Marko Rupnic, il Battista, Lourdes.
XVIII Domenica del Tempo Ordinario, “A”
Tutti mangiarono e furono saziati.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (14, 13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa Cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore.
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Nel brano del vangelo di oggi Matteo mette in relazione due episodi della vita di Gesù apparentemente casuali, la notizia della morte di Giovanni Battista, per lui uno dei momenti più dolorosi e luttuosi della vita, e la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Il rapporto tra Gesù e il Battista è stato molto diverso da quella che oggi noi chiameremmo una grande amicizia. Iniziato nel grembo delle rispettive madri (cfr Lc 1,44), fin da allora lo Spirito Santo li ha legati indissolubilmente l’uno all’altro nella missione che Dio aveva affidato a ciascuno di loro. Il loro unico incontro è avvenuto al Giordano, quando Gesù si è fatto battezzare. Giovanni stesso ne dà testimonianza (Gv 1,33-34).
Quella tra Gesù e il Battista è stata una “amicizia spirituale”, che lega le persone sul piano delle cose di Dio, nel desiderio di compiere la sua volontà, in sintonia nell’aspirare ad una perfezione, piena di benevolenza e di carità. Giovanni Battista e Gesù hanno condiviso l’uno accanto all’altro la missione di inaugurare il regno di cieli sulla terra.
Oltre al dolore per la perdita di colui che egli aveva giudicato il più grande tra i nati di donna (cfr Mt 11,11), nella morte del Battista Gesù vede annunciata la sua stessa morte. Questa è la ragione di tanto turbamento. Gesù cerca solitudine e raccoglimento, perché ha bisogno di tanta preghiera per riempire il vuoto che il pensiero della morte genera nel cuore. Ha bisogno soprattutto di stare in comunione con Dio Padre e con lo Spirito Santo per trovare dentro di sè la forza di dire fin da ora: “non come voglio io, ma come vuoi tu” (cfr Mt 26,39).
Ma la folla lo incalza, quasi a volerlo distrarre da se stesso. Quando ha finito di prendersi cura dei malati, arriva suggerimento dei discepoli di lasciar andare la folla, perché si procuri da mangiare. Gesù risponde loro in modo provocatorio “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. E di fronte al loro disagio per la pochezza delle risorse in loro possesso, prende l’iniziativa e moltiplica i pani e i pesci.
I discepoli eseguono tutto ciò che Gesù ordina loro, fino alla raccolta dei pezzi avanzati, con una fedeltà sorprendente, quasi rituale. Non sono i protagonisti, ma sono pienamente coinvolti e agiscono in persona Christi, cioè per conto e in nome di Gesù.
Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci annuncia l’istituzione dell’Eucaristia, mentre la ritualità dei gesti e dei comportamenti dei discepoli tradisce la consuetudine ormai consolidata dei primi cristiani di ritrovarsi a spezzare il pane (cfr At 2,46).
Il commento finale di Matteo: “Tutti mangiarono e furono saziati” ci ricorda l’attualità di questo amore, che continua a saziare abbondantemente l’umanità per riscattarla da tutte le sue fragilità e rafforzarla con la speranza di una vita piena e duratura, come dice Giovanni: “io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
La morte di Giovanni Battista fa capire a Gesù che cosa l’aspetta al termine della sua vita. La compassione che egli riversa sulla folla, guarendo i malati e moltiplicando i pani e i pesci, anticipa l’amore infinito che il Cristo risorto dona all’umanità per mezzo dell’Eucaristia, fino alla fine del mondo (cfr Mt 28,20).
Viene spontaneo esultare con S. Paolo: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Rom 8,35). Ogni volta che celebriamo insieme l’Eucaristia, soprattutto quella festiva come oggi, anche noi come le folle di Palestina di duemila anni fa ci nutriamo a sazietà di questo stesso amore. Non ringrazieremo mai a sufficienza Dio Padre per questo dono. Buona Domenica a tutti!
don Marco Belladelli.
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