La copertina del libro di Lino Patruno Fuoco al Sud. |
A QUANDO LA VERA UNITà D’ITALIA?
Giovedì scorso ero in Salento per impegni di ministero e la sera un amico mi ha invitato ad accompagnarlo a Lecce per la presentazione del libro del giornalista Lino Patruno, già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno: Fuoco al Sud. La ribollente galassia dei Movimenti meridionali. Hanno iniziato con un video sulle eccllenze del sud prima del 1861
(La storia sotto la storia, vedi su Youtube). Dopo l’introduzione di un professore di sociologia dell’Università del Salento di cui non ricordo il nome e l’intervento pieno di passione dell’Autore, è seguito tra i presenti un dibattito fatto di recriminazioni e d’indignazione contro il Nord prepotente, che con la complicità del governo centrale e in nome dell’unità d’Italia, si ero colpevole dell’arretratezza del Sud, rubando a 360 gradi tutto quello che era possibile rubare. Ascoltare quegli sfoghi che intervento dopo intervento salivano sempre più di tono, fino a passare dal risentimento alla rabbia, vi assicuro che come unico settentrionale presente e per di più padano come me è stato molto imbarazzante. A un certo punto ho chiesto la parola, presentandomi per quello che ero e manifestando pure il mio disaggio per tutto quello che era stato detto fino ad allora. Ho poi proseguito evidenziando un aspetto citato dall’Autore. E cioè che l’unità d’Italia è stata voluta dagli stranieri, in primis dall’Inghilterra e dalla Francia, per ovvi e importanti interessi nazionali, che ora non sto qui ad analizzare, i quali si sono serviti dei Savoia come loro longa manus. Quello che poi è successo, nel bene e nel male, è sotto gli occhi di tutti. Ma quella sudditanza non ce la siamo ancora scrollata di dosso. Ai tutti i governanti che si sono alternati in tutto questo tempo è mancato il coraggio (e ancora manca!) di promuovere una politica e una cultura di “riconciliazione nazionale”, che ponga a fondamento del vivere sociale quei valori condivisi da tutti gli Italiani, da Bolzano a Lampedusa e sappia valorizzare le diversità e le peculiarità secondo un criterio di complementarietà, perché rappresentino un bene e una risorsa per tutti. Intanto che ci decidiamo la Merkel e Sarkozy (Cameron lo fa di nascosto, dietro la tenda) continuano a ridere di noi…
(La storia sotto la storia, vedi su Youtube). Dopo l’introduzione di un professore di sociologia dell’Università del Salento di cui non ricordo il nome e l’intervento pieno di passione dell’Autore, è seguito tra i presenti un dibattito fatto di recriminazioni e d’indignazione contro il Nord prepotente, che con la complicità del governo centrale e in nome dell’unità d’Italia, si ero colpevole dell’arretratezza del Sud, rubando a 360 gradi tutto quello che era possibile rubare. Ascoltare quegli sfoghi che intervento dopo intervento salivano sempre più di tono, fino a passare dal risentimento alla rabbia, vi assicuro che come unico settentrionale presente e per di più padano come me è stato molto imbarazzante. A un certo punto ho chiesto la parola, presentandomi per quello che ero e manifestando pure il mio disaggio per tutto quello che era stato detto fino ad allora. Ho poi proseguito evidenziando un aspetto citato dall’Autore. E cioè che l’unità d’Italia è stata voluta dagli stranieri, in primis dall’Inghilterra e dalla Francia, per ovvi e importanti interessi nazionali, che ora non sto qui ad analizzare, i quali si sono serviti dei Savoia come loro longa manus. Quello che poi è successo, nel bene e nel male, è sotto gli occhi di tutti. Ma quella sudditanza non ce la siamo ancora scrollata di dosso. Ai tutti i governanti che si sono alternati in tutto questo tempo è mancato il coraggio (e ancora manca!) di promuovere una politica e una cultura di “riconciliazione nazionale”, che ponga a fondamento del vivere sociale quei valori condivisi da tutti gli Italiani, da Bolzano a Lampedusa e sappia valorizzare le diversità e le peculiarità secondo un criterio di complementarietà, perché rappresentino un bene e una risorsa per tutti. Intanto che ci decidiamo la Merkel e Sarkozy (Cameron lo fa di nascosto, dietro la tenda) continuano a ridere di noi…
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