Predicazione di Gesù, Mosaico, Cattedrale di Praga. |
XIX Domenica del tempo Ordinario “C”
“Anche voi tenetevi pronti”
Dal Vangelo secondo
Luca (12,32-48).
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore.
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Siamo sempre in viaggio con Gesù verso Gerusalemme. Ovviamente non si tratta un viaggio di piacere, né di una rilassante vacanza con tanta voglia di evasione e densa di attese il più delle volte andate deluse. In vacanza sarebbe già importante riuscire a riposare davvero e recuperare le energie necessarie per ripartire, un tempo nel quale ritrovarsi per stare meglio con se stessi da tutti i punti di vista. Auguro a tutti i miei quindici lettori “Buone vacanze”, a chi le ha già fatte, a chi le sta facendo, a chi le deve ancora fare e anche a quelli che non le faranno.
Tornando al viaggio di Gesù, egli ci porta con sé verso Gerusalemme per formarci secondo il suo cuore e la sua mente, per fare di noi i suoi discepoli, dei veri cristiani. Non dei musoni, né dei moralisti bacchettoni, ma persone gioiose e “serie”, cioè consapevoli delle nostre debolezze e fragilità, ma altrettanto consapevoli che con lui niente è impossibile.
Essere dei cristiani seri vuol dire vivere della fede che salva. Con lui possiamo affrontare qualsiasi problema, senza averne paura. Un cambiamento che traspare dal nostro modo di essere e di vivere. Una novità che invoglia all’imitazione. Allora seguiamolo.
Continuando il discorso di Domenica scorsa, cioè sull’arricchirsi davanti a Dio, Gesù ci invita ad usare le ricchezze per fare l’elemosina e accumulare tesori nel cielo. Così facendo saremo sempre senza soldi, ma in compenso avremo Dio con noi: “perché dov’ è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. La vera ricchezza consiste nell’accogliere il Regno di Dio: perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il regno. L’alternativa? Vivere con avidità accumulando beni materiali che prima o poi dovremo abbandonare.
Nel seguito del brano Gesù ci insegna come sia possibile avere un cuore sempre rivolto a Dio e distaccato dalle ricchezze, sviluppando sostanzialmente tre aspetti: essere sempre pronti e vigilanti in attesa del Signore; il quale viene per servirci e non per essere servito; e, una volta conosciuta la volontà di Dio, è da sciocchi non seguirla.
Può succedere a qualunque ora del giorno o della notte che il Signore bussi alla nostra porta. Per essere vigilanti nell’attesa e pronti ad accoglierlo dobbiamo vivere come persone che stanno per partire. L’immagine della cintura ai fianchi e delle lucerne accese ricorda l’Esodo, quando gli Ebrei lasciarono l’Egitto per la terra promessa, richiamato anche nella 1° lettura (cfr. Sap 18,3.6-9). La terra dove avevano trovato ospitalità e prosperità si era trasformata in un luogo di schiavitù. Non c’è niente da portar via, meglio andarsene alla svelta. Spesso succede anche a noi la stessa cosa, … tanto per ricordarci che siamo tutti di passaggio.
Se accetteremo la provvisorietà terrena, come dei buoni amministratori, quando arriverà il Signore ci farà sedere a tavola e Lui stesso passerà a servirci, perché sulla terra siamo tutti ospiti suoi. Il Signore stesso si farà carico della nostra precarietà. Conosciuta la volontà di Dio, comportiamoci di conseguenza. E’ stupido tentare Dio o prendersi gioco di Lui, rifiutando o fingendo di non conoscere l’orizzonte della nostra esistenza umana: la vita eterna. Meglio essere buoni amministratori dei beni ricevuti, piuttosto che dilapidare da egoisti quegli stessi beni. Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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