Andrea Della Robbia, Maria assunta tra i Santi Tommaso, Francesco, Gregorio e Bonaventura, 1480-85 - S. Maria degli Angeli, La Verna (AR). |
Il Vangelo della salute del 15
Agosto,
Solennità dell’Assunzione della B.
V. Maria,
S. Messa
del giorno.
Grandi
cose ha fatto in me l'Onnipotente.
Dal Vangelo secondo
Luca, 1, 39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò
in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa,
salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino
sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito
Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto
del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco,
appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di
gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che
il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della
sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me
l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua
misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo
braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per
sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi,
poi tornò a casa sua. Parola del Signore.
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Mentre in tutto il mondo
si celebra la festa dell’Assunzione di Maria, si vanno compiendo le parole
profetiche da lei pronunciate nel Magnificat,
oggi proposte dalla liturgia: “D’ora in
poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Sull’esempio di Elisabetta
che appena la vide piena di gioia proruppe: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! … E
beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore.” (Lc
1,42.45), anche noi proclamiamo la sua beatitudine, perché la sua beatitudine è
la nostra beatitudine.
Oggi la nostra
riflessione si articola in tre pensieri: il significato e il valore della
celebrazione odierna, le conseguenze che ha per noi uomini e infine un terzo
sull’intercessione di Maria in nostro favore.
Come dice la liturgia, Maria,
dopo la morte, non ha conosciuto “la
corruzione del sepolcro” (prefazio), ma è passata subito alla beatitudine
del paradiso. Con l’assunzione di Maria in cielo in anima e corpo, la Chiesa
celebra la sua piena e totale partecipazione al mistero pasquale del Figlio.
Come è stata unita a Gesù nel momento della nascita e della passione, così lo è
anche nella gloria. La gloria di una persona è il segno della sua grandezza.
Oggi conosciamo e contempliamo senza più nessun impedimento “la pienezza di grazia” di cui Dio l’ha
colmata fin dal suo concepimento, la fede con cui ella ha accolto questi doni e
la missione che ha svolto, in forza di essi, cioè il suo libero assenso di
vivere totalmente unita al Figlio, in un modo unico e perfetto, per la salvezza
dell’umanità intera. La liturgia esalta Maria come “primizia e immagine della Chiesa” e “segno di consolazione e di sicura speranza” (prefazio). La festa
dell’Assunzione è soprattutto nel segno della Speranza cristiana che alimenta
in noi la certezza delle promesse divine.
Pensare al paradiso,
desiderarlo, vivere orientati alle realtà ultime fa bene alla nostra vita! Non
è una fuga dal mondo, ma ci rende più liberi e più capaci di dare tutto, fino
in fondo, perché questo mondo assomigli sempre più al regno di Dio. E’ l’unico
modo per vincere la paura della morte, il vero grande tabù di tutti gli uomini.
E se è vero che siamo inesorabilmente in cammino verso di essa, è altrettanto
vero che soltanto passando attraverso di essa raggiungeremo la beatitudine
eterna. Come dice s. Paolo nella II lettura della liturgia della vigilia: “Quando poi questo corpo corruttibile si sarà
vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità” (1Cor
15,54), la nostra vita è un viaggio verso l’incorruttibilità e l’immortalità.
Insieme con Maria guardiamo fiduciosi al nostro futuro, nel quale è preparato
anche per noi una gloria proporzionalmente identica a quella della Beata
Vergine. Immortalità e incorruttibilità riguardano anche il nostro corpo, la
dimensione più fragile del nostro essere, eppure nessuno di noi può pensarsi al
di fuori di esso. Che cosa non si fa per questo povero corpo, destinato alla
corruzione del sepolcro, perché duri il più a lungo possibile e sia prestante e
gradevole per noi e per gli altri. Questo è l’annuncio sconvolgente presente
nella celebrazione di oggi: chi lo consegnerà alla gloria imperitura
dell’immortalità non sarà la perizia del bisturi del chirurgo estetico, ma la ‘grazia di Dio’. Niente va perduto di
quanto Dio ha creato, nemmeno la realtà tanto pesante e contraddittoria della
nostra corporeità, per noi occasione di grandezza e di miseria, ma luogo di
presenza divina in noi. Un tema da approfondire.
E per finire, che ci sta
a fare Maria in Paradiso? Non è come una padrone di casa, che si intrattiene in
piacevole conversazione con gli ospiti di turno nel salotto buono di casa. Il
suo essere “primizia” significa che
la sua missione non è finita. Come può una Madre stare serena e tranquilla
finché non vede tutti i suoi figli al sicuro? Così è di Maria. Noi sappiamo che
non possiamo farcela da soli. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. Ella sta
presso Dio appositamente per intercedere, giorno e notte, per ciascuno di noi.
Che altro significano le
sue apparizioni e i relativi messaggi, che soprattutto in questi ultimi due
secoli hanno costellato la storia dell’umanità? Sono il segno di questa sua
sollecitudine materna, perché nulla vada perduto. La devozione a Maria è per
noi come una marcia in più, di fronte alle difficoltà del vivere, soprattutto
di questi ultimi tempi, nel nostro cammino di fede verso la salvezza. Allora
con S. Elisabetta anche noi gridiamo: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il
frutto del tuo grembo! … E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle
parole del Signore.”. Buona festa dell’Assunta, dovunque voi siate!
Don Marco Belladelli.
Grazie don Marco sono Ida e da poco tempo che trovo il vangelo della domenica, e mi piace
RispondiEliminaBentrovata! Grazie per l'attenzione, entri anche tu a far parte dei miei 25 lettori ...
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