Anthonis van Dyck (1599-1641), Apparizione di Cristo agli Apostoli (Incredulità di Tommaso), 1625 ca |
II Domenica di Pasqua “B”
e della Divina Misericordia.
Otto
giorni dopo, venne Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,
19-31
La
sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del
luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette
in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco.
E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io
mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A
coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non
perdonerete, non saranno perdonati».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.
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La
seconda Domenica di Pasqua, detta anche “in albis”,
era il giorno in cui i neo battezzati della notte del sabato santo deponevano
la veste bianca battesimale (in albis deponendis), ricevuta nella
celebrazione della veglia pasquale. Oggi la Chiesa conclude la grande
celebrazione della Pasqua, protrattasi per tutta la settimana, è come se il
tempo si fosse fermato al giorno di pasqua e abbia avuto inizio una nuova era, quella
dell’ottavo giorno, il giorno senza tramonto. Il “tempo pasquale” si conclude
con la Pentecoste, quando lo Spirito Santo, lo Spirito del risorto, verrà
effuso sulla Chiesa e sul mondo.
Dopo
otto giorni gli Apostoli sono ancora riuniti nel cenacolo, quando appare loro di
nuovo Gesù, con le stesse modalità del giorno di Pasqua: “Venne Gesù, a porte chiuse, si
fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»”. L’ “ottavo giorno”
diventa per la Chiesa così il “dies dominicus”, cioè il giorno del Signore, la Domenica, il
giorno in cui i credenti, riuniti a celebrare l’eucaristia, incontrano il
Signore risorto e si uniscono in comunione con lui, il Salvatore del mondo. Con
la sua risurrezione Gesù ha raggiunto la fine del mondo, portando con sé la vita
di tutti i mortali, di ieri e di domani. E’ iniziato il tempo di Dio, il tempo escatologico
nel quale tutto verrà progressivamente ricapitolato in Cristo, fino a quando
egli consegnerà il Regno al Padre. La risurrezione si impone come una
condizione definitiva e differente, nel bel mezzo del mondo vecchio che
continua ad esistere.
L’apostolo Tommaso, assente alla prima apparizione
di Gesù nel giorno di Pasqua, è suo malgrado il protagonista del testo del
Vangelo di oggi, rifiutandosi di credere alla testimonianza degli altri dieci: “«Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse
loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel
posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò»”. Più
che un dubbio, nel senso psicologico del termine, egli esprime una esigenza, in
quanto Apostolo, per la missione alla quale è stato chiamato da Gesù stesso non
poteva essere escluso da un’esperienza tanto fondamentale, quale quella della
risurrezione (cfr Atti 1,21-22). Come avrebbe potuto annunciare autorevolmente il
Cristo risorto insieme a tutti gli altri Apostoli, senza farne esperienza?
La
beatitudine di coloro che credono senza aver visto, si fonda proprio sulla
testimonianza apostolica e trova nel comune atto di fede: “mio Signore e mio Dio!”, il punto d’incontro.
Il
cuore di Gesù, nel quale il Signore stesso ci invita a mettere la nostra mano
per non essere più increduli, è la fonte inesauribile della divina Misericordia
che si riversa sulla terra, per attirare tutti gli uomini a sé. L’acqua ed il
sangue fuorusciti da quel cuore, squarciato dalla lancia (cfr Gv 19,33-34),
sono simboli dei sacramenti della Chiesa.
Tutte
le volte che entrando in chiesa mettiamo la mano nell’acquasantiera per farci
il segno della croce, ricordiamoci di questo invito del Signore risorto a toccare
quel costato squarciato per immergerci nell’amore misericordioso di Dio e
riconoscere il Cristo risorto, sempre vivo e presente in mezzo a noi, ravvivando
la grazia del nostro battesimo.
Ancora
Buona Pasqua!
don Marco Belladelli.
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