo liturgico, il colore violaceo dei paramenti e degli arredi sacri e la ormai
tradizionale corona dell’avvento. Formata
da rami di sempreverde intrecciati e da quattro candele, che verranno accese
una alla volta, di domenica in domenica, ha la funzione di scandire le tappe di
avvicinamento alla celebrazione del mistero dell’incarnazione. L’antifona d’ingresso della 1° Domenica: “A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso. Non trionfino su di me i miei nemici. Chiunque spera in te non resti deluso.” (Sal 25(24),1s) sintetizza i temi della spiritualità dell’Avvento. Da secoli la Chiesa ricomincia ogni anno il proprio cammino da questo commovente slancio di elevazione spirituale, nel quale si rivela tutta la sua dipendenza da Dio. Essa vive unicamente e totalmente per Dio e in Dio.
Per elevarsi bisogna riscoprire il nostro personale rapporto con Dio come lo spazio vitale entro cui si colloca tutta la nostra esistenza. Basta! fuggire per nascondersi, come hanno fatto i nostri progenitori, Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Andiamo incontro al Signore e fissiamo il nostro sguardo su di Lui, senza temerlo. Alla Sua presenza si ridesta l’ “IO” personale di ciascuno, così come Dio lo ha pensato e come forse ancora neppure noi ci conosciamo.
E’ la preghiera che ci
permette di stare davanti a Dio, di sentire presente Colui che viene nel nome
del Signore, di incontrarlo e, soprattutto, di attenderlo vigilanti nella sua
ultima manifestazione. In questo cammino la Chiesa ci sostiene e ci orienta.
Contemplando il mistero della venuta del Verbo divino nell’umiltà della carne,
impariamo ad accoglierlo, quando tornerà glorioso alla fine dei tempi.
L’Avvento è tempo della Speranza. Rinsaldato il nostro rapporto con Dio, guardiamo
con fiducia al futuro, come al tempo in cui si realizzerà la nostra e l’altrui
salvezza.
Ogni domenica
ci viene presentato un tema specifico. In tutti e tre i
cicli si comincia sempre dal discorso escatologico, fatto da Gesù nel tempio di
Gerusalemme prima della passione, e con il richiamo alla “vigilanza”. Oggi comincia l' anno
"C", nel quale si legge il Vangelo di Luca. Davanti agli eventi catastrofici
e terrificanti che precederanno la fine dei tempi, di cui si parla nel brano
odierno, non
ci si deve spaventare. Solo chi non ha fede morirà di paura. Voi che credete
invece “alzatevi e
levate il capo”, cioè rianimatevi, riprendete coraggio, perché
“la vostra liberazione
è vicina”, dice il Signore. Quello di Gesù è un invito ad una attesa piena di speranza, perché anche la storia va verso la salvezza e più passa il tempo e più si avvicina il momento del Figlio dell’uomo che viene “con potenza e gloria grande”. Per questo ci esorta pure: “State bene attenti” a non cadere schiavi degli inganni del mondo, per non essere colti di sorpresa dalla venuta del Figlio dell’uomo.
Tutti siamo inviati a vigilare sulla nostra vita, perché sia sobria ed essenziale e per nulla affannosamente congestionata dalla vacuità del nostro egoismo e dalla ricerca dei piaceri e delle ricchezze, per attendere il Signore vigilanti e in preghiera. Non quindi un’attesa angosciata, ma, mi ripeto, piena di speranza e di gioia.
Il messaggio dell’Avvento è chiaro: preghiera, ascolto della parola, sobrietà di vita e tanta gioia nel cuore perché per noi viene il Signore, anzi è più vicino che mai.
Al solito augurio di
buona Domenica, unisco oggi anche quello di buon Avvento!
don
Marco Belladelli.
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