Cardinal Francois Xavier Nguyen Van Thuan, |
XII Domenica del Tempo Ordinario,
“A”.
Non
abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (10, 26-33).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate
paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geènna e l’anima e il corpo. In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».Parola del Signore.
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Oggi torniamo al “Tempo Ordinario” anche per il ciclo festivo, che ci accompagnerà per
i prossimi cinque mesi, fino alla fine dell’anno liturgico. La sua
caratteristica è quella di non celebrare nessun evento particolare della vita
di Gesù o della Chiesa, come la nascita, la morte e risurrezione, o il dono
dello Spirito Santo, ma di orientarci ad accogliere la realtà della grazia pasquale
per vivere con fede la concretezza della nostra vita quotidiana. Per favorire
un tale “incontro di grazia” nella
riforma post-conciliare si è scelto abbinare al Tempo ordinario la lettura continuata di uno di tre vangeli sinottici
come riferimento del cammino spirituale dei singoli cristiani e delle loro
Comunità. Come abbiamo già ricordato quest’anno verrà proclamato il vangelo di
Matteo, le cui caratteristiche fondamentali ho già illustrato nella 3° Domenica
del Tempo ordinario.
Il testo che oggi la liturgia ci propone fa parte del “discorso missionario”. Dopo il mandato, Gesù
istruisce gli apostoli su come svolgere la missione (vv. 9-15) e annuncia loro
che incontreranno difficoltà, ostacoli e soprattutto persecuzioni (vv. 16-25). Per
incoraggiarli ripete per ben tre volte: “Non
abbiate paura” con cui inizia il nostro brano. Nonostante gli
arresti, i processi, gli insulti e le torture che certamente gli apostoli subiranno
da parte degli uomini per causa del Vangelo, Gesù li esorta: “Non
abbiate paura” di annunciare apertamente e pubblicamente tutto ciò
che io vi ho detto, anche a costo di mettere a repentaglio la vostra stessa
vita, perché niente succede “senza il volere del Padre vostro”. Ai missionari del
Vangelo è quindi richiesta una dedizione totale, fino al sacrificio della vita.
Le parole del Signore ci ricordano le persecuzioni subite dagli Apostoli a
Gerusalemme e narrate da Luca nella prima parte del libro degli Atti: i vari
arresti e la testimonianza di Pietro davanti al Sinedrio: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (4,3; 5,18; 5,29;
12,3), la gioia di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù (5,41),
il martirio di Stefano (7,55ss) e quello di Giacomo il maggiore, il fratello di
Giovanni l’evangelista, per mano di Erode (12,2).
Il primo “Non abbiate paura” si riferisce alla
necessità che il Vangelo sia annunciato
alla luce del sole e sui tetti, perché nulla deve rimanere nascosto. Il Vangelo
non è quindi un messaggio esoterico, qualcosa di misterioso, per iniziati, per
gruppi ristretti. No! Tutti gli uomini devono incontrarsi e scontrarsi con
questo messaggio. Per il solo fatto di essere annunciato apertamente e
pubblicamente ha un suo effetto positivo, illuminante, benefico su chi lo
annuncia e su chi lo ascolta, perché è Parola di Dio che agisce nella storia
per la salvezza universale, è la parola ‘creatrice’ che viene da Dio stesso,
non dagli uomini (cfr. Gv 1,13), e non vi ritornerà senza aver raggiunto il
fine per cui è stata mandata (cfr. Is 55,10).
Il secondo e il terzo “Non
abbiate paura” riguarda la realtà stessa del martirio: non temete
quelli che uccidono il corpo. Non c’è situazione repressiva che possa
impedire o fermare l’annuncio del Vangelo, a costo della vita. Per
molti di noi è sufficiente un po’ di rispetto umano o alle convenzioni sociali,
di falsi pudori o di timidezze compiacenti per sentirci esonerati da un obbligo
tanto scomodo.
Ma anche oggi, come ai tempi degli apostoli, non è per
tutti così. Open Doors –
Porte Aperte, l’Associazione mondiale al servizio dei cristiani perseguitati
nel mondo (https://www.porteaperteitalia.org/), nel suo ultimo rapporto annuale
del 15/01/2020 parla di 260 milioni di cristiani perseguitati, di 3.711
arrestati e di 2.983 uccisi, a cui vanno aggiunti i 40 milioni di cristiani morti
ammazzati del XX secolo. Ogni giorno 23 cristiani/e vengono abusati
sessualmente in odio alla loro fede. Numeri che ci fanno capire l’attualità e
le dimensioni della realtà del martirio oggi nella Chiesa e nel mondo. Un
dramma che si compie quotidianamente sotto gli occhi di tutti nell’indifferenza
generale dell’opinione pubblica, pronta ad indignarsi per questioni dal discutibile
valore etico, come la difesa degli animali e cose del genere.
Il secolo che si è appena chiuso ha visto 45 milioni di martiri
cristiani, ammazzati in odio alla fede. Vi invito a leggere il libro di A.
Socci “I
nuovi perseguitati”, ed. PIEMME, nel quale l’autore fa una rassegna di
tutti i nuovi Martiri cristiani di questo secolo, a cominciare dalla violenta
persecuzione cinese dei primi del novecento, fino agli ultimi martiri del
sud-est asiatico di questi ultimi anni. Ne ricordo uno su tutti, il Cardinale vietnamita
Francois Xavier Nguyen Van Thuan, arcivescovo di Saigon nel 1975, quando le
truppe del Nord conquistarono anche la parte meridionale del paese. Fu
imprigionato per 13 anni nei campi di concentramento e di rieducazione del
regime comunista, subendo inaudite atrocità, senza mai venire meno nella fede,
nella speranza e soprattutto nella carità verso i compagni di sventura e gli
stessi carcerieri. Consiglio a tutti di leggere la storia di questo uomo, per
il quale è in corso il processo di beatificazione, in Testimoni della Speranza, ed. CITTA’ NUOVA, per capire
dalla sua viva testimonianza che cosa significhi il “non
abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere
l’anima”.
Gesù conclude la sua esortazione ricordando che al missionario-martire
non è concesso nessuna forma di vittimismo, perché “nemmeno
uno di essi (un passero) cadrà a terra senza il volere del Padre vostro”. E i suoi missionari,
certo, valgono molto più di un passerotto! Insomma, chi vuole arruolarsi in
questa missione sappia che non sono ammesse mezze misure: o si è con Gesù, o si
è contro di lui. La tiepidezza (cfr. Ap 3,16) con tutto ciò che le rassomiglia
e l’accompagna è bandita dal regno dei cieli. Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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