Rembrandt Il tesoro nascosto. |
XVII
Domenica del Tempo Ordinario, “A”
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Parola del Signore.
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Per la terza Domenica di seguito Gesù ci parla
del regno dei cieli con altre tre
parabole. Un tema molto importante che merita di essere approfondito.
Il regno
è l’unica vera novità della storia umana, più grande della stessa creazione.
Consiste prima di tutto nella presenza di Dio in mezzo a noi, nella persona di
Gesù: “ecco, io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Una presenza tanto prossima
che chiede ed esige di diventare una comunione
di vita. Gesù è venuto ad inaugurare e ad instaurare un ordine delle cose secondo
Dio, che alla fine si risolverà nella manifestazione della sua Signoria universale.
E’ la sostituzione dell’antica alleanza con la nuova. La realizzazione del regno è il fine di tutta la storia. Per
avere un’idea più concreta di cosa stiamo parlando, pensate alle beatitudini: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt
5,3).
I destinatari del messaggio del regno sono i discepoli, cioè coloro che
credono in Gesù e accolgono la sua Parola.
Se ci distinguiamo per questi atteggiamenti, lo siamo anche noi che crediamo, andiamo
in Chiesa e cerchiamo di vivere secondo le esigenze del regno, anche se non proprio come Gesù si aspetterebbe. Nonostante la
nostra buona volontà, siamo deboli, fragili e figli del nostro tempo, cioè
segnati dal soggettivismo e dal relativismo di questi nostri giorni.
Sapendo quanto siamo attratti dalle ricchezze
materiali e facilmente soggiogati dalla tentazione dell’avidità, Gesù paragona
il regno prima al ritrovamento di un
“un tesoro nascosto nel campo” e poi
all’ardua ricerca di un commerciante
in gioielli di “una perla di grande
valore”. Da questi due esempi comprendiamo che il regno dei cieli è qualcosa di assolutamente molto più prezioso di
tutti i beni materiali e morali messi insieme. Anzi, la sua conquista merita il
sacrificio di tutto quello che possediamo. Per raggiungere questo traguardo
bisogna impegnarsi con la stessa risolutezza e determinazione con cui si tende
ad un profitto economico.
Così come si presenta nel Vangelo, il regno dei cieli è la proposta di una
vita incentrata su Dio e, per mezzo di Gesù, vissuta in una familiarità con Dio (Abbà!)
che supera addirittura quella di Adamo ed Eva, descritta nelle prime pagine
della bibbia. I suoi prodromi sono nell’antico Testamento. Un tesoro fatto di “cose nuove e cose antiche” di cui non c’è
niente da buttare, perché tutto è prezioso! Il regno viene offerto a tutti, anche agli scribi, e con loro, a tutto
il popolo d'Israele, nessuno escluso.
Che cosa ci può essere di più prezioso e fonte
di gioia nella nostra vita dell’incontro con Dio, che in Gesù si è reso a noi
accessibile? E di amarlo volontariamente con tutte le nostre prove più dure a
cui la vita ci sottopone?
La terza parabola della rete gettata in mare ci
dice che se durante la nostra vita terrena non ci decidiamo per il regno, alla fine qualcuno deciderà per
noi nel giorno del giudizio. Coloro che non l’accolgono saranno gettati via,
come i pesci cattivi.
Insomma, cari amici, l’inferno c’è e non è
vuoto, checché se ne dica. Dio è misericordia e bontà infinite, ma, come si
legge nel Vangelo, se non vi convertirete, perirete tutti (cfr Lc 13,3.5). A
buon intenditor, poche parole.
Intanto facciamo del nostro meglio per trovare
questo tesoro nascosto, ma non poi più di tanto.
Buona Domenica, cari Amici!
don Marco Belladelli.
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