Jacopo Carucci, detto il Pontormo, Cena di Emmaus, 1525, Galleria degli Uffizi - Firenze. |
III Domenica di Pasqua “A”
Lo riconobbero nello spezzare il pane.
DAL VANGELO SECONDO LUCA (24, 13-35)
Ed
ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli]
erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore.
L’indicazione di tempo “In
quello stesso giorno” con cui oggi inizia il brano evangelico,
ci ricorda che siamo ancora al giorno di Pasqua, come se il tempo si fosse
fermato, non però come accadde a Giosuè quando gridò: “Fermati
o sole” (Gs 10,12ss) per sconfiggere definitivamente i nemici
contro cui stava combattendo. Per noi, invece, con la risurrezione del Signore
Gesù è iniziato l’ottavo giorno della settimana, il giorno senza tramonto, una
nuova era che si prolungherà nel tempo fino a quando ogni uomo riconoscerà nel
Signore Gesù risorto, il suo Salvatore (cfr. Ap 1,7). Intanto, nella sua viva
presenza ci accompagna ogni giorno nel nostro cammino terreno, fino a quando
raggiungeremo la casa del Padre.
L’esperienza dei due discepoli, Cleopa e molto probabilmente lo stesso
evangelista Luca, in cammino verso Emmaus è un modello per la fede di chiunque,
in ogni tempo e luogo. La prima parte del racconto è caratterizzato dalla
tristezza e dalla delusione dei discepoli per lo scandalo del venerdì santo e della
croce. La seconda ha come protagonista il misterioso personaggio che
improvvisamente si accompagna al loro cammino, fino a quando sarà riconosciuto
come il Signore risorto.
Come è stato possibile che un uomo così potente in parole ed opere
davanti a Dio e agli uomini potesse essere vittima di un complotto tanto vile e
meschino fino alla morte in croce? La sua fine ingloriosa suscita dubbi anche
sulla sua dignità messianica. Come è possibile continuare a credere in Dio,
nella sua bontà misericordiosa, quando ci si sente oppressi, schiacciati e
ingiustamente mortificati nell’essenza della propria umanità?
La croce, con tutto quello che rappresenta, continua ad essere
l’ostacolo più grande per la fede di chiunque. Sono ancora tanti gli “stolti e lenti di cuore a
credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!”. Sono ancora tanti quelli
che pensano sia meglio il male del bene, che il peccato non causi particolari
conseguenze per la loro vita e neanche per la storia umana. Come pure c’è
ancora chi pensa che sia meglio vivere senza Dio e che l’uomo possa salvarsi da
solo. Sono ancora tanti coloro che, dentro e fuori la Chiesa, non hanno mai
sentito “ardere
il loro cuore” davanti alla Parola di Dio e che non hanno mai sperimentato la grazia
rigenerante dell’incontro personale con Dio.
Ecco perché è sempre attuale e valido per tutti il percorso dei due discepoli
di Emmaus, a cominciare dal riflettere sulla Parola di Dio per comprendere
tutto ciò che Dio ha fatto e continua a fare per noi. Quando sentiremo la mano
di Dio nella nostra vita, è il momento in cui Gesù si avvicina a noi, anche se
ancora non lo riconosciamo. Da qui in avanti il passo è breve. Ci troveremo a
pregare: “Resta con noi, perché si fa sera!”, anche se non l’abbiamo
mai fatto, come se fosse la cosa più naturale del mondo, per godere di una
presenza amichevole e di un rapporto essenziale per la nostra vita a cui non
vorremo mai rinunciare.
L’incontro diventa un dono ancora più grande, qualcosa di assolutamente
inimmaginabile, un’amicizia misericordiosa nella comunione di tutta una vita.
Ecco che cosa significa “si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. Dopo questo incontro, il
Signore potrà anche rendersi invisibile (meglio sarebbe tradurre: “sparì dalla loro vista”), perché una volta
stabilita la relazione con lui vivo e presente, non ci sarà più bisogno di
nessuna nuova conferma sensibile. Alleluia! Quante persone hanno percorso la
stessa strada di Emmaus. Pur se messi in croce, hanno accolto questa Parola,
hanno incontrato il Signore, lo hanno pregato e hanno accolto il dono della
vita senza fine. Buona strada verso Emmaus a tutti!
don Marco Belladelli.
Grazie don buona domenica
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