VII Domenica del tempo Ordinario “C”
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Dopo le “Beatitudini” e i “Guai!”, Gesù continua il suo discorso con una serie di affermazioni molto forti, quali: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono” e via dicendo, di fronte alle quali ci sentiamo inevitabilmente imbarazzati. Chi non ha problemi relazionali con qualcuno, se non addirittura di vera e propria inimicizia? Un proverbio popolare dice che “borbottano anche le viscere con il corpo”, quasi a voler giustificare tensioni e conflitti, soprattutto con chi ci è più vicino o con chi siamo più frequentemente a contatto, al di là della buona volontà personale. Pensate, alle incomprensioni che a volte si trasformano in veri e propri scontri, divisioni e rotture tra familiari, parenti e amici, quasi sempre per questioni d’interesse, di orgoglio o di gelosia e invidia, tanto che troppo spesso in famiglia si verificano violenze di ogni tipo soprattutto verso i più deboli, donne, bambini e anziani. Chi di noi, quando fa del bene agli altri, è capace di tanto disinteresse, da non pensare, se non proprio ad un gesto di contraccambio o riconoscenza, almeno di ringraziamento?
Per esercitare la virtù della misericordia è
necessaria una forza morale eroica, soltanto Dio è tanto misericordioso da dimostrare “il suo amore verso di noi nel fatto che,
mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Rm 5,8). Allora
come possiamo accogliere questa parola di Gesù, senza diventare ipocriti come i
farisei? Prima di tutto Gesù esige dai suoi discepoli che non accettino la
logica della vedetta, e cioè del rendere male per male, come ci ricorda S.
Matteo (cfr. 5,38ss). Il secondo passo, cioè l’imitazione di Dio stesso nella
sua infinita misericordia, esige una trasformazione del cuore umano che
comincia con l’ascolto della ‘Parola’
e continua con la grazia dei ‘Sacramenti’.
Soltanto con questi aiuti ‘divini’ si
diventa giorno per giorno capaci di una vera e disinteressata generosità, fino
ad amare anche i nemici, insomma capaci di misericordia a immagine e
somiglianza del Padre celeste. Intanto cominciamo con accogliere questa ‘Parola’ di Gesù dentro di noi come un
dono e un bene senza pari. Accoglierla significa assimilarla con la mente e con
il cuore, per poi ‘ruminarla’, come
dicevano i Padri della Chiesa antica, cioè ritornarci sopra frequentemente finché
non la sentiamo parte del nostro spirito. La sua forza ci renderà misericordiosi
nella profondità della nostra anima e nelle nostre opere come il “Padre
vostro”. Allora la luce della ‘Parola’
illuminerà il nostro cammino per mostrarci tutte quelle situazioni nelle quali,
come “figli dell'Altissimo”, saremo chiamati a distinguerci dal
comportarci come fanno tutti “i peccatori”, cioè coloro che non
cercano Dio e non hanno nessun interesse ad ascoltare e a seguire il Signore
Gesù.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
Fiat
RispondiEliminaBene/diciamo
RispondiEliminaE non male/diciamo grazie al per/dono del padre misericordioso 🙏
Potremmo riassumere il messaggio del Vangelo dicendo che esistono tre categorie di persone: sul gradino più basso ci sono i malvagi (coloro che, pur ricevendo il bene, fanno il male); più su ci sono i giusti (coloro che rispondono al bene con il bene e al male con il male); infine ci sono coloro che al male rispondono con il bene. Solo costoro sono i figli di Dio e riproducono in se stessi il comportamento del Padre.
RispondiEliminaDiciamo che, per chi sa di essere figlio di Dio e vuole esserlo seriamente, esiste soltanto la possibilità di imitare la misericordia del Padre; poi ciascuno deve fare i conti con le proprie debolezze e fragilità umane, che unite alla malizia, più o meno consapevole, fanno tutto il resto ... buona Domenica!
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