venerdì 12 maggio 2023

Il Vangelo della salute del 14/05/2023

Giulio Cesare Procaccini, “Ultima Cena”, Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, 1616-1618.

VI Domenica di Pasqua “A”

Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI    (14, 15-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola del Signore.

--------------------------------------------------

Oggi Gesù annuncia il dono dello Spirito Santo, compimento della Pasqua ed un evento altrettanto sorprendente e importante per la salvezza dell’umanità. In cambio chiede ai discepoli di amare come lui ci ha amato, fino alla fine. L’esperienza cristiana è essenzialmente carismatica, nel senso che è tutta segnata dalla presenza e dall’opera dello Spirito Santo, senza del quale si ridurrebbe a mera e vuota formalità. Con il dono dello Spirito Santo l’umanità, come il figliol prodigo, ritrova la via del ritorno alla casa del Padre, fino al riconoscimento di Dio come creatore e salvatore. Senza lo Spirito, dopo la Pasqua i discepoli con le loro paure sarebbero tornati ciascuno a casa propria, come stavano per fare i discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13ss), e la Chiesa non avrebbe visto la luce. Con il dono dello Spirito Santo si realizza invece la profezia di Gesù: “quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).

L’annuncio del distacco di Gesù provoca nei discepoli uno scoramento, come se tutto dovesse finire. Attraverso l’osservanza dei comandamenti,  Gesù li invita ad avere fede e ad amare come lui ci ha insegnato, per mezzo del dono dello Spirito Santo da parte del Padre, quale unica e concreta via di salvezza per tutti. L’effusione dello Spirito Santo porta a compimento il piano di salvezza di Dio, iniziato con la creazione e la redenzione. Il brano odierno è la prima delle cinque volte in cui  Gesù durante l’ultima cena parla dello Spirito Santo per  annunciarne la venuta e descriverne l’azione specifica. Gesù stesso prega il Padre perché mandi lo Spirito. Paràclito significa Consolatore, letteralmente avvocato difensore, non tanto nel senso giuridico del termine, ma di colui che ci assiste e ci aiuta, l’esatto opposto di satana, l’avversario. Mentre satana, dopo averci tentato e fatto cadere nel peccato, ci accusa davanti a Dio della nostra infedeltà, il Paràclito si comporta esattamente al contrario, prende le nostre difese, secondo la logica della divina misericordia, e viene “per rimanere con voi per sempre”. Oltre a soccorrerci nelle difficoltà e a sostenerci nelle debolezze e nell’infermità, facendosi garante della nostra fedeltà davanti a Dio, nel “rimanere con voi per sempre” diventa il tramite per la comunione con Gesù e con il Padre. Ecco che cosa significa il “non vi lascerò orfani, verrò da voi” del v. 18. Più avanti Gesù lo chiamerà: “lo Spirito della verità”, sempre in opposizione al diavolo, la cui peculiarità è di essere il principe della menzogna, colui che inganna, manipola e stravolge il valore e il significato della realtà. Questa è anche la ragione per cui il mondo non può ricevere e nemmeno vedere e riconoscere lo Spirito di Dio. Soltanto chi crede potrà riconoscerlo nell’esperienza viva della presenza di Gesù ed essere guidato alla verità tutta intera. Oltre a dimorare in noi e a non farci sentire orfani, lo Spirito ci introduce alla vita di comunione piena con il Figlio e con il Padre, che concretamente significa imparare ad amare come Gesù ci ha amato. Mi spiego con un esempio: quando lavoravo in Ospedale ho incontrato un ragazzo che non dimenticherò mai, non aveva ancora trent’anni e per lui non c’era più niente da fare. Come tanti altri ragazzi della sua età, nell’adolescenza aveva abbandonato la Chiesa per vivere a pieni polmoni tutto quello che la vita gli offriva. Ora è lui a cercarmi, mi accoglie con una gioia che mi imbarazza, come se fossi Gesù in persona. La grave patologia di cui soffre gli impedisce di parlare. Scrive con frenesia su qualsiasi pezzo di carta gli capiti in mano. Mi chiede di aiutarlo ad incontrare Dio e nient’altro, perché ha capito che soltanto Lui può dargli pace e senso a quanto sta vivendo. L’ultima volta che lo vidi era ricoverato in un hospice e lo riconobbi a mala pena, tanto il suo volto era sfigurato dalla malattia. Un calice amaro bevuto fino all’ultima goccia. Da dove gli è venuto quel desiderio di Dio? Chi gli ha aperto il cuore? Chi gli ha dato la forza di non ribellarsi, ma di offrire la sua vita come un atto di amore per la sua famiglia, per chi l’aveva amato, per gli amici … ? 

O Santo Spirito, vieni nel mio cuore, con la tua potenza attiralo a te, o Dio e concedimi carità con timore …”  (S. Caterina da Siena).  Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

1 commento:

  1. Grazie Don Marco .Buona domenica a tutti ❤️🙏

    RispondiElimina