Ancora martiri cristiani
Boko Haram… chi era costui? viene da dire alla
maniera di don Abbondio che si interrogava circa l’identità del filosofo greco
Carneade. Boko Haram è un nome a cui purtroppo dovremo fare l’abitudine, per la
frequenza con cui in questi primi giorni del 2012 è salito alla ribalta delle
cronache. Così infatti si chiama il gruppo terroristico, legato ad al Qaeda,
responsabile degli attentati contro i cristiani durante la celebrazione della
S. Messa nel giorno di Natale, lo scorso 25 Dicembre in Nigeria, con 110 morti,
senza contare i numerosi feriti. Quest’anno i terroristi non si sono limitati
ad attentati nelle solite città delle regioni settentrionali del paese
africano, dove la frequenza di questi vili atti è quasi quotidiana, ma hanno
colpito anche la chiesa di Santa Teresa nella capitale, Abuja, causando la
morte di 35 persone e il ferimento di 50. Questo
gruppo terroristico, attivo dal 2002, si propone di imporre la shari’a, cioè la
legge islamica derivata dal Corano, in tutto il paese, incominciando dal nord a
maggioranza islamica. Il 2 Gennaio scorso hanno lanciato un ultimatum contro i
cristiani, perché entro tre giorni abbandonassero le regioni settentrionali del
paese. Non avendo ottenuto soddisfazione alle loro richieste, hanno scatenato
una nuova serie di attentati con altre decine di morti. Dietro questa falsa
guerra di religione, si nascondo antichi odii tribali e nuovi interessi
economici. La Nigeria conta 160 milioni di abitanti e oltre ad essere il paese
più popoloso dell’Africa, è anche il maggiore produttore di petrolio di tutto
il continente. Una ricchezza di cui soltanto le briciole viene suddivisa tra la
popolazione, e che da decenni è all’origine di una conflittualità che sembra
non aver mai fine, né confine. Coloro che più di tutti pagano le conseguenze
più gravi di questa violenza senza quartiere sono i cristiani, diventati facili
bersagli, quando inermi si raccolgono pacificamente nelle chiese per le loro
celebrazioni.
Purtroppo
le persecuzioni contro i cristiani non si fermano alla Nigeria. In un recente
rapporto del Pew Forum, pubblicato dall’ “Economist”,
risulta che il XXI secolo sia iniziato nel segno dei “leoni” e delle
“catacombe” come nel secondo e terzo secolo d. C. Oggi i cristiani sono due
miliardi e 200 milioni e poiché aumentano di numero soprattutto nelle aree
geografiche più calde del pianeta, cresce di pari passo anche il numero dei
fedeli di Gesù vittime di violenze. In Iran e in Pakistan molti battezzati sono
nel braccio della morte, accusati di apostasia e blasfemia per aver abbandonato
l’Islam. In Indonesia, il paese più mussulmano del mondo, con molta frequenza vengono
attaccate o chiuse delle chiese. In Iraq, dopo lo scoppio della guerra sono
fuggiti due terzi della popolazione cristiana. Anche in Egitto e in Siria lo
zelo mussulmano minaccia di far scomparire una presenza antica, che risale ai
tempi apostolici. Ma non è solo l’Islam a minacciare il Vangelo. In Cina e in
Vietnam sono i regimi comunisti, in India sono i fondamentalisti indù, mentre
in Israele è lo stesso governo ad invadere le proprietà della Chiesa per
impedire la crescita e lo sviluppo delle comunità cristiane. Anche quando non
abbiamo a che fare con vere e proprie guerre di religione, o con le violenze
terroristiche, come nel caso della Nigeria, le brutalità usate contro i
cristiani non sono meno mortificanti, e comunque sempre finalizzate al loro
allontanamento. Nel tradizionale discorso d’inizio anno al corpo diplomatico
accreditato presso la Santa
Sede , Benedetto XVI è tornato a denunciare questa grave
situazione, non mancando di sottolineare che anche là dove la Chiesa oggi non è
perseguitata né discriminata, come per esempio in Occidente, viene comunque
emarginata, dileggiata e derisa per i suoi principi etici e per l’affermazione
dei cosiddetti valori “non negoziabili” della vita umana. Anche se l’Occidente
non considerasse più una priorità difendere il Cristianesimo nel mondo, deve
riflettere sul fatto che la negazione del diritto alla libertà religiosa va
sempre di pari passo con la persecuzione di qualsiasi minoranza. Nonostante
tutto, non c’è ragione per farsi intimidire, perché, come diceva Tertulliano,
il sangue dei Martiri è seme di nuovi Cristiani.
don Marco Belladelli.
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