lunedì 1 settembre 2025

Il conflitto israelo-palestinese

Gaza City oggi 

LO SCANDALO DELL'OCCUPAZIONE DI GAZA CITY

A proposito di quanto sta succedendo a Gaza City in questi giorni, di fronte alla profonda indignazione degli uomini di buona volontà, alle domande senza risposta per tanta violenza e alle manifestazioni di proteste che si moltiplicano in tutto il mondo, senza minimamente smuovere le autorità israeliane dai

loro propositi di occupazione e distruzione di quel territorio, vorrei offrire una chiave di interpretazione biblica, con un brano tratto dal Libro di Giosuè, l'uomo scelto da Dio per succedere a Mosè e guidare il popolo d'Israele nella conquista della "terra promessa". 

Dal libro di Giosuè (6,15-20). 

Il settimo giorno si alzarono allo spuntare dell'alba e girarono intorno alla città sette volte, secondo questo cerimoniale; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. 16Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: "Lanciate il grido di guerra, perché il Signore vi consegna la città. Questa città, con quanto vi è in essa, sarà votata allo sterminio per il Signore. Rimarrà in vita soltanto la prostituta Raab e chiunque è in casa con lei, perché ha nascosto i messaggeri inviati da noi. 18Quanto a voi, guardatevi da ciò che è votato allo sterminio: mentre operate la distruzione, non prendete nulla di ciò che è votato allo sterminio, altrimenti rendereste votato allo sterminio l'accampamento d'Israele e gli arrechereste una disgrazia. 19Tutto l'argento e l'oro e gli oggetti di bronzo e di ferro sono consacrati al Signore: devono entrare nel tesoro del Signore".
20Il popolo lanciò il grido di guerra e suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba e lanciò un grande grido di guerra, le mura della città crollarono su se stesse; il popolo salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e si impadronirono della città. 21Votarono allo sterminio tutto quanto c'era in città: uomini e donne, giovani e vecchi, buoi, pecore e asini, tutto passarono a fil di spada.

Il tema dello "sterminio", più volte richiamato nel brano citato, doveva preservare Israele dalla influenza dei costumi di vita praticati dai popoli cananei che abitavano la Palestina a quel tempo, soprattutto dalla contaminazione dei loro culti e quindi dal pericolo dell'idolatria, peccato con cui si trasgrediva al primo dei 10 Comandamenti: "Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio di fronte a me", la cui gravità consiste nel venire meno all'alleanza del monte Sinai: "Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo". Per sottolineare la rilevanza del rispetto dello "sterminio", ricordo che perfino il re Saul fu rigettato da Dio perchè non ha rispettato questo obbligo, riservando dal bottino delle sue conquiste alcune pecore da immolare in sacrificio al Signore: "Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: "Va', vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti". Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?" (1 Sam 15,18-19). Sembrava una buona ragione, ma invece il profeta Samuele lo rimprovera duramente, ricordando che il sacrificio più gradito al Signore è l'obbedienza alla sua parola. 

Venendo a noi e ai nostri giorni, di fronte alla minaccia di chi vuole cancellare lo Stato d'Israele dalla geografia del Medio Oriente, la reazione degli Israeliani è altrettanto dura e sproporzionata, tanto da essere loro per primi a voler annientare tutti coloro che ritengono loro nemici, oltre ogni buona regola di pacifica convivenza e contro ogni principio del diritto internazionale, insomma una nuova forma di "stermino", dove niente e nessuno viene risparmiato, come se il tempo si fosse fermato a oltre tremila anni fa.      

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