lunedì 19 settembre 2011

I SEGNI DELLO SPIRITO - Ottobre 2011

Madrid 2011 e i papaboys di B. XVI
Non era poi così scontato che alla fine tutto si risolvesse in un successo per Benedetto XVI, alla sua terza GMG. Aveva cominciato a Colonia nel 2005, a pochi mesi dalla sua elezione. C’era molta attesa attorno a lui, perché si trattava della sua prima uscita pubblica, tra l’altro proprio in Germania. Gli osservatori erano più curiosi di vedere come se la sarebbe cavata negli appuntamenti ufficiali, che non nei momenti salienti dell’incontro con i giovani.
Di Sidney 2008 ricordo soltanto un’affermazione fatta dal Papa stesso il 22 Dicembre di quell’anno, nel discorso di auguri alla Curia Romana, durante il quale abitualmente si sofferma ad analizzare gli appuntamenti più importanti dei mesi precedenti. A proposito della GMG di Agosto disse: “Analisi in voga tendono a considerare queste giornate come una variante della moderna cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star. Con o senza la fede, questi festival sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e così si pensa di poter rimuovere la questione su Dio.”. Una risposta a chi aveva evidenziato una certa difficoltà di Ratzinger ad entrare in sintonia con il mondo giovanile, contrariamente a quanto invece succedesse con il beato Giovanni Paolo II, al quale bastava improvvisare un gesto originale o una battuta al momento giusto per catalizzare l’attenzione di milioni di persone.
La XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTù di Madrid 2011 si è conclusa invece a suon di record. Le cronache parlano di numeri mai raggiunti. Alla santa Messa di Domenica hanno partecipato più di due milioni di persone, superando l’assemblea della famosa GMG di Roma nell’anno del Grande Giubileo del Duemila. I giovani presenti tra il 16 e il 21 Agosto provenivano da oltre 180 paesi. Altri numeri parlano di oltre 14.000 sacerdoti e 744 Vescovi, in mezzo alla moltitudine di giovani. Tanta gente venuta da tutto il mondo nella laicissima Spagna di Zapatero per pregare e riflettere sul Vangelo. La Spagna dei matrimoni gay e delle libertà individuali, trasformata negli ultimi anni in un vero e proprio paese dei balocchi per i gaudenti di tutto mondo, dove ogni cosa sembrava essere improntato al piacere e alla libertà del singolo. Nonostante le manifestazioni degli indignados dei primi giorni, tutto si è svolto nella massima serenità. La vera grande novità è stato quel filing tanto speciale, creatosi tra Benedetto XVI e i giovani, non ipotizzabile fino a pochi giorni prima. Il Papa ha parlato a loro, e loro lo hanno ascoltato. Sabato sera, quando durante la veglia è scoppiato un furioso temporale, il Pontefice ha interrotto la sua omelia e, ai collaboratori che volevano portarlo in un luogo più riparato, ha risposto: “Io resto qui con i giovani”. E’ rimasto infatti straordinariamente edificato dal loro esempio, che nonostante l’acqua e il vento hanno continuato a pregare in silenzio, in adorazione della santissima Eucaristia. Ecco perché l’immagine più significativa di questa GMG spagnola rimane quella della veglia notturna di sabato 20 Agosto all’aeroporto militare di Cuatro Vientos, con un milione e mezzo di persone in ginocchiate in silenzio davanti al Santissimo Sacramento. Nell’udienza di mercoledì 24 Agosto, per riassumere quanto aveva vissuto a Madrid nei giorni precedenti Benedetto XVI ha usato l’immagine di “una vera cascata di luce” e poi ha aggiunto: “Ringrazio Dio per questo dono prezioso, che dà speranza per il futuro della Chiesa: giovani con il desiderio fermo e sincero di radicare la loro vita in Cristo, rimanere saldi nella fede, camminare insieme nella Chiesa”. Il Papa è rimasto fortemente impressionato dall’entusiasmo con cui i giovani lo hanno accolto: “Rimane in me l'impressione del loro entusiasmo, di una fede giovane, e piene di coraggio per il futuro, di volontà di servire così l'umanità”. Insomma, possiamo affermare che è nata la nuova generazione dei Papaboys di B. 16, come lo chiamano familiarmente loro. Una generazione fatta di ragazzi tra i 18 e i 25 anni, quelli nati nel tempo della multimedialità, con il cellulare in mano e la testa nel computer. Anche loro sentono la chiamata di Gesù e ne sono affascinati.  Il loro entusiasmo è un segno di speranza per il futuro della Chiesa e del mondo intero.
Don Marco Belladelli.

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