Mussulmani a Messa
(LA VOCE DI MANTOVA DEL 02/08/2016)
A
seguito dell’attentato di Saint Etienne du Rouvray, vicino a
Rouen, città natale del presidente francese, Francoise Hollande, in Normandia,
dove all’interno della chiesa due diciannovenni mussulmani figli di immigrati,
hanno preso in ostaggio un anziano prete, padre Jacques
Hamel di 86 anni, mentre stava celebrando la S.
Messa insieme ad altre quattro persone – due suore e due parrocchiani – e
poi lo hanno sgozzato, i
vertici del consiglio francese del culto musulmano in segno di solidarietà
con tutti i cristiani hanno invitato le comunità islamiche di
Francia a partecipare alla S. Messa festiva di Domenica 31 Luglio scorso. L’invito è stato fatto proprio anche dalle comunità islamiche italiane. L’iniziativa è stata bene accolta sia dalla Chiesa di Francia che da quella d’Italia. E’ il cardinal Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale italiana a dichiarare: “Come vescovi italiani ne siamo molto lieti e molto grati insieme alle nostre comunità cristiane”, vedendo finalmente in questa decisione il segno di una reazione corale dell'Islam a condanna del terrorismo e della violenza fondamentalista. Gli faceva eco su ‘Avvenire’, quotidiano dei cattolici italiani, il Segretario della stessa Conferenza Episcopale, Monsignor Nunzio Galantino, il quale esaltando “la preghiera come canale invisibile che ci collega a Dio … e non come evasione dai problemi e dalle responsabilità”, portava come prova di quanto andava affermando l'esempio biblico della preghiera di intercessione di Abramo per Sòdoma (cfr. Gen. 18,23ss), dimenticando, forse per un eccesso di fervore per questo incontro tra le due religione, che l’audacia di Abramo non ottenne da Dio la salvezza della suddetta città.
Francia a partecipare alla S. Messa festiva di Domenica 31 Luglio scorso. L’invito è stato fatto proprio anche dalle comunità islamiche italiane. L’iniziativa è stata bene accolta sia dalla Chiesa di Francia che da quella d’Italia. E’ il cardinal Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale italiana a dichiarare: “Come vescovi italiani ne siamo molto lieti e molto grati insieme alle nostre comunità cristiane”, vedendo finalmente in questa decisione il segno di una reazione corale dell'Islam a condanna del terrorismo e della violenza fondamentalista. Gli faceva eco su ‘Avvenire’, quotidiano dei cattolici italiani, il Segretario della stessa Conferenza Episcopale, Monsignor Nunzio Galantino, il quale esaltando “la preghiera come canale invisibile che ci collega a Dio … e non come evasione dai problemi e dalle responsabilità”, portava come prova di quanto andava affermando l'esempio biblico della preghiera di intercessione di Abramo per Sòdoma (cfr. Gen. 18,23ss), dimenticando, forse per un eccesso di fervore per questo incontro tra le due religione, che l’audacia di Abramo non ottenne da Dio la salvezza della suddetta città.
Facendo un bilancio dell’iniziativa,
lo stesso quotidiano cattolico appena citato parla di circa ventimila
mussulmani presenti nelle chiese per dire “NO!” all’odio.
Accanto ai molti pareri favorevoli
per quello che si è visto in tante chiese d’Italia Domenica scorsa, dobbiamo
anche registrare le perplessità di coloro che non vedono di buon occhio questo
tipo di commistioni religiose sia dalla parte cattolica, che dalla parte dei
mussulmani. La cosa poi che lascia ancora più perplessi è la “scomunica post
mortem” dei terroristi da parte delle
autorità religiose islamiche, che addirittura si rifiutano di dare degna
sepoltura perché, a loro dire, con i loro comportamenti i due giovani avrebbero
rinnegato il vero Islam. Sarebbe meglio che certe prese di posizioni fossero
rese note a tutti i mussulmani prima che qualcuno di loro diventi un adepto di
Daesh. Le indagini hanno poi messo in evidenza che c’è sempre qualcuno che
sapeva in anticipo cosa stavano preparando i due giovani terroristi di Rouen.
La vera reazione che attendiamo dal mondo mussulmano è la denuncia preventiva dei
terroristi, per evitare nuovi barbari attentati.
Secondo la monumentale ‘lectio
magistralis” di Papa Benedetto XVI a Ratisbona del 12/09/206, che consiglio a
tutti di rileggersi, l’unico possibile punto d’incontro tra Cristianesimo e
Islam è la ragione, una ragione figlia di una coscienza che istintivamente
porta a compiere il bene e a fuggire il male, una ragione che significa la fine
di ogni fondamentalismo e della sua assurda violenza.
Marco Belladelli
Nessun commento:
Posta un commento