sabato 6 dicembre 2014

Il Vangelo della salute dell' 08/12/2014

Cuore Immacolato di Maria, San Lorenzo in Miranda - Roma
Solennità 
dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria.
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce
Dal Vangelo secondo Luca  (1,26-38).
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

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La solennità dell’Immacolata Concezione non è una divagazione dal nostro cammino di Avvento, ma un dono in più per prepararci ad incontrare il Signore con lo stesso spirito con cui lo ha incontrato Maria. Così infatti prega oggi la Chiesa:
O Signore, concedi anche a noi, per intercessione di Maria, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito”.
La purezza di cuore di Maria e la sua libertà dal peccato, oltre che un esempio, sono un grande aiuto di grazia, perché nella suo essere creatura di Dio come noi, troviamo una connaturale vicinanza con ogni uomo e soprattutto un’affettuosa e materna sollecitudine del tutto unica per ciascuno di noi, affinché nessuno vada perduto (cfr Gv 6,12; 18,9). Nella festa dell’Immacolata Concezione celebriamo infatti la definitiva sconfitta del male e di tutte le sue negative conseguenze per la vita di ogni uomo.
Nella 1° lettura il racconto del peccato originale (cfr. Gen 3,1ss) ci porta lontano nel tempo, ma le sue immagini ci rappresentano una realtà quanto mai attuale e a tutti noi ben nota, cioè la nostra condizione di peccatori. La disobbedienza di Adamo ha avuto effetti drammatici: l’uomo ha paura di Dio, si nasconde da Lui, rifiuta il suo amore e si rapporta con Lui come se fosse un nemico. D’ora in poi tutta la sua vita sarà condizionata dall’inganno della menzogna, cioè dall’incapacità di distinguere il bene dal male.
Benedetto XVI ha definito il peccato originale “una goccia di veleno” che ammorba tutta l’esistenza, tanto da pensare “che il male in fondo sia buono, che di esso, almeno un po', noi abbiamo bisogno per sperimentare la pienezza dell'essere”.
Dopo il peccato originale, oltre la condanna troviamo la promessa della salvezza: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). Questo versetto, detto comunemente protoevangelo, annuncia la venuta di  Gesù Cristo e la sua vittoria contro satana, il nostro vero avversario. In esso si fa esplicito riferimento alla “donna”, la madre di tutti i viventi, e al suo coinvolgimento in questo scontro, fino al gesto di schiacciare la testa al serpente.
L’essere stata preservata dal peccato originale non è un privilegio, ma come ancora dice la colletta una conseguenza dei meriti di Gesù, perché egli trovasse in lei chi lo accogliesse degnamente: “nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l'hai preservata da ogni macchia di peccato”.
Maria è la nuova  EVA, che dice “” a Dio nel momento del concepimento verginale di Gesù, rendendo così possibile, sempre e soltanto per grazia di Dio, l’opera della redenzione, cioè la piena comunione dell’uomo con Dio e il definitivo superamento della presenza del male nel mondo e di tutte le sue conseguenze.
Di fronte a questo mistero di grazia che oggi contempliamo in Maria, soffermiamoci a considerare la realtà della presenza del male nel mondo in tutte le sue dimensione e proporzioni. Tutti siamo quotidianamente testimoni di questa presenza e della sofferenza che esso provoca. L’uomo, nella sua nudità, non vive più in armonia con il creato, lo inquina e ne diventa vittima. La natura improvvisamente si trasforma da madre in matrigna. La storia umana è piena di guerre, violenze, prepotenze, conflitti ed ingiustizie senza soluzione di continuità. Per non parlare poi degli egoismi, delle menzogne e dei conflitti che lacerano le relazioni interpersonali e quelle sociali. A questo triste quadro aggiungiamo le conseguenze della nostra fragilità fisica, morale e psicologica, insieme con tutto quello che ci fa paura: le malattie, la morte e tutte le esperienze di perdita, materiali o morali, a cui andiamo incontro nel corso della nostra esistenza terrena. Viene spontaneo gridare con S. Paolo : “Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Rom 7,24). E’ una battaglia persa! Lo scontro con il male è impari. E se per una serie di fortunate circostanze ne esci indenne, quello che oggi ti è stato risparmiato lo pagherai domani. Sembra impossibile pensare che tutto abbia avuto inizio dalla complicità umana con il male, assolutamente necessaria per innescare il suo processo disgregativo. Una volta attivato, ci scopriamo impotenti nei suoi confronti. Egli procede autonomamente, fino a produrre tutti gli effetti di corruzione, di divisione, di perdizione e di morte di cui è capace. Soltanto Dio può aiutarci, ma non ci fidiamo di lui e continuiamo a comportarci nei suoi confronti come i Progenitori.
Ci soccorre ancora una volta San Paolo: “Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!” (Rom 7,25). Soltanto per mezzo di Gesù Cristo, e cioè soltanto per grazia di Dio, possiamo disinnescare questo processo diabolico di annientamento maligno.
Maria, Immacolata Concezione, è la primizia e la certezza che per Cristo, con Cristo e in Cristo usciremo vincitori da questa lotta. Per questo guardiamo a Lei come segno di Speranza, modello, esempio di vita e come potente soccorritrice in tutte le nostre difficoltà.
Facciamo nostra l’umile e fiduciosa preghiera impressa per volontà di Maria stessa sulla medaglia miracolosa e invochiamo il suo aiuto nella fedeltà a Dio e la sua intercessione di fronte al pericolo di farci, di nuovo, più o meno volontariamente, complici del male:
O Maria, concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a te!
Buona festa dell’Immacolata a tutti!

don Marco Belladelli.

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