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Icona delle tentazioni di Gesù, chiesa della Santa Famiglia - Perugia |
I Domenica di Quaresima “C”
Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo
Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di
Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel
deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei
giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se
tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose:
«Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. Parola del Signore.
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Siamo in Quaresima, con l’imposizione delle ceneri, segno dell’austerità con cui vogliamo vivere questi quaranta giorni di penitenza e di rinnovamento spirituale, è cominciato per i cristiani il “cammino di vera conversione” (preghiera dell’imposizione delle ceneri). La 1° Domenica di Quaresima propone sempre il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, quest’anno naturalmente nella redazione di San Luca. Tutti e tre i sinottici sono concordi nel collocare questo avvenimento dopo il battesimo al Giordano e nel mettere in evidenza che è lo Spirito Santo a “guidare” Gesù nel deserto, perché si misuri con satana prima dell’inizio del suo ministero. Nella genealogia, inserita tra il racconto del battesimo e quello delle tentazioni, Luca ha presentato Gesù come il nuovo Adamo (cfr. 3,23-38), che, come il primo uomo, deve essere messo alla prova nella sua fedeltà a Dio. Con il peccato originale l’uomo si è sottratto dallo sguardo benevolo e provvidente di Dio: “il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,9-10), e tutto nella sua vita è diventato più difficile e complicato.
Per il contenuto delle tentazioni Luca invece fa
riferimento al Deuteronomio, raccolta di riflessioni mosaiche sull’alleanza del
popolo d’Israele con Dio, sul valore della legge e sui quarant’anni passati nel
deserto per la sua infedeltà: “Ricordati di
tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi
quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere
quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.” (Deut 8,2ss). Gesù è
il nuovo Israele che supera la prova del deserto, come appare dalla risposta
alla prima tentazione: “Non di solo pane vivrà l'uomo”.
Luca dice che Gesù “non mangiò nulla in quei giorni”.
Com’è possibile restare così a lungo senza alimentarsi? Perché l’uomo non vive
soltanto del pane quotidiano, egli non è solo carne, ma anche spirito. Quella
di Gesù non è una risposta imparata sui libri, ma vissuta in prima persona
durante tutto il tempo della sua missione terrena. Nella seconda prova il
diavolo tenta Gesù con la cupidigia del potere e della gloria umana di cui si
finge il depositario per la situazione che si è determinata dopo il peccato
originale. E’ ancora la Parola di Dio a sostenere Gesù: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”(Deut
6,13). Secondo satana gloria e potere, svincolati da ogni regola e limite, sono
i presupposti della felicità terrena, perché ti permettono di soddisfare ogni
desiderio, bisogno e necessità individuale. Gesù invece c’insegna a vivere in
comunione con Dio, per mezzo della preghiera e dell’affidamento di tutta la
nostra vita nelle sue mani. Il giorno di festa dei cristiani si chiama
Domenica, “giorno del Signore”, perché soltanto Dio, il
Signore, è la nostra libertà, la nostra gloria e la nostra forza. Con la terza
tentazione (seconda in Matteo) ci spostiamo a Gerusalemme, dove avverrà anche
lo scontro finale, annunciato nella conclusione: “il diavolo si allontanò da lui
per ritornare al tempo fissato”, uno scontro che sarà ben più aspro
di quello nel deserto, perché durante la passione il demonio infierisce con
tutta la violenza di cui è capace su Gesù, nel tentativo di indurlo
all’infedeltà nei confronti di Dio Padre e così vanificare l’evento
fondamentale della salvezza. Riportando alcuni versetti del salmo 91(90),
satana invita Gesù al gesto plateale di lanciarsi nel vuoto per vedere, come
sta scritto, se Dio avrebbe mandato gli Angeli a soccorrerlo. La risposta è: “Non
tenterai il Signore Dio tuo”. Gesù respinge anche questa insidia,
quella cioè di un Figlio di Dio che si aggira per il mondo come un privilegiato,
coccolato dagli Angeli. La risposta si rifà ancora una volta al testo di
Deuteronomio (6,16), dove si evocano situazioni come quelle di Massa nel
deserto, quando con un ricatto il popolo tentò di forzare la mano a Dio, per
costringerlo ad adeguarsi ai desideri umani. Quante volte vorremmo che Dio
facesse la nostra e non la sua volontà. Nelle risposte alle tre tentazioni,
Gesù ci indica il valore ed il significato del nostro cammino quaresimale: un
tempo in cui nutrirci della Parola di Dio, per rafforzare la nostra comunione
con Dio per mezzo della preghiera e della penitenza, e per arrivare ad una
obbedienza/fedeltà a Dio simile a quella di Gesù, il quale “umiliò se
stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.”
(Fil 2,8), fedeltà a
cui invece vennero meno prima Adamo ed Eva e poi il popolo d’Israele.
Buona Quaresima!
don
Marco Belladelli.
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