Palma il Vecchio, Assunzione della Vergine Maria, 1512-14; Galleria dell'Accademia (VE). |
Il Vangelo della salute
Nella solennità dell’Assunzione della B. V. Maria,
S. Messa del giorno
Grandi
cose ha fatto in me l'Onnipotente.
Dal Vangelo secondo
Luca, 1, 39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò
in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa,
salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino
sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito
Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto
del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco,
appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di
gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che
il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della
sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi
chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me
l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua
misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo
braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per
sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi,
poi tornò a casa sua. Parola del Signore.
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Nella solennità dell’Assunzione di Maria la nostra
riflessione si articola in tre pensieri: il significato e il valore della
celebrazione odierna, le conseguenze che ha per noi uomini e infine una breve
riflessione sull’importanza dell’intercessione di Maria in nostro favore. Come
dice la liturgia, Maria, dopo la morte, non ha conosciuto “la corruzione del sepolcro” (Prefazio),
ma è passata subito alla beatitudine del paradiso. Con l’assunzione di Maria in
cielo in anima e corpo, la Chiesa celebra la sua piena e totale partecipazione
al mistero del Figlio. Come è stata unita a Gesù nel momento della nascita e
della passione, così lo è anche nella gloria. La gloria di una persona è il
segno della sua grandezza. Come Madre del Cristo nella carne, nel
mistero dell’assunzione al cielo ella partecipa pienamente anche alla sua
glorificazione corporea, cioè alla passione, morte e risurrezione del Figlio di
Dio come caparra della trasfigurazione di tutta la Chiesa e di tutta l’umanità
salvata. Questa sua partecipazione alla gloria del Figlio la rende “Vergine
potente” nell’aiuto e nel soccorso a tutto il corpo che è la Chiesa, di cui
essa stessa è membro “sovraeminente e del tutto singolare” (LG 53).
Questa intima congiunzione al
mistero del Figlio è dunque il fondamento della sua solidarietà con le altre
membra del corpo e del suo farsi carico di coloro che a lei ricorrono come ‘esuli
figli di Eva, gementi e piangenti’, perché ancora ‘in questa valle di
lacrime’.
La
liturgia esalta Maria come “primizia e
immagine della Chiesa” e “segno di
consolazione e di sicura speranza”
(Prefazio). La festa dell’Assunzione
è soprattutto nel segno della Speranza cristiana che alimenta in noi la
certezza delle promesse divine. Pensare al paradiso, desiderarlo, vivere
orientati alle realtà ultime fa bene alla nostra vita! Non è una fuga dal
mondo, ma ci rende più liberi e più capaci di dare tutto, fino in fondo, perché
questo mondo assomigli sempre più al regno di Dio. E’ l’unico modo per vincere
la paura della morte, il vero grande tabù di tutti gli uomini. E se è vero che
siamo inesorabilmente in cammino verso di essa, è altrettanto vero che soltanto
passando attraverso di essa raggiungeremo la beatitudine eterna. Come dice s.
Paolo nella II lettura della liturgia della vigilia (“Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità
e questo corpo mortale d’immortalità” 1Cor 15,54), la nostra vita è un
viaggio verso l’incorruttibilità e l’immortalità. Insieme con Maria guardiamo
fiduciosi al nostro futuro, nel quale è preparato anche per noi una gloria
proporzionalmente identica a quella della Beata Vergine. Immortalità e
incorruttibilità riguardano anche il nostro corpo, la dimensione più fragile
del nostro essere, eppure nessuno di noi può pensarsi al di fuori di esso. Che
cosa non si fa per questo povero corpo, destinato alla corruzione del sepolcro,
perché duri il più a lungo possibile e sia prestante e gradevole per noi e per
gli altri. Questo è l’annuncio sconvolgente presente nella celebrazione di
oggi: chi lo consegnerà alla gloria imperitura dell’immortalità non sarà la
perizia del bisturi del chirurgo estetico, ma la ‘grazia’ di Dio. Niente va perduto di quanto Dio ha creato, nemmeno
la realtà tanto pesante e contraddittoria della nostra corporeità, per noi
occasione di grandezza e di miseria, ma luogo di presenza divina in noi. Un
tema su cui si dovrebbe meditare a fondo. E per finire, che ci sta a fare Maria
in Paradiso? Non è come una padrone di casa, che si intrattiene in piacevole
conversazione con gli ospiti di turno nel salotto buono di casa. Il suo essere
“primizia” significa che la sua
missione non è finita. Come può una Madre stare tranquilla finché non vede
tutti i suoi figli al sicuro? Così è di Maria. Noi sappiamo che non possiamo
farcela da soli. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. Ella sta presso Dio
appositamente per intercedere, giorno e notte, per ciascuno di noi.
Che
altro significano le sue apparizioni e i relativi messaggi, che soprattutto in
questi ultimi due secoli hanno costellato la storia dell’umanità? Sono il segno
di questa sua sollecitudine materna, perché nulla vada perduto. La devozione a
Maria è per noi come una marcia in più, di fronte alle difficoltà del vivere,
soprattutto di questi ultimi tempi, nel nostro cammino di fede verso la
salvezza. Allora con S. Elisabetta anche noi gridiamo: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! … E
beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”.
Buona festa
dell’Assunta, dovunque voi siate!
don Marco Belladelli.
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