Pantocrator del Sinai (VI sec.) |
L' "APOSTASIA SILENZIOSA"
Non è il messaggio inquetante dell'ultimo veggente di turno, che per attirare l'attenzione di fedeli tiepidi e pavidi usa immagini apocalittiche, con il sicuro effetto proprio del terrorismo psicologico. E' un documento ufficiale della Chiesa, l'Istrumentum laboris, cioè il documento che servirà come punto
di partenza per la discussione nel Sinodo dell'Ottobre prossimo, a parlare di "APOSTASIA SILENZIOSA". In una Chiesa involuta e burocratica, capace soltanto di isolare sempre più il gregge, fino ad abbandonarlo al suo destino, un gregge ormai senza pastori, che come duemila anni fa evangelicamente suscita la compassione del suo Signore, il risultato non può essere che quello di una apostasia, comunque la si voglia qualificare. Apostasia significa una Chiesa che non crede più in Dio, nella presenza di Gesù Cristo e nei mezzi spirituali di cui il suo Signore l'ha dotata per superare tutte le prove a cui sarebbe stata sotto posta nel corso della storia. Sarà una bella battaglia purificarla per renderla santa, gloriosa e senza macchia (Ef 5,26ss) come la vuole il suo Sposo celeste. Una battaglia che costerà sangue, come quello dei martiri nelle arene romane. Di seguito il testo interessato:
69. Varie risposte ai Lineamenta hanno cercato di individuare le ragioni del distacco di numerosi fedeli dalla prassi cristiana, una vera “apostasia silenziosa”, nel fatto che la Chiesa non avrebbe risposto in modo adeguato e convincente alle sfide degli scenari descritti. È stato poi constatato l’indebolimento della fede dei credenti, la mancanza della partecipazione personale ed esperienziale nella trasmissione della fede, l’insufficiente accompagnamento spirituale dei fedeli lungo il loro iter formativo, intellettuale e professionale. Si è lamentata una eccessiva burocratizzazione delle strutture ecclesiastiche, che sono percepite lontane dall’uomo comune e dalle sue preoccupazioni esistenziali. Tutto ciò ha causato un ridotto dinamismo delle comunità ecclesiali, la perdita dell’entusiasmo delle origini, la diminuzione dello slancio missionario. Non mancano coloro che hanno lamentato celebrazioni liturgiche formali e riti ripetuti quasi per abitudine, privi della profonda esperienza spirituale, che invece di attirare allontanano le persone. Oltre alla controtestimonianza di alcuni dei suoi membri (infedeltà alla vocazione, scandali, poca sensibilità per i problemi dell’uomo contemporaneo e del mondo attuale), non bisogna sottovalutare tuttavia il «mysterium iniquitatis» (2 Ts 2,7), la lotta del Dragone contro il resto della discendenza della Donna, «contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap 12,17). Per una valutazione oggettiva occorre sempre tener presente il mistero della libertà umana, dono di Dio che l’uomo può adoperare anche in modo sbagliato, ribellandosi a Dio e volgendosi contro la sua Chiesa.
di partenza per la discussione nel Sinodo dell'Ottobre prossimo, a parlare di "APOSTASIA SILENZIOSA". In una Chiesa involuta e burocratica, capace soltanto di isolare sempre più il gregge, fino ad abbandonarlo al suo destino, un gregge ormai senza pastori, che come duemila anni fa evangelicamente suscita la compassione del suo Signore, il risultato non può essere che quello di una apostasia, comunque la si voglia qualificare. Apostasia significa una Chiesa che non crede più in Dio, nella presenza di Gesù Cristo e nei mezzi spirituali di cui il suo Signore l'ha dotata per superare tutte le prove a cui sarebbe stata sotto posta nel corso della storia. Sarà una bella battaglia purificarla per renderla santa, gloriosa e senza macchia (Ef 5,26ss) come la vuole il suo Sposo celeste. Una battaglia che costerà sangue, come quello dei martiri nelle arene romane. Di seguito il testo interessato:
69. Varie risposte ai Lineamenta hanno cercato di individuare le ragioni del distacco di numerosi fedeli dalla prassi cristiana, una vera “apostasia silenziosa”, nel fatto che la Chiesa non avrebbe risposto in modo adeguato e convincente alle sfide degli scenari descritti. È stato poi constatato l’indebolimento della fede dei credenti, la mancanza della partecipazione personale ed esperienziale nella trasmissione della fede, l’insufficiente accompagnamento spirituale dei fedeli lungo il loro iter formativo, intellettuale e professionale. Si è lamentata una eccessiva burocratizzazione delle strutture ecclesiastiche, che sono percepite lontane dall’uomo comune e dalle sue preoccupazioni esistenziali. Tutto ciò ha causato un ridotto dinamismo delle comunità ecclesiali, la perdita dell’entusiasmo delle origini, la diminuzione dello slancio missionario. Non mancano coloro che hanno lamentato celebrazioni liturgiche formali e riti ripetuti quasi per abitudine, privi della profonda esperienza spirituale, che invece di attirare allontanano le persone. Oltre alla controtestimonianza di alcuni dei suoi membri (infedeltà alla vocazione, scandali, poca sensibilità per i problemi dell’uomo contemporaneo e del mondo attuale), non bisogna sottovalutare tuttavia il «mysterium iniquitatis» (2 Ts 2,7), la lotta del Dragone contro il resto della discendenza della Donna, «contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap 12,17). Per una valutazione oggettiva occorre sempre tener presente il mistero della libertà umana, dono di Dio che l’uomo può adoperare anche in modo sbagliato, ribellandosi a Dio e volgendosi contro la sua Chiesa.
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