mercoledì 5 marzo 2025

Il Vangelo della salute del 09/03/2025

Icona delle tentazioni di Gesù, chiesa della Santa Famiglia - Perugia

I Domenica di Quaresima “C”

Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo

Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. Parola del Signore.

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Siamo in Quaresima, con l’imposizione delle ceneri, segno dell’austerità con cui vogliamo vivere questi quaranta giorni di penitenza e di rinnovamento spirituale, è cominciato per i cristiani il “cammino di vera conversione” (preghiera dell’imposizione delle ceneri). La 1° Domenica di Quaresima propone sempre il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, quest’anno naturalmente nella redazione di San Luca. Tutti e tre i sinottici sono concordi nel collocare questo avvenimento dopo il battesimo al Giordano e nel mettere in evidenza che è lo Spirito Santo a “guidare” Gesù nel deserto, perché si misuri con satana prima dell’inizio del suo ministero. Nella genealogia, inserita tra il racconto del battesimo e quello delle tentazioni, Luca ha presentato Gesù come il nuovo Adamo (cfr. 3,23-38), che, come il primo uomo, deve essere messo alla prova nella sua fedeltà a Dio. Con il peccato originale l’uomo si è sottratto dallo sguardo benevolo e provvidente di Dio: “il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,9-10), e tutto nella sua vita è diventato più difficile e complicato.

Per il contenuto delle tentazioni Luca invece fa riferimento al Deuteronomio, raccolta di riflessioni mosaiche sull’alleanza del popolo d’Israele con Dio, sul valore della legge e sui quarant’anni passati nel deserto per la sua infedeltà: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.” (Deut 8,2ss). Gesù è il nuovo Israele che supera la prova del deserto, come appare dalla risposta alla prima tentazione: “Non di solo pane vivrà l'uomo”. Luca dice che Gesù “non mangiò nulla in quei giorni”. Com’è possibile restare così a lungo senza alimentarsi? Perché l’uomo non vive soltanto del pane quotidiano, egli non è solo carne, ma anche spirito. Quella di Gesù non è una risposta imparata sui libri, ma vissuta in prima persona durante tutto il tempo della sua missione terrena. Nella seconda prova il diavolo tenta Gesù con la cupidigia del potere e della gloria umana di cui si finge il depositario per la situazione che si è determinata dopo il peccato originale. E’ ancora la Parola di Dio a sostenere Gesù: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”(Deut 6,13). Secondo satana gloria e potere, svincolati da ogni regola e limite, sono i presupposti della felicità terrena, perché ti permettono di soddisfare ogni desiderio, bisogno e necessità individuale. Gesù invece c’insegna a vivere in comunione con Dio, per mezzo della preghiera e dell’affidamento di tutta la nostra vita nelle sue mani. Il giorno di festa dei cristiani si chiama Domenica, “giorno del Signore”, perché soltanto Dio, il Signore, è la nostra libertà, la nostra gloria e la nostra forza. Con la terza tentazione (seconda in Matteo) ci spostiamo a Gerusalemme, dove avverrà anche lo scontro finale, annunciato nella conclusione: “il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato”, uno scontro che sarà ben più aspro di quello nel deserto, perché durante la passione il demonio infierisce con tutta la violenza di cui è capace su Gesù, nel tentativo di indurlo all’infedeltà nei confronti di Dio Padre e così vanificare l’evento fondamentale della salvezza. Riportando alcuni versetti del salmo 91(90), satana invita Gesù al gesto plateale di lanciarsi nel vuoto per vedere, come sta scritto, se Dio avrebbe mandato gli Angeli a soccorrerlo. La risposta è: “Non tenterai il Signore Dio tuo”. Gesù respinge anche questa insidia, quella cioè di un Figlio di Dio che si aggira per il mondo come un privilegiato, coccolato dagli Angeli. La risposta si rifà ancora una volta al testo di Deuteronomio (6,16), dove si evocano situazioni come quelle di Massa nel deserto, quando con un ricatto il popolo tentò di forzare la mano a Dio, per costringerlo ad adeguarsi ai desideri umani. Quante volte vorremmo che Dio facesse la nostra e non la sua volontà. Nelle risposte alle tre tentazioni, Gesù ci indica il valore ed il significato del nostro cammino quaresimale: un tempo in cui nutrirci della Parola di Dio, per rafforzare la nostra comunione con Dio per mezzo della preghiera e della penitenza, e per arrivare ad una obbedienza/fedeltà a Dio simile a quella di Gesù, il quale umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” (Fil 2,8), fedeltà a cui invece vennero meno prima Adamo ed Eva e poi il popolo d’Israele.

Buona Quaresima!

 don Marco Belladelli.

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