sabato 27 agosto 2016

Il Vangelo della salute del 28/08/2016

Pieter Bruegel, Banchetto nunziale, 1658 ca., Vienna, Kunsthistorisches Museum.  
XXII Domenica del tempo Ordinario “C”
Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal Vangelo secondo Luca  (14, 1. 7-14).
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro

invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore.
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Nonostante la durezza dello scontro con i farisei, anche tra di loro Gesù ha degli estimatori. Un sabato uno di loro lo invita a pranzo. Per gli Ebrei il sabato è il giorno del riposo e dell’incontro con Dio. E’ il giorno del rinnovamento spirituale, il giorno in cui si va in sinagoga per pregare e per ascoltare la Parola di Dio. Un giorno reso ancora più solenne dalla presenza di Gesù.
Prima di andare a pranzo, quel giorno Gesù aveva guarito un idropico. Ecco perché  stavano ad osservarlo”, come se si aspettassero qualche altro gesto clamoroso contro la legge del sabato. Gesù a sua volta osservava la corsa degli invitati ad occupare i primi posti, i posti migliori. Un incrocio di sguardi che tradisce la diversa intenzionalità di Gesù e dei suoi detrattori, da cui scaturisce l’insegnamento evangelico odierno.
Tra le accuse mosse dai farisei a Gesù c’era quella di essere un profanatore della Legge e delle tradizioni antiche, senza offrire in cambio nulla di valido. Ragioni che vanno ad aggiungersiestimatorisurdi muovevano i farisei nei confronti di Geù:  al loro rifiuto pregiudiziale del Vangelo.
Oggi siamo noi a puntare i nostri sguardi su Gesù per muovergli accuse e i rimproveri per averci rivelato un Dio che non ci soddisfa, per come ha fatto il mondo, per come lo governa, per i  comandamenti che ci ha lasciato, assolutamente inaccettabili per l’uomo di oggi. La cultura moderna è particolarmente insofferente nei confronti di Dio, diventato del tutto marginale, se non addirittura un intralcio allo sviluppo e al progresso del mondo. Poi però nelle difficoltà lo vorremmo vicino, pronto a intervenire alle nostre necessità … .
Con tutto ciò, non ci accorgiamo dello sguardo di Dio, per il quale siamo come un libro aperto e al quale nulla sfugge della nostra misera condizione.
La preghiera e l’ascolto della Parola di Dio non hanno certo contribuito a rafforzare la fede e il rapporto con Dio di quei farisei, commensali di Gesù. Esortandoci nella parabola a metterci sempre all’ultimo posto, Gesù fa riferimento all’umiltà che deve avere l’uomo quando si pone davanti a Dio, quell’ umiltà che la preghiera e l’ascolto della Parola devono generare nei nostri cuori. Il problema non è tanto quello di ritenersi superiore o inferiore agli altri. Come canta Maria nel Magnificat, Dio è Colui che ha guardato all’umiltà della sua serva, Colui che esalta gli umili ed abbatte i superbi. Le “nozze” sono sempre un riferimento al banchetto escatologico, quando il Figlio di Dio si unirà indissolubilmente alla sua Sposa, la Chiesa. Il “chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” è legge della Chiesa, nella quale si è alla presenza di Dio. Spetta a Lui allora scegliere chi deve stare avanti e chi invece deve cedere il posto.
Anche la seconda parabola su chi invitare alla propria tavola è ancora rivelatrice dell’agire di Dio. Questo banchetto fatto di “poveri, storpi, zoppi, ciechi” non è altro che un immagine delle nostre Eucaristie domenicali, alle quali siamo invitati proprio per sopperire alle nostre debolezze, povertà, fragilità e infermità. E beati noi se avremo accolto l’invito di sedere alla sua mensa e se a forza di sederci a quella mensa avremo imparato a riconoscerci poveri, storpi, zoppi e ciechi  e ad essere umili come Maria, sapendo scegliere l’ultimo posto.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.

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