Solennità
della SS. Trinità, “B”
Battezzate
tutti i popoli
nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore.
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Dopo la solenne festa di
Pentecoste nella quale si è rinnovata l’effusione dello Spirito Santo sulla
Chiesa e sul mondo, oggi celebriamo uno dei due misteri principali della fede
cristiana: l’unità e la trinità di Dio.
Il mistero di Dio è il
cuore della rivelazione di Gesù: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che
hai mandato, Gesù Cristo.”, e ancora: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini” (Gv 17,3.6). Egli è
venuto per farci conoscere Dio e per renderci partecipi della sua stessa vita.
Oggi come ieri, restano
aperte numerose domande sull’esistenza e la realtà di Dio. Quanti uomini
continuano ad indagare attorno al suo mistero e al suo rapporto con l’uomo, il
mondo e la storia. E poi c’è l’assurda realtà del male a rendere la questione
ancora più problematica, come disse Benedetto XVI nella sua
storica visita al campo di sterminio di Auschwitz: “Quante domande ci si
impongono in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: Dove era Dio in
quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di
distruzione, questo trionfo del male?”. Domande, che evocano altre domande,
all’infinito …
Nel libro della Genesi, subito
dopo il peccato originale, è Dio invece che interroga l’uomo,: “Dove sei?”. Siamo ancora nel paradiso
terrestre è l’uomo rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e
mi sono nascosto”
(Gen 3,9-10). Una emblematica rappresentazione del problematico e tormentato
rapporto tra l’uomo e Dio, che attraversa tutta la storia dell’umanità: da una
parte l’uomo che si nasconde a Dio, si sottrae al rapporto con lui, per vivere
poi nella paura della propria autonomia e nella frustrazione di una sua
impossibile assoluta signoria sull’universo; dall’altra la reiterata domanda
accusatrice contro Dio, per la sua irresponsabile assenza o per il suo mancato
intervento protettivo, ogni qual volta l’uomo diventa vittima dell’assurdità
della storia.
In questo contesto,
fatto di nascondimento e di accuse polemiche, in cui si riassume il difficile
rapporto dell’uomo con Dio, arriva a noi la rivelazione cristiana del mistero
di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, della sua Carità e della
sua Misericordia infinite. Il Dio cristiano è Colui che in ogni istante provvede
all’uomo in ogni sua esigenza vitale. Colui che manda il suo Figlio,
l’Unigenito, perché “abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (cfr Gv
10,10). Colui che nello Santo Spirito si fa tutto a tutti, ci purifica, ci
illumina, e ci attira a sé.
Contrariamente a quanto
hanno fatto Adamo ed Eva, il nostro compito di cristiani oggi nel mondo è
quello di non nasconderci più a Dio, ma di uscire allo scoperto e vivere nella
sua luce. La fede è saper stare davanti a Dio, senza averne paura, senza
entrare necessariamente in conflitto, senza l’orgogliosa superbia
dell’autosufficienza, ma da veri figli di Dio, che gridano “Abbà, Padre” (Rom
8,15), così come ci ha insegnato Gesù. Nel battesimo siamo stati immersi dentro
a questo mistero, ne facciamo parte ormai per l’eternità, al di là della nostra
maggior o minor consapevolezza personale. Nell’umiltà della fede ritroviamo non
soltanto la naturale armonia perduta del paradiso terrestre, ma soprattutto il
coraggio dell’amore e la forza della Speranza.
Possiamo, allora,
liquidare Dio con un fugace segno di croce del mattino e della sera? O magari
con qualche veloce preghiera biascicata strada facendo? O ricorrere
vigliaccamente a Lui soltanto nel momento del bisogno? No! Il cristiano è colui
che sa stare con Dio, si compiace della sua presenza e si riempie il cuore ogni
giorno delle sue grazie. Perché “Non di solo
pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4), e nella
preghiera questa parola diventa la nostra vita.
Buona
scoperta e incontro con Dio!
don
Marco Belladelli.
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