Codice miniato dell'antifona della 1° Domenica di Avvento, Salmo 24/25. |
INIZIO DEL NUOVO ANNO LITURGICO 2014/2015
TEMPO D'AVVENTO
La sera di sabato 29 Novembre prossimo inizia
un nuovo anno liturgico. Nel rinnovarsi ciclico delle
celebrazioni, i misteri della vita di Gesù s’incontrano con il mutare della
nostra esistenza personale e con quello della storia umana. L’atto liturgico è
contemporaneamente azione di Dio e azione della Chiesa. Non è mai qualcosa di
puramente casuale, né di estemporaneo. E’ grazia di Dio, cioè segno efficace
della sua continua opera di salvezza, che viene ad incidere profondamente nella
nostra vita, innestandosi in essa come linfa di vita, come luce che dirada le
tenebre, come forza nella debolezza, come sollievo nella sofferenza, come
profezia di liberazione da ogni male,
fino a quando “Dio sia tutto
in tutti” (1Cor 15,28). Ecco una ragione in più, se mai ce
ne fosse bisogno, per partecipare in modo vivo e assiduo alla S. Messa festiva.
Il nuovo cammino ricomincia
sempre con l’Avvento, che comprende le quattro domeniche che precedono il 25 Dicembre. Due sono
i segni esterni caratteristici di questo particolare periodo liturgico, il colore violaceo dei paramenti e la corona d’avvento, che troviamo ormai
anche in luoghi che non hanno niente a che vedere con il culto. Formata da rami
di sempreverde intrecciati, su cui sono fissate quattro candele, in genere di
colore rosso, che verranno progressivamente accese di domenica, in domenica, scandisce
le tappe di avvicinamento al Natale.
Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica d’Avvento, la Chiesa canta:
“A te, Signore, elevo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso”.
"Ad te levavi animan meam, Deus meus, in te confido: non erubescam".
Un invito ad elevarsi interiormente, a
trascendersi per non rimanere schiavi di noi stessi e della materialità della
vita terrena, come accade nei giorni di Noè (cfr Mt 24,37-39).
La Chiesa, ogni uomo e ogni donna dipendono unicamente da
Dio. L’avvento è per eccellenza il tempo per scoprire e sperimentare
l’importanza radicale di questo particolare rapporto dell’uomo con Dio, prima
di ogni altra cosa. Tutto e tutti vivono totalmente in Lui e per Lui. L’Avvento
è il tempo per imparare a fissare lo sguardo e tutto se stessi su di lui.
Nella contemplazione del mistero della venuta di Gesù
nell’umiltà della carne e dell’attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei
tempi, la Chiesa riscopre la propria origine, la propria natura umano/divina.
In una attenta vigilanza, vissuta nella preghiera e nell’ascolto della Parola
di Dio, essa si prepara all’incontro con il suo Signore, trasformandosi a sua
immagine e somiglianza “di gloria in
gloria, secondo l'azione dello Spirito del
Signore” (2 Cor 3,18), così come Gesù ha percorso il suo
camino dall’umiliazione alla gloria (cfr Fil 2,8ss).
Tutti siamo in attesa di una esperienza “sponsale”, cioè che sappia soddisfare il
nostro profondo desiderio di comunione e di pienezza di vita, a cui tutti tanto
aneliamo, ma che il più delle volte si risolve in deludenti e frustranti conflitti
tra opposti egoismi.
don Marco Belladelli.
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