venerdì 26 agosto 2022

Il Vangelo della salute del 28/08/2022.

Paolo Veronese, Cena in casa di Levi, 1573, Museo dell'Accademia, Venezia.

XXII Domenica del tempo Ordinario “C”

Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca  (14, 1. 7-14).
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”.

Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore.

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Nonostante la forte conflittualità nei confronti dei farisei, anche tra di essi Gesù ha degli estimatori. Uno di loro lo invita a pranzo in giorno di sabato. Il sabato è il giorno del riposo e dell’incontro con Dio, giorno in cui gli Ebrei vanno in sinagoga per pregare, per ascoltare la Parola di Dio e si astengono da ogni lavoro. E’ il giorno della festa e del rinnovamento spirituale, reso ancora più solenne dalla presenza di Gesù. 

Prima del pranzo, circondato dal silenzio ostile dei dottori della legge e degli stessi farisei, Gesù aveva guarito un idropico. Per questa ragione tutti “stavano ad osservarlo”, come se si aspettassero qualche altro gesto clamoroso contro la legge del sabato.

Gesù a sua volta osservava la corsa degli invitati ad occupare i primi posti, i posti migliori. Un incrocio di sguardi che tradisce la diversa intenzionalità di Gesù e dei suoi detrattori, da cui scaturisce l’insegnamento evangelico odierno.

Tra le accuse mosse a Gesù dai farisei c’era quella di essere un profanatore della Legge e delle tradizioni antiche, senza offrire in cambio nulla di altrettanto valido. Ragioni che vanno ad aggiungersi al rifiuto pregiudiziale di accogliere l’annuncio del regno di Dio.

Oggi siamo noi a muovere accuse e i rimproveri contro Gesù per come va il mondo, per tutte le ingiustizie che quotidianamente in esso si compiono senza soluzione di continuità, per la Chiesa, la sua fragilità e contro-testimonianza e per tante altre cose assolutamente inaccettabili per l’uomo di oggi, a cominciare dalla rivelazione di un Dio che non ci soddisfa. Accuse trasformatesi nel tempo in una marginalità per tutto ciò che è religioso, per salvaguardare il vero sviluppo e progresso che viene dalla promozione della cosiddetta cultura dei diritti umani. Poi però nelle difficoltà vorremmo Dio vicino a noi, pronto a intervenire alle nostre necessità … e si ricomincia a pregare.

Con tutto ciò, non ci accorgiamo dello sguardo di Dio su di noi, per il quale siamo come un libro aperto e al quale nulla sfugge della nostra misera condizione, a cui non interessa la nostra brama di onori e vuota vanità. Spesso neanche la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio riescono a scalfire tali desideri, tanto da non accorgerci che siamo commensali di Gesù. Quando ci esorta a metterci all’ultimo posto, il problema che Gesù intende affrontare non è tanto quello del ritenersi superiori o inferiori agli altri, ma quello della necessaria l’umiltà, che ci dispone all’incontro con Dio, come canta Maria nel Magnificat: Dio è Colui che ha guardato all’umiltà della sua serva, Colui che esalta gli umili ed abbatte i superbi.

Il “chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” è legge della Chiesa, nella quale per chi crede si vive sempre alla presenza di Dio. Spetta a Lui scegliere chi deve stare avanti e chi invece deve cedere il posto, e non agli uomini con le loro prevaricazioni e giochi di potere, processi attraverso i quali alla fine si finisce per eludere la divina volontà.

Anche il secondo insegnamento, su chi invitare alla propria tavola, è rivelatore dell’agire di Dio e del suo modo di trattare gli uomini. Questo banchetto fatto di “poveri, storpi, zoppi, ciechi” non è altro che un immagine delle nostre Eucaristie domenicali, alle quali siamo invitati proprio per sopperire alle nostre debolezze, povertà, fragilità e infermità. E beati noi se avremo accolto l’invito di sedere alla sua mensa con il Signore e se a forza di sederci a questa mensa avremo imparato a riconoscerci poveri, storpi, zoppi e ciechi  e ad essere umili come Maria, imparando a scegliere l’ultimo posto. Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

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