Gesù e i discepoli in cammino verso Gerusalemme;
da Il Vangelo secondo Matteo di P.P. Pasolini
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XIX
Domenica del tempo Ordinario “C”
“Anche voi tenetevi pronti”
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore.
Essere dei cristiani seri vuol dire vivere della fede che salva. Con lui possiamo affrontare qualsiasi problema, senza averne paura. Un cambiamento che traspare dal nostro modo di essere e di vivere. Una novità che invoglia all’imitazione. Allora seguiamolo.
Continuando il discorso di Domenica scorsa, cioè sull’arricchirsi davanti a Dio, Gesù ci invita ad usare le ricchezze per fare l’elemosina e accumulare tesori nel cielo. Così facendo saremo sempre senza soldi, ma in compenso avremo Dio con noi: “perché dov’ è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. La vera ricchezza consiste nell’accogliere il Regno di Dio: perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il regno. L’alternativa? Vivere per accumulare beni materiali che prima o poi dovremo abbandonare.
Nel seguito del brano Gesù ci insegna come sia possibile avere un cuore sempre rivolto a Dio e distaccato dalle ricchezze, sviluppando sostanzialmente tre aspetti: essere sempre pronti e vigilanti in attesa del Signore; il quale viene per servirci e non per essere servito; e, una volta conosciuta la volontà di Dio, è da sciocchi non seguirla.
Può succedere a qualunque ora del giorno o della notte che il Signore bussi alla nostra porta. Per essere vigilanti nell’attesa e pronti ad accoglierlo dobbiamo vivere come persone che stanno per partire. L’immagine della cintura ai fianchi e delle lucerne accese ricorda l’Esodo, quando gli Ebrei lasciarono l’Egitto per la terra promessa, richiamato anche nella 1° lettura (cfr. Sap 18,3.6-9). La terra dove avevano trovato ospitalità e prosperità si era trasformata in un luogo di schiavitù. Non c’è niente da portar via, meglio andarsene alla svelta. Spesso succede anche a noi la stessa cosa, … tanto per ricordarci che siamo tutti di passaggio.
Se accetteremo la provvisorietà terrena, come dei buoni amministratori, quando arriverà il Signore ci farà sedere a tavola e Lui stesso passerà a servirci, perché sulla terra siamo tutti ospiti suoi. Il Signore stesso si farà carico della nostra precarietà. Conosciuta la volontà di Dio, comportiamoci di conseguenza. E’ stupido tentare Dio o prendersi gioco di Lui, rifiutando o fingendo di non conoscere l’orizzonte della nostra esistenza umana: la vita eterna. Meglio essere buoni amministratori dei beni ricevuti, piuttosto che dilapidare da egoisti quegli stessi beni.
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore.
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Siamo
sempre in viaggio con Gesù verso Gerusalemme. Ovviamente non si tratta un
viaggio di piacere, né di una rilassante vacanza, con tanta voglia di evasione
e densa di attese il più delle volte andate deluse. In vacanza sarebbe già
importante riuscire a riposare davvero e recuperare le energie necessarie per
ripartire, un tempo nel quale ritrovarsi per stare meglio con se stessi da
tutti i punti di vista. Auguro a tutti i miei quindici lettori “Buone vacanze”, a chi le ha già fatte, a
chi le sta facendo, a chi le deve ancora fare e anche a quelli che non le
faranno.
Tornando
al viaggio di Gesù, egli ci porta con sé verso Gerusalemme per formarci secondo
il suo cuore e la sua mente, per fare di noi i suoi discepoli, dei veri cristiani.
Non dei musoni, né dei moralisti bacchettoni, ma persone gioiose e “serie”, cioè consapevoli delle nostre debolezze e
fragilità, ma altrettanto consapevoli che con lui niente è impossibile. Essere dei cristiani seri vuol dire vivere della fede che salva. Con lui possiamo affrontare qualsiasi problema, senza averne paura. Un cambiamento che traspare dal nostro modo di essere e di vivere. Una novità che invoglia all’imitazione. Allora seguiamolo.
Continuando il discorso di Domenica scorsa, cioè sull’arricchirsi davanti a Dio, Gesù ci invita ad usare le ricchezze per fare l’elemosina e accumulare tesori nel cielo. Così facendo saremo sempre senza soldi, ma in compenso avremo Dio con noi: “perché dov’ è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. La vera ricchezza consiste nell’accogliere il Regno di Dio: perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il regno. L’alternativa? Vivere per accumulare beni materiali che prima o poi dovremo abbandonare.
Nel seguito del brano Gesù ci insegna come sia possibile avere un cuore sempre rivolto a Dio e distaccato dalle ricchezze, sviluppando sostanzialmente tre aspetti: essere sempre pronti e vigilanti in attesa del Signore; il quale viene per servirci e non per essere servito; e, una volta conosciuta la volontà di Dio, è da sciocchi non seguirla.
Può succedere a qualunque ora del giorno o della notte che il Signore bussi alla nostra porta. Per essere vigilanti nell’attesa e pronti ad accoglierlo dobbiamo vivere come persone che stanno per partire. L’immagine della cintura ai fianchi e delle lucerne accese ricorda l’Esodo, quando gli Ebrei lasciarono l’Egitto per la terra promessa, richiamato anche nella 1° lettura (cfr. Sap 18,3.6-9). La terra dove avevano trovato ospitalità e prosperità si era trasformata in un luogo di schiavitù. Non c’è niente da portar via, meglio andarsene alla svelta. Spesso succede anche a noi la stessa cosa, … tanto per ricordarci che siamo tutti di passaggio.
Se accetteremo la provvisorietà terrena, come dei buoni amministratori, quando arriverà il Signore ci farà sedere a tavola e Lui stesso passerà a servirci, perché sulla terra siamo tutti ospiti suoi. Il Signore stesso si farà carico della nostra precarietà. Conosciuta la volontà di Dio, comportiamoci di conseguenza. E’ stupido tentare Dio o prendersi gioco di Lui, rifiutando o fingendo di non conoscere l’orizzonte della nostra esistenza umana: la vita eterna. Meglio essere buoni amministratori dei beni ricevuti, piuttosto che dilapidare da egoisti quegli stessi beni.
Buona Domenica!
don
Marco Belladelli.
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