Beato Angelico, La Pentecoste, 1451-53, Convento di S. Marco - Firenze. |
Solennità di Pentecoste “A”
S. Messa della vigilia
Sgorgheranno fiumi di acqua viva.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (7,37-39).
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato. Parola del Signore.
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato. Parola del Signore.
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S. Messa del giorno
Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi:
ricevete lo Spirito Santo.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (20, 19-23).
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io
mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A
coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non
perdonerete, non saranno perdonati». Parola del Signore. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
La solennità di Pentecoste meriterebbe ben altro risalto pastorale e
liturgico. Penso per esempio al clima di attesa che si crea con la novena al
Natale, all’intensità spirituale con cui ci si prepara a vivere la Pasqua.
Purtroppo la Pentecoste molto spesso si confonde con una qualsiasi Domenica del
calendario e nella riforma liturgica è stata pure eliminata l’ottava che
accompagna tutte le più importanti feste cristiane. Così lo Spirito Santo
rimane per molto cristiani “il Dio sconosciuto”, come lo ha definito il grande
teologo il Cardinal Hans Urs Von Balthasar.
Quando parliamo dello Spirito Santo, parliamo del mistero di Dio. Lo
Spirito Santo è la terza Persona della SS. Trinità e non può essere relegato a
devozione personale. La genericità del titolo, nel senso che Spirito Santo lo
si può dire anche del Padre e del Figlio, non può giustificare la svalutazione della
sua opera, assolutamente fondamentali per la storia della salvezza e per la
fede cristiana. Si dovrebbe cominciare con il dare molta più enfasi alla celebrazione
vigiliare e magari pensare pure di reintrodurre nel calendario liturgico
l’ottava.
Cominciamo la nostra riflessione dal testo della S. Messa della
vigilia. Al capitolo 7 di Giovanni Gesù paragona lo Spirito Santo all’acqua che
disseta. Siamo a Gerusalemme, nel giorno solenne della festa delle Capanne, quando il Sommo Sacerdote
processionalmente andava ad attingere l’acqua alla piscina di Siloe per poi
versarla oltre le mura della città. Quel gesto voleva significare che della
feconda abbondanza d’Israele avrebbero goduto anche tutte le nazioni del mondo.
Per la folla era quella l’occasione per lasciarsi prendere da un entusiasmo
messianico, che spesso sconfinava nel fanatismo. In quel preciso momento Gesù,
ritto in piedi in mezzo alla folla, gridò: “Se qualcuno ha sete, venga
a me, e beva chi crede in me” (Gv 7,37-38) riferendosi al dono dello Spirito che
sarebbe stato effuso sul mondo dopo la sua risurrezione. Lui stesso ne è la
sorgente e colui che ne beve sarà a sua volta dispensatore dello Spirito presso
tutti gli uomini.
Il simbolo dell’acqua fa riferimento alla vita. Senza di essa infatti
non c’è vita (cfr Gen 2,4bss). L’acqua viva di Gesù però non è semplicemente
l’elemento naturale necessario alla vita vegetativa umana e infraumana. L’acqua
viva di Gesù è lo Spirito Santo, la cui azione è finalizzata a rendere la
nostra vita divina ed eterna, liberandola dai limiti della caducità e dalla
corruzione a cui è sottoposta nell’ordine della natura.
La Pentecoste, in quanto compimento di quella salvezza che Gesù ci ha
acquistato a prezzo del suo sangue, è in strettissima relazione con la Pasqua.
Lo Spirito Santo è donato perché ogni uomo creda che Gesù è il Figlio di Dio,
venuto nel mondo “perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). L’annuncio
profetico di Gv 7 si realizza il giorno di Pasqua nel cenacolo, quando Gesù
risorto soffia sugli apostoli e dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo.
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non
perdonerete, non saranno perdonati”. Dio Padre all’inizio della creazione aveva soffiato
l’alito di vita nelle narici dell’uomo (Gen 2,7), ora il Cristo risorto, il
nuovo Adamo, alita su gli Apostoli e dona lo Spirito Santo per liberare
definitivamente l’uomo dal peccato, dalle sue conseguenze, e soprattutto per renderlo
partecipe della sua stessa vita di risorto.
Non c’è niente che possa arrestare l’azione dello Spirito. La sua opera
la si riconosce in tutto ciò che da semplicemente umano si trasforma in amore
di Dio e per Dio, assumendo le caratteristiche dell’agape, cioè di un’offerta
di vita in tutto e per tutto simile a quella di Gesù per ciascuno di noi. Mi
vengono in mente tanti fratelli e sorelle che quotidianamente fanno dell’amore
di Gesù il paradigma della loro vita, umilmente, in silenzio. Del resto, come
disse Gesù a Nicodemo: “Il vento soffia dove vuole
e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato
dallo Spirito” (Gv 3,8). E’ stato così ieri, è così oggi e lo sarà per sempre.
Veni, creator Spiritus,
mentes tuorum visita,
imple superna gratia
quae tu creasti pectora.
Vieni, Spirito creatore, visita le menti dei tuoi fedeli
e riempi delle tua grazia divina i cuori a cui tu hai dato vita!
Buona Pentecoste, oggi e sempre!
don Marco Belladelli.
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