XIV Domenica del Tempo Ordinario, “A”
Io sono mite e umile di cuore.
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
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Torniamo alla lettura continuata del Vangelo di
Matteo interrotta all’inizio della Quaresima. Il brano che abbiamo ascoltato è
la conclusione del capitolo 11.
All’inizio del capitolo Gesù incontra i
discepoli di Giovanni Battista, il quale dal carcere attraverso di loro gli
manda a dire: “Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Dopo aver risposto elencando i
segni che accompagnavano la sua predicazione: “i ciechi acquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono
purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il
Vangelo” (11,5) per rassicurare Giovanni circa la sua messianicità, Gesù tesse un grande elogio del Battista,
fino ad affermare che “fra i nati di
donna non è sorto alcuno più grande” di lui. Ma poi paradossalmente, quasi
contraddicendosi, conclude dicendo che: “il
più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (11,11). Questo
confronto tra il Battista e “il più
piccolo” del regno dei cieli è la premessa per comprendere il senso della lode
con cui si apre il brano evangelico odierno.
Prima di questo però Gesù pronuncia un duro
monito, nel tono e nei contenuti molto simile ad una vera e propria sentenza di
condanna, contro coloro che pur avendo ascoltato le sue parole e visto le sue
opere non hanno accolto il regno di Dio. I destinatari di questo severo
giudizio sono gli abitanti delle città della Galilea in cui Gesù ha svolto
molta parte del suo ministero: Corazìn, Betsaida e Cafarnao. Per evidenziare la
gravità del loro rifiuto, Gesù arriva a dire che di fronte a quei segni perfino
gli abitanti di Sodoma si sarebbero convertiti.
Soltanto dopo la pesante sentenza contro i
Galilei, Gesù si abbandona a quello straordinario atto di benedizione del Padre
“perché hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.” (v. 25), proclamato oggi
nella liturgia. La cosa nascosta agli uni e rivelata agli altri è il mistero
della vita del Figlio e del Padre, dalla cui relazione di amore è scaturita
l’opera di salvezza per tutta l’umanità,
mistero nascosto ai ‘sapienti’
e ai ‘dotti’, rivelato invece ai ‘piccoli’.
Per avere un’idea più precisa di chi siano
questi “piccoli” dobbiamo
ritornare al giudizio che Gesù ha dato
di Giovanni Battista come l’uomo più grande che non sia mai esistito, usato poi
come termine di paragone per esaltare coloro
che nel regno dei cieli sono più
grandi di lui.
Giovanni va preso sul serio, perché il suo
annuncio: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”, in tutto e
per tutto identico a quello con cui Gesù stesso inizierà la sua predicazione
(cfr Mt 4,17), è già Vangelo. Con lui è iniziata la grande novità del Regno di
Dio, la cui vicinanza consiste nell’irruzione di Dio stesso nella storia umana,
per salvare non soltanto il popolo d’Israele, ma tutti gli uomini.
Questa forte e nuova presenza di Dio accanto a
noi, che non ha precedenti nella storia, esige il superamento della presunzione
di pensarsi migliore degli altri e di non dover cambiare in nulla la propria
vita. Questi non sfuggirà al giudizio del fuoco che brucia per la condanna. Per
chi invece si converte e apre il proprio cuore a Dio nell’abbandono della fede
ci sarà il battesimo purificante del fuoco dello Spirito Santo. Per questo anche
oggi Giovanni Battista rimane una guida insostituibile per ogni
cristiano e per ogni uomo seriamente alla ricerca di Dio.
Nella grandezza del Battista scopriamo la
grandezza dei “piccoli" a cui
sono state rivelate le cose nascoste ai
dotti e ai sapienti. Gesù loda il Padre per coloro a cui, nella sua
benevolenza, ha deciso di rivelarsi ed hanno accolto il regno di Dio,
diversamente da molti altri che, pur avendo ascoltato la sua Parola e visto i
segni da lui compiuti, lo hanno invece rifiutato, come è accaduto per molti
Galilei.
Gesù gioisce con il Padre perché tutto quello
che Giovanni Battista aveva annunciato e preparato si è realizzato secondo la
volontà divina. Come la sua presenza nascosta nel grembo verginale di Maria è
stata ragione di gioia e del dono dello Spirito Santo per il Battista e per
Elisabetta, così oggi la sua presenza manifesta attraverso la Parola e le opere
rappresenta per i ‘piccoli’ del regno
di Dio una occasione di ristoro dalle loro stanchezze e dalle loro oppressioni.
La ragione ultima della lode di Gesù consiste nell’attualità del regno di Dio
che, nonostante le apparenze, continua anche oggi ad espandersi e a realizzarsi
ogni giorno nella vita di molte persone che hanno imparato da Gesù ad avere un
cuore semplice ed umile.
Accogliamo l’invito del
Signore: Venite a me! Accoriamo da
lui nell’Eucaristia per trovare il ristoro dalle fatiche e dalle prove della
vita, e ancor di più per conformare il nostro cuore al suo, nella mitezza e
nell’umiltà. Siamo certi che non ci deluderà (cfr Rm 5,5).
Buona Domenica!
don Marco Belladelli
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