Della Robbia, Ascensione di Gesù al cielo. |
Solennità
dell’Ascensione “A”
Mi è stato dato ogni potere in cielo e
in terra.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io Sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore.
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La solennità dell’
Ascensione è l’apice del processo di glorificazione di Gesù, iniziato, secondo
l’evangelista Giovanni, con la sua passione. Dopo quaranta giorni della sua
risurrezione, Gesù viene rivestito della gloria di Figlio unigenito che gli era
propria fin dalla fondazione del mondo. Con una novità, non certo secondaria e
accessoria. A questa gloria celeste viene associata anche la sua natura umana,
cioè quel corpo che egli ha assunto per opera dello Spirito Santo nel grembo
verginale di Maria, con il quale ha vissuto i suoi trentatre anni di vita in
mezzo a noi, ha camminato per le strade del mondo, sopportando il caldo e il
freddo, la fame e la sete, e ha condiviso le gioie e le tristezze, le speranze
e le angosce della nostra vita terrena. Per mezzo di quel corpo ci ha
parlato di Dio e ha patito le sofferenze e le umiliazioni della passione, fino
alla morte di croce. Quel corpo, di cui conserviamo una misteriosa icona nel
lenzuolo della sindone, è il cardine della salvezza e con l’Ascensione è
introdotto nel mistero della SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, e
rivestito della stessa gloria divina.
Davanti
all’Ascensione, allora, non lasciamoci prendere dallo scoramento emotivo per un
senso psicologico di abbandono, sottolineato spesso da tanti predicatori nelle
loro omelie. Gesù non si allontana da noi, ma salendo al cielo riavvicina
l’uomo a Dio, in un modo molto più stretto di quanto questo rapporto lo
fosse nel paradiso terrestre, prima del peccato dei Progenitori. Matteo infatti
conclude il suo vangelo, dando risalto a questa presenza di Gesù accanto a
ciascuno di noi ogni giorno, fino alla fine: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Questa prossimità coincide con il momento favorevole della
conversione (cfr 2Cor 6,2). Gesù aveva promesso che quando sarebbe stato innalzato da terra avrebbe attirato
tutti a sé (cfr Gv 12,32). Questa parola non si esaurisce nell’evento della
croce, ma trova un suo pieno compimento nell’ascensione al cielo. Come il
figliol prodigo, la Chiesa e tutta l’umanità, attratte da Gesù, hanno imboccato
la via del ritorno. Ogni momento è propizio per rientrare in sé
stessi, per riconoscere il proprio peccato e per incamminarsi sulla strada
che conduce verso la casa del Padre misericordioso. Gesù ha inaugurato questa
via e per primo la percorsa fino alla fine, portando a Dio Padre il dono
prezioso dell’umanità redenta per mezzo delle sue sante piaghe: “dalle sue piaghe siete stati guariti”
(1Pt 2,24).
Che cosa significa
allora: “Mi è stato dato ogni potere in
cielo e in terra”. Quale
potere? Gesù dice “ogni” potere,
cioè tutti, nessuno escluso. Vuol dire il corso degli eventi personali oppure
più in generale quelli della storia umana sono nella sua piena e totale
disponibilità, anche se apparentemente certe volte questo non sembra vero. E’
certa la sconfitta del principe di questo
mondo, anche se nonostante questo egli continua a darsi da fare per far
credere il contrario. A noi il compito di collaborare con questi poteri di Gesù
per orientare tutto alla edificazione del regno di Dio.
Segue il
mandato agli apostoli di evangelizzare e di battezzare (celebrare i
sacramenti), cioè rendere presente il Cristo che salva ogni uomo. Ogni
realtà e ogni situazione è buona per annunciare il Vangelo e contribuire alla
salvezza di chicchessia. E’ la costruzione della civiltà dell’amore.
Nella
festa dell’ ascensione è annunciato dunque anche il senso della storia,
riassunto in questa paziente opera, per mezzo della quale Dio attira tutti a sé.
Questa è la missione dello Spirito Santo. Invochiamolo con forza in questi
giorni (e non soltanto in questi giorni!), che precedono la solennità di
Pentecoste.
Buona Ascensione a
tutti!
don Marco Belladelli.
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