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Martire sbranato dai leoni, mosaico, II sec. [Museo di El Djem, Tunisia] |
XII Domenica del Tempo Ordinario, “A”
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (10, 26-33).
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze.
abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore.
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Il brano odierno è la continuazione del discorso
missionario, il cui inizio è stato proposto la scorsa Domenica.
Dopo il mandato agli apostoli e le istruzioni su come svolgere la missione (vv.
9-15), Gesù li prepara ad affrontare le persecuzioni (vv. 16-25) e, se fosse necessario,
anche con il sacrificio della vita. Con il “Non abbiate paura”,
ripetuto per ben tre volte, oggi Gesù contrappone le logiche umane a quelle
divine.
Non bisogna aver paura di chi ostacola
l’annuncio del Vangelo e perseguita i missionari, perché verranno giorni nei
quali si potrà predicare apertamente, in pubblico e senza nessun timore. Il Vangelo non è un messaggio esoterico, per
iniziati o per gruppi ristretti, ma per tutti gli uomini e nulla di quello che
Gesù ha rivelato agli Apostoli deve rimanere nascosto. Anche il semplice annuncio ha un suo effetto
positivo, illuminante e benefico su chi lo proclama e su chi lo ascolta, perché
“parola di Dio” (cfr. Gv 1,13) e non
umana, parola dalla “forza creatrice”,
che non ritornerà a Dio senza aver realizzato il fine per cui è stata mandata
(cfr. Is 55,10ss). Il secondo e il terzo “non abbiate paura” riguardano la possibilità concreta del martirio per chi
annuncia il Vangelo. Gesù dice che non dobbiamo temere gli uomini, che possono uccidere
soltanto il corpo, ma dobbiamo
temere Dio che può precipitare nell’inferno sia il corpo che l’anima. La
contrapposizione è tra chi può soltanto causare la morte fisica e chi invece
può procurarci la rovina eterna. Il timore di Dio aiuta a superare la paura
degli uomini e della morte. Il missionario deve
avere dentro di sé la certezza di poter sempre trovare rifugio in Dio, perché la
sua vita vale molto più di qualsiasi altra creatura sulla terra. Sull’esempio
delle creature più semplici, la confidenza nella divina provvidenza ci fa
capire che nella vita niente è mai a caso, ma tutto ha un significato,
perché Dio tiene tutto nelle sue mani e
guida gli eventi con saggezza e bontà. L’ultimo pensiero è per la salvezza e il
giudizio finale, che non sono un atto discrezionale di Dio, ma dipendono
dall’atteggiamento che abbiamo assunto nei confronti di Gesù, conseguenza del
nostro rapporto con lui: “chiunque mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece
mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio
che è nei cieli”. Chi vuole
impegnarsi nella missione evangelica, sappia che non è ammessa nessuna forma di
tiepidezza (Ap 3,16). Non c’è situazione restrittiva o repressiva che possa
impedire l’annuncio del Vangelo, anche a costo della vita. Ai nostri giorni è
sufficiente il rispetto umano e un po’ di timidezza compiacente per cedere ai
compromessi del ‘politicamente corretto’
e sentirsi dispensati da qualsiasi forma di annuncio. Anche oggi però non mancano
sia persecuzioni che esempi di luminose testimonianze. Il secolo scorso è stato
segnato dal sangue di 45 milioni di martiri, morti ammazzati in disprezzo alla
fede cristiana. Nel suo ultimo rapporto annuale l’Associazione “Open Doors – Porte Aperte” (https://www.porteaperteitalia.org/),
al servizio dei cristiani perseguitati nel mondo, parla di 360 milioni di
cristiani perseguitati, di 5.259 scomparsi e di 5621 uccisi, a cui vanno
aggiunti le decine di cristiani/e ogni giorno abusati sessualmente in odio alla
loro fede. Due straordinarie testimonianze, quella
del Cardinale vietnamita Francois Xavier Nguyen Van Thuan, dal 1975 arcivescovo
di Saigon. Quando le truppe del Nord conquistarono la parte meridionale del
paese, fu imprigionato per 13 anni nei campi di concentramento e di
rieducazione del regime comunista. Nonostante le atrocità subite, in lui non
sono mai venute meno la fede, la speranza e soprattutto la carità verso i
compagni di sventura e gli stessi carcerieri. Per conoscerlo meglio e capire le
parole di Gesù: “non abbiate paura di quelli che
uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima”, consiglio la lettura di “Testimoni della Speranza”, ed. CITTA’ NUOVA. La
seconda testimonianza è quella del Cardinale albanese, Ernest Simoni, per 18
anni arrestato, torturato e costretto ai lavori forzati dal regime comunista di
quel paese, senza mai perdere la fede, anzi, ha continuato a svolgere il suo
ministero sacerdotale anche durante la prigionia. Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
Buona domenica grazie
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