GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Sulle strade del mondo
XXIX
Domenica del tempo Ordinario “C”
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi
discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore.
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore.
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Al cap. 18 di Luca inizia la terza ed ultima
tappa del nostro viaggio verso Gerusalemme. Come ho più volte ripetuto si
tratta di un percorso formativo per il discepolo e per tutta la Chiesa, di ieri
e di oggi. Questa ultima parte è caratterizzata principalmente da due temi che
riguardano il futuro della nostra vita di uomini e di credenti: la
realizzazione del Regno di Dio nella storia e la venuta finale del Figlio
dell’uomo. In termini più propriamente teologici, parliamo di prospettiva e di
dimensione escatologica del cristianesimo, cioè l’attualità delle
promesse del Signore e la tensione verso la loro piena realizzazione. Per dirlo
con altre parole, nella nostra vita quotidiana già beneficiamo della salvezza
che Gesù ha realizzato e nello stesso tempo siamo in cammino verso il suo pieno
compimento, quando “Dio sarà tutto in
tutti” (1Cor 15,28). La preghiera è l’esperienza spirituale nella quale più
di ogni altra realtà viviamo la dimensione escatologica della nostra fede.
Prendiamo ad esempio il “Padre nostro”. Quando diciamo “Venga il tuo regno!” vuol dire che conosciamo e sperimentiamo
presente a noi questa realtà, per questo
ne imploriamo la piena realizzazione per noi, per la Chiesa e per tutta
l’umanità.
La parabola che oggi la liturgia ci presenta va
compresa secondo questa particolare prospettiva. Un’altra unicità di Luca. Una
povera vedova chiede tenacemente e insistentemente giustizia a un giudice senza
scrupoli, che pur determinato a non darle udienza, alla fine infastidito la esaudirà.
E Gesù commenta: “E Dio non farà
giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse
a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente”. Prima di queste
parole, Gesù richiama la nostra attenzione sul ragionamento del giudice “Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto”, perché non abbiamo
dubbi che Dio è molto meglio di questo magistrato disonesto e che anche noi
siamo molto più fortunati di quella della povera vedova.
La parabola ci offre due insegnamenti
complementari. Prima di tutto la rivelazione di questa particolare
disponibilità di Dio verso “i suoi eletti che
gridano giorno a lui”.
Poi l’esortazione a pregare senza mai stancarci, secondo l’esemplare tenacia
della povera vedova. Come dice Gesù all’inizio: “é
necessario pregare sempre, senza stancarsi”, perché Dio è sollecito nel soccorrere
chiunque si rivolga a Lui. Nella preghiera c’incontriamo con Dio e ci uniamo a
Lui. In questa comunione Dio ci dona la sua grazia, ci fa conoscere il suo
disegno di salvezza per ciascuno di noi e ci aiuta ad accoglierlo oltre le nostre richieste, i
nostri desideri ed le nostre attese. A noi la pazienza di verificare nella
realtà la verità di questo messaggio della parabola. Lo dico anche per
esperienza personale.
Il brano si conclude con lo strano interrogativo
di un Gesù allarmato, apparentemente fuori luogo: “Ma il
Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Se consideriamo i
tempi che corrono, ci rendiamo conto che il dubbio di Gesù non è poi così tanto
campato per aria. Molti vivono di fatto come se Dio non esistesse. Pensiamo poi
alle difficoltà che oggi come cristiani abbiamo per trasmettere la fede alle
giovani generazioni, soprattutto in famiglia.
Non è questo il luogo e il momento per
approfondite analisi pastorali. Gesù ci dice che una cosa fondamentale: per
vivere di fede c’è bisogno di una preghiera fatta con cuore aperto e senza
stancarci, così come ha fatto la povera vedova che andava insistentemente a
chiedere giustizia, convinta, prima o poi, di essere esaudita.
Buona Domenica!
don
Marco Belladelli.
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