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Giudo Reni, Battesimo di Cristo 1623; Città del Vaticano. |
Festa
del Battesimo di Gesù.
Appena battezzato,
Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.
In
quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi
battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho
bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose:
«Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora
egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal
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Con la festa del Battesimo di Gesù si conclude
il ciclo delle celebrazioni natalizie. Come ho detto nel Vangelo della salute del
6 Gennaio scorso, questo evento fa parte della celebrazione dell’Epifania.
Per tutti e quattro gli evangelisti il Battesimo
di Gesù al Giordano per mano del Battista rappresenta uno dei momenti
fondamentali della sua vita. Dopo il concepimento verginale nel seno di Maria, Gesù
riceve di nuovo l’effusione dello Spirito Santo. Questa volta non per una nuova
vita, ma come investitura messianica. E’ il momento della piena consapevolezza riguardo
alla sua identità e alla missione da compiere. E’ lui il Messia, l’Inviato, il
Consacrato, l’Unto di Dio. Tutti titoli che traducono il greco “Cristo”, apposizione
abitualmente associata al nome Gesù per indicarne l’origine e la missione divine.
Nessuno però poteva immaginare che Dio si sarebbe reso presente tra gli uomini
nella persona stessa del Figlio: “Questi
è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.
Il mettersi in fila di Gesù con tutti i
peccatori che vanno dal Battista per fare penitenza e cambiare vita rappresenta
prima di tutto un gesto di solidarietà. Come dice San Paolo: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio
lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare
giustizia di Dio.” (2Cor 5,21). Non si tratta di un gesto dal valore penitenziale
come per gli altri uomini. Per Gesù il Battesimo è l’anticipazione della sua
morte e risurrezione per mezzo delle quali libererà il mondo dal peccato.
Subito dopo il Battesimo Gesù “vide lo Spirito di Dio discendere come una
colomba e venire sopra di lui”. Lo Spirito Santo di cui oggi viene riempito
gli è necessario per compiere la sua missione. Soltanto dopo il Battesimo infatti
inizia la predicazione del Vangelo e l’inaugurazione del Regno di Dio con il
perdono dei peccati, i vari segni di guarigione e di salvezza dell’uomo che l’accompagnano.
Nel momento della morte in croce al Calvario egli effonderà il dono dello Spirito
sul mondo: “Dopo aver preso l'aceto, Gesù
disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.” (Gv
19,30); e nel giorno di Pasqua particolarmente sugli Apostoli riuniti nel
Cenacolo: “Detto questo, soffiò e disse
loro: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati,
saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".” (Gv 20,22-23), perché
quest’opera di misericordia e di salvezza continui per tutti gli uomini in ogni
luogo, fino alla fine del mondo.
La presenza e l’azione dello Spirito Santo prima
in Gesù e poi nella Chiesa, evidenzia la natura carismatica dell’esperienza
cristiana. Sottolineo questo aspetto soprattutto per coloro che, irretiti dal
razionalismo moderno, sono restii ad accettare questa dimensione soprannaturale
del cristianesimo nella loro vita. Non si diventa cristiani per familiarità, né
per tradizione. Come abbiamo ascoltato durante le celebrazioni natalizie nel
Prologo del vangelo di Giovanni, più volte proclamato, si diventa figli di Dio soltanto accogliendo il
Verbo di Dio fatto carne per mezzo dello Spirito Santo: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di
Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di
carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.” (Gv 1,12-13). Per
chi si definisce cristiano “Essere generati da Dio” significa che a
livello esistenziale non ci si può limitare ad accogliere la cosiddetta “cultura cristiana” con tutti gli alti valori
morali di cui è portatrice, ma è necessario lasciarsi trasformare dalla grazia
di Dio, cioè dallo Spirito Santo che opera in noi allo stesso modo di come ha
operato in Gesù di Nazareth.
Un
ricordo personale. La pala d’altare della piccola cappella di Villa Risi, dove
da bambino partecipavo alla S. Messa festiva, rappresentava il Battesimo di
Gesù al Giordano. L’assidua frequentazione fece nascere una particolare familiarità con questo evento
evangelico, come se si trattasse di qualcosa di straordinariamente presente ed attuale.
Nel senso che lo Spirito Santo deve diventare il protagonista della nostra vita
cristiana come lo è stato per Gesù. E’ lui che ci purifica dal peccato. Per
opera sua aderiamo a Gesù. Ed è sempre Lui che giorno per giorno ci convince e
ci conferma interiormente sulla bontà di ciò che crediamo e viviamo, fino a
renderci capaci del massimo gesto di amore compiuto da Gesù: dare la vita come
Lui.
Buona festa del
Battesimo a tutti !!!
don Marco Belladelli.
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