venerdì 14 gennaio 2022

Il Vangelo della salute del 16/01/2022

Tintoretto, Le nozze di Cana, 1561, S. Maria della salute - Venezia

II Domenica del Tempo Ordinario “C”

Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea.

Dal Vangelo secondo Giovanni  (2,1-12).  

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua
– chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore.

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Come annunciato nel giorno dell’Epifania, a cominciare dal lunedì dopo il Battesimo del Signore fino al Mercoledì delle Ceneri, che quest’anno cade il 2 Marzo, siamo nella prima parte del Tempo Ordinario, caratterizzato dal colore verde dei paramenti. Le sue particolarità le indicherò quando inizia la seconda parte, dopo la Pentecoste.

Oggi la liturgia ci propone nel vangelo il racconto delle nozze di Cana, uno dei tre episodi in cui si articola la celebrazione dell’Epifania. Come dice l’evangelista Giovanni, con questo “segno” Gesù  “manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”.

A prima vista, quello di Cana sembra un miracolo un po’ gratuito. A che serve offrire vino buono in abbondanza alla fine di un banchetto nuziale, quando gli invitati hanno già bevuto molto? Nelle parole del maestro di tavola che si complimenta con lo sposo per aver conservato il vino buono fino a quel momento, noi sappiamo che colui che ha fatto questo è Gesù e non lo sposo, come ben sottolinea Giovanni nella conclusione del brano che andrebbe più correttamente tradotta così: “Questo lo fece Gesù a Cana di Galilea come inizio dei segni;”. Allora comprendiamo che nel segno dell’acqua cambiata in vino, operato nel contesto di un banchetto nuziale, Gesù si manifesta non più come uno dei tanti invitati, ma come il vero “Sposo”, che si è conquistato la fede dei suoi discepoli. Il matrimonio per cui si fa festa non è quello tra un uomo e una donna qualsiasi, ma quello della nuova alleanza tra Dio e l’umanità. La presenza di Gesù tra gli uomini è presenza di Dio stesso. L’uomo e Dio ritrovano la via della comunione in un modo tanto concreto e tanto forte, come mai avremmo immaginato. Gesù che “manifestò la sua gloria e i suoi discepoli cedettero in lui”, per Giovanni è l’inizio dell’opera di salvezza divina, che si prolunga nella vita della Chiesa, fino a noi oggi, una festa nella quale ovviamente siamo coinvolti in prima persona in ragione della nostra fede.

L’immagine del “matrimonio” sancisce la nostra ritrovata comunione con Dio. E’ sempre il mistero della divina Misericordia che si manifesta come amore fedele e tenace di Dio, determinato a riportare alla casa del Padre anche l’ultima delle sue creature smarrite (cfr Mt 18,12ss; Lc 15,4ss). La manifestazione della gloria di Gesù consiste nel perpetuarsi della sua missione nel tempo e in ogni parte del mondo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita . Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11,28-30).

Un ultimo pensiero sull’intervento di Maria, che sembra quasi costringere un Gesù reticente a fare un miracolo contro voglia. Nei matrimoni ebraici uno degli invitati aveva il compito di procurare il vino per tutta la durata del banchetto. L’intervento di Maria: “Non hanno vino”, ci fa pensare che questo compito fosse stato affidato proprio a Gesù. La risposta quasi irriguardosa del Signore verso la Madre e la raccomandazione della stessa ai servi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”, ci fa invece capire che Gesù sapeva bene quello che stava per fare, come è accaduto in altre occasioni evangeliche (cfr. Gv 6,6). Non si tratta quindi di un gesto d’invadenza, ma di un atto di discernimento circa il momento in cui questo mistero di salvezza doveva manifestarsi. Un intervento che mette in evidenza lo speciale compito di mediatrice di Maria a nostro favore. La presenza di Maria tra di noi è sempre un invito a fare con più fedeltà e umiltà ciò che Gesù ci ha insegnato nel Vangelo, perché siamo sempre a rischio di rimanere senza vino, cioè di smarrire la strada che porta a Dio, oggi “di fatto assente, in tutto o in parte, dall’esistenza e dalla coscienza umana”,  come si evince dalla fragilità morale e spirituale delle attuali generazioni, del tutto disorientati di fronte al proprio futuro. Credo sia opportuno fermarsi a riflettere sui tempi che stiamo vivendo e sui segni che li caratterizzano, per discernere, aiutati da Maria, quale sia la volontà di Dio per ciascuno di noi e più in generale per la Chiesa e per tutta l’umanità oggi. Di fronte alla ‘manifestazione della gloria’ del Signore, viene da chiederci che cosa ci riserva il futuro prossimo? Alle straordinarie difficoltà di oggi, che cosa seguirà? Un tempo di grazia come non si è mai visto prima, oppure la fine del Cristianesimo, come molti hanno già preannunciato? Disponiamoci intanto a partecipare al banchetto di nozze dell’Agnello: “Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!” (Ap. 19,9). Buona Domenica!

 don Marco Belladelli.

 

2 commenti:

  1. La Vergine Maria madre di Dio e madre nostra ci dice "fate quello che vi dirà". Dobbiamo seguire il Vangelo di Suo Figlio Gesù fare della nostra vita un Vangelo vivente. Aiutaci Mamma del cielo. Porteremo Gesù nelle vie del mondo che ne ha tanto bisogno. Alla fine della nostra vita vogliamo partecipare alla gioia eterna e assaggiare il vino dolce e buono delle nozze di Dio uno e trino con il suo popolo di credenti.

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  2. La traduzione corretta è: “Qualsiasi cosa vi dica fatela!”, perché il problema non è soltanto la buona volontà di fare quello che il Signore ci chiede, ma di accogliere la ‘follia della croce’ come la chiama S. Paolo. Insomma nella fede, oltre alla volontà, ci vuole anche l’ossequio della ragione … facoltà che a volte ostacola la nostra comunione con Dio e ci impedisce di partecipare alla gioia del banchetto nuziale celeste. Buona Domenica!

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