Il Cristo Redentore di Andrea Mantegna (1493) |
IV
Domenica del tempo Ordinario “B”.
Insegnava
loro come uno che ha autorità.
Dal
Vangelo secondo Marco (1, 21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella
sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli
infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e
cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a
rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì
da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Parola del
Signore.
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Dopo l’annuncio del regno di Dio e la sua
inaugurazione con la chiamata dei primi quattro Apostoli, Marco ci racconta una
giornata tipo del ministero di Gesù. Siamo a Cafarnao, è sabato e, in ossequio
alle tradizioni ebraiche, si reca in sinagoga dove si mette a insegnare. I
presenti rimangono “stupiti” per la
sua “autorità”, tanto diversa da
quella degli scribi. Improvvisamente, un uomo posseduto da un demonio lo aggredisce
verbalmente: “Che vuoi? Sei venuto a
rovinarci?”, rivelando pure pubblicamente la sua identità: “Tu sei il santo di Dio!”, per metterlo
in difficoltà di fronte al suo uditorio. Gesù ordina al maligno di tacere e lo
scaccia, liberando l’uomo che ne era schiavo. Un esorcismo in piena regola, che
lascia gli astanti ancora più sconcertati. Dopo quanto avevano ascoltato, ora lo
sono per ciò che è accaduto davanti ai loro occhi: “Un insegnamento nuovo, dato con un’autorità. Comanda persino agli
spiriti impuri e gli obbediscono!”. Insieme
con loro, anche noi tocchiamo con mano la straordinaria novità del regno di Dio
che si manifesta al mondo. Gesù non è un semplice interprete della legge, come lo erano gli scribi. Nel suo
insegnamento si riconosce l’autorità stessa di Dio, perché egli è la “Parola fatta carne” in persona. L’esorcismo viene
a confermare questa verità e realtà. Con chi abbiamo a che fare? Che cosa
significa che Gesù insegna con la stessa autorità di Dio? Il Vangelo non è una
affascinante filosofia che seduce la nostra mente e i nostri sentimenti,
neppure una semplice dottrina morale e né tanto meno un’illusoria promessa di
un futuro migliore. La Parola di Gesù è in tutto e per tutto uguale a quella Parola
che ha dato origine al Creato: “Dio disse”(Gen
1,3). Oggi Dio si rivolge a noi, come a degli amici, perché abbiamo la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Detto questo, rimane
molto difficile rappresentare alla coscienza dell’uomo di oggi l’esperienza
concreta dell’autorità divina. Nel contesto relativista e soggettivista in cui
viviamo, non c’è proprio niente che possa vincolare il nostro “io”, se non la nostra libera scelta.
Anche questa però mai in assoluto e per sempre. Questo è il risultato di un
grave abbaglio del mondo moderno, che ha trasformato la libertà individuale da
condizione a fine del vivere umano. Un equivoco che ci rende refrattari a
qualsiasi autorità. A mala pena si tollerano le norme che regolano il nostro
vivere civile. La Parola di Dio è di tutt’altra natura. Dice Marco che tutti furono presi da timore. Si tratta
di quel santo timore di Dio, per il quale sappiamo riconoscere Dio, la sua
onnipotenza e la misericordia con cui si china su di noi per amarci e liberarci
dal male.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli
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