William Holman Hunt, Gesù, luce del mondo, 1853/4, Cattedrale di Londra. |
I Domenica di Avvento, “C”
La vostra liberazione è vicina.
Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28,34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla
terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre
gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere
sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». Parola del Signore.
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Un nuovo anno liturgico non è mai la solita minestra riscaldata, ma un rinnovato incontro con i misteri della nostra salvezza, che si ripresentano in tutta la loro attualità a ciascuno di noi nel suo divenire storico, per rivelarci quello che ancora non abbiamo compreso e accolto del Dio Creatore e Salvatore. Nella sua infinita ed operosa misericordia, Dio ci viene incontro nel suo Figlio fatto uomo, in paziente attesa della nostra conversione (cfr. Lc 13,1ss.) e perché nulla vada perduto di quanto è uscito dalle sua mani (cfr. Gv 6,39).
Nel calendario liturgico
romano si inizia sempre dall’Avvento, tempo che comprende le quattro domeniche
precedenti il 25 Dicembre, fino alla vigilia di Natale. Lo caratterizzano due
segni particolari, il colore violaceo
dei paramenti e degli arredi sacri e la ormai tradizionale corona dell’avvento, formata
da rami di sempreverde intrecciati e da quattro candele, che verranno accese
una dopo l’altra, di domenica in domenica, per scandire le tappe di
avvicinamento alla festa di Natale.
L’antifona d’ingresso della
1° Domenica sintetizza i temi della
spiritualità dell’Avvento: “A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio,
in te confido: che io non sia confuso.”(Sal 25,1s). Da
secoli la Chiesa ricomincia ogni anno il proprio cammino da questo commovente
slancio di elevazione spirituale, nel quale rivela tutta la sua dipendenza da
Dio, da lui ha origine e vive unicamente e totalmente per Dio e in Dio. Nella
grazia dell’elevazione la nostra vita
s’incontra con la presenza di Dio e la sua azione salvifica. Basta fuggire! …
per nascondersi e sottrarsi allo sguardo di Dio, come hanno fatto Adamo ed Eva
nel paradiso terrestre (Gen 3,9-10). E’ il momento di andare incontro al
Signore e di fissare il nostro sguardo sul suo volto, senza paura, per
acquisire una nuova consapevolezza di se stessi, così come Dio ci ha pensato e come
ancora neppure noi ci conosciamo. La preghiera ci permette di stare davanti a
Dio come figli, di riconoscere colui che viene nel nome del Signore, di
elevarci nell’incontro e, soprattutto, di attenderlo vigilanti per la sua
ultima manifestazione. Contemplando il mistero della venuta del Verbo divino
nell’umiltà della carne, con tutta la Chiesa impariamo ad accoglierlo, quando
tornerà glorioso alla fine dei tempi. L’Avvento è per eccellenza il tempo della
Speranza nel quale guardiamo con fiducia al futuro come al compimento delle
promesse, saldi nella fede, nel nostro rapporto con Dio e confortati dai doni
di grazia di cui già oggi godiamo.
Oggi inizia l'anno
"C", nel quale la liturgia ci propone la lettura del Vangelo di Luca.
In Avvento ogni Domenica ha un suo tema specifico, quello di oggi è un forte
richiamo alla “vigilanza”, e in tutti e tre i cicli si comincia sempre dal
discorso escatologico di Gesù nel tempio di Gerusalemme prima della passione. Gli
eventi catastrofici e terrificanti che precederanno la fine dei tempi, di cui si
parla nel brano evangelico odierno,
saranno
spaventosi e causa di morte soltanto per chi non conosce Dio e per i pagani,
mentre per chi crede, cioè per i cristiani, sarà il momento del riscatto
dall’oppressione dei pagani: “alzatevi e levate il capo” perché
“la
vostra liberazione è vicina”, dice il Signore. La storia è
incamminata verso la salvezza, che viene dall’alto e non dagli uomini, e più passa il tempo e più si avvicina il
momento della venuta del Figlio dell’uomo “con potenza e gloria grande”. L’attesa
è per ogni cristiano una crescita, nella quale è necessario evitare qualsiasi
forma di rilassamento, come ci ammonisce oggi Gesù: “State bene attenti”
a non cadere schiavi degli inganni del mondo, per non essere colti di sorpresa
dalla venuta del Figlio dell’uomo. La nostra vita sia sobria, essenziale e non
affannosamente congestionata dalla vacua ricerca di piaceri, onori e ricchezze per
soddisfare il nostro egoismo, ma attendiamo il Signore vigilanti nella preghiera. Come
dice S. Paolo nella seconda lettura, cresciamo nell’amore vicendevole e verso
tutti, perché il Signore alla sua venuta ci trovi saldi e irreprensibili nella
sanità della vita. Un messaggio chiaro quello dell’Avvento, il Signore viene a
noi ogni giorno nell’ascolto della parola, nella preghiera e nella sobrietà della
vita per la gioia del cuore, una prossimità che ci aiuterà a riconoscerlo
quando verrà a bussare alla nostra porta (cfr. Ap 3,20). All’augurio di una buona
Domenica, unisco oggi quello di un “buon Avvento!”.
don Marco Belladelli.
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