venerdì 25 novembre 2022

Il Vangelo della salute del 27/11/2022

Michelangelo Buonarroti, Il Diluvio universale, 1509 circa, Affresco, Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano

I Domenica di Avvento - “A”

Vegliate, per essere pronti al suo arrivo 

dal vangelo secondo matteo, (24, 37-44).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

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Il tempo d’Avvento comprende le quattro Domeniche che precedono il 25 Dicembre e si conclude la vigilia di Natale, quando la liturgia annuncia:

Prope est iam Dominus! Venite ad oremus.

Il Signore è ormai vicino! Venite adoriamo.

Il segno caratteristico di questo periodo liturgico è il colore violaceo dei paramenti, a cui recentemente si è aggiunta la ormai tradizionale corona d’Avvento, frequentemente presente anche in luoghi che non hanno niente a che vedere con il culto. Composta da rami di sempreverde intrecciati su cui sono fissate quattro candele, in genere di colore rosso, progressivamente accese una dopo l’altra, di Domenica in Domenica, indica le tappe di avvicinamento al Natale e il cammino interiore di preparazione alla celebrazione del mistero dell’incarnazione.
Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica, il Salmo 25(24) ci apre ai contenuti della
spiritualità dell’Avvento: “A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso”.

Da secoli la Chiesa inizia l’anno liturgico, il nuovo ciclo celebrativo dei misteri della salvezza, e il tempo d’Avvento da questo commovente slancio di elevazione spirituale, nel quale si riconosce assolutamente dipendente da Dio. Essa deve tutto a Dio e vive unicamente e totalmente in Lui e per Lui, secondo la preghiera di San Francesco: “Mio Dio mio tutto”. L’Avvento è per eccellenza il tempo nel quale si evidenzia l’importanza fondamentale del rapporto dell’uomo con Dio, nella sua vitale essenzialità. Ogni celebrazione festiva o feriale è un continuo invito a fissare lo sguardo e tutto il proprio essere unicamente su Dio.

Attraverso un’attenta vigilanza e una quotidiana fedeltà, vissuta nella preghiera e nell’ascolto della Parola di Dio, essa si prepara per un nuovo incontro con il suo Signore. Contemplando il mistero della venuta di Gesù nell’umiltà della carne e attendendo il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi, la Chiesa riscopre la propria origine, la propria natura umano/divina, la sua missione nel mondo e il senso del suo cammino storico come luogo in cui si compie la sua elevazione e glorificazione. Anche se tante volte questo cammino assomiglia più ad un vagabondare o a una carambola senza senso, attraverso di esso ogni anima va incontro al proprio Signore, Salvatore e Redentore, soprattutto come “Sposo”. Un’unione a cui tutti aneliamo per soddisfare il vitale desiderio di comunione che alberga nel profondo del nostro cuore. Nell’Avvento allora celebriamo il mistero del Dio già venuto tra noi, del suo venire ogni giorno incontro a ciascuno di noi e l’attesa della sua ultima e definitiva venuta.

L’esperienza quotidiana della viva presenza del Signore in mezzo a noi, dono dello Spirito Santo, rafforza nel credente il primato della Speranza, confermandolo nella certezza della salvezza operata per noi dal Signore Gesù, infondendo in ogni fedele la forza della sequela quotidiana, il coraggio della testimonianza e accrescendo in ciascuno il desiderio delle realtà future e definitive.

Pur nella diversità dei tre cicli in cui si articola la liturgia festiva: A, B e C , a cui corrisponde la lettura continuata di uno dei tre vangeli sinottici, rispettivamente Matteo, che ci accompagnerà quest’anno, Marco e Luca, ogni Domenica di Avvento propone un tema specifico di riflessione. Quello della prima Domenica è il vegliare.

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Nel brano evangelico di oggi Matteo afferma con forza  che “il Signore verrà!”, anche se non sappiamo quando. Il testo comincia con un esempio dove la venuta improvvisa della salvezza è preceduta da una condotta immorale degli uomini: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo ”. Noè, personaggio lontano nel tempo, diventa straordinariamente attuale per il suo rapporto con Dio. Mentre tutti gli altri uomini continuavano a fare le solite cose di sempre senza senso e non si sono accorti di nulla, Noè aveva intuito che Dio sarebbe intervenuto per interrompere la dissolutezza umana. Per questo ha costruito l’arca e al momento opportuno vi è entrato. La sua fede in Dio è stata il valore aggiunto della sua comprensione delle cose, che ha illuminato le sue scelte e il suo agire, fino ad immaginare quell’intervento divino improvviso a cui i suoi contemporanei non pensavano neppur lontanamente.

Perché non si ripeta la stessa situazione di chi “non si accorse di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti”, dobbiamo vegliare, cioè stare svegli. Come abbiamo già detto, “vegliare significa soprattutto pregare incessantemente senza stancarsi, stare in ascolto della Parola di Dio, ma anche, come dice San Paolo nella lettera ai Romani, comportarsi onestamente, “come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestiti invece del Signore Gesù Cristo, (Rom 13,14).

Come nei giorni di Noè, anche la prossima venuta del Signore sarà nello stesso tempo un momento di salvezza e di giudizio, con cui si realizzerà la definitiva separazione del bene dal male. Dopo non sarà più possibile nessuna giustificazione, nessun “ma”, né “però” … Siamo avvisati! Per questo nel vegliare, insieme alla preghiera e all’ascolto della Parola, è compresa anche la condotta di vita onesta, richiamata nella seconda lettura.

La parabola del ladro è in questo senso molto significativa: quando subiamo un furto, ci rendiamo conto di quanto siamo stati poco accorti ed avveduti. Il monito di Gesù: “Vegliate … tenetevi pronti” non è quindi terrorismo psicologico, ma un preciso invito a fare di Dio il centro della nostra vita, attraverso il vegliare. L’Avvento 2022 è una nuova e straordinaria opportunità che ci viene offerta per crescere nel segno della grazia nel nostro rapporto con Dio fino al “mio Dio, mio tutto!” di francescana memoria. Buon Avvento!

don Marco Belladelli. 

 

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