venerdì 21 febbraio 2025

Il Vangelo della salute del 23/02/2025

 Il Maestro di Alkmaar,  Le sette opere di misericordia, 1504 - Amsterdam

VII Domenica del tempo Ordinario “C”

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

Dal Vangelo secondo Luca.  (6,27-38).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».  Parola del Signore. 
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Dopo le “Beatitudini” e i “Guai!”, Gesù continua il suo discorso con una serie di affermazioni molto forti, quali: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono” e via dicendo, di fronte alle quali ci sentiamo inevitabilmente imbarazzati. Chi non ha problemi relazionali con qualcuno, se non addirittura di vera e propria inimicizia? Un proverbio popolare dice che “borbottano anche le viscere con il corpo”, quasi a voler giustificare tensioni e conflitti, soprattutto con chi ci è più vicino o con chi siamo più frequentemente a contatto, al di là della buona volontà personale. Pensate, alle incomprensioni che a volte si trasformano in veri e propri scontri, divisioni e rotture tra familiari, parenti e amici, quasi sempre per questioni d’interesse, di orgoglio o di gelosia e invidia, tanto che troppo spesso in famiglia si verificano violenze di ogni tipo soprattutto verso i più deboli, donne, bambini e anziani. Chi di noi, quando fa del bene agli altri, è capace di tanto disinteresse, da non pensare, se non proprio ad un gesto di  contraccambio o riconoscenza, almeno di ringraziamento?

 Nonostante le nostre difficoltà, Gesù presenta le esigenze morali del regno di Dio nell’ottica della misericordia divina, senza deroghe né eccezioni di sorta. Anzi dal v.35 in poi c’è una riformulazione degli stessi insegnamenti dell’inizio: “Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla”, in un crescendo che arriva a proporci come modello del nostro comportamento Dio stesso: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (v. 36). Sappiamo bene che cos’è la misericordia, è la capacità di amare tutti coloro che sono in qualsiasi genere di necessità, chiunque essi siano, anche i nostri nemici, anche coloro che ci odiano, che ci disprezzano, che desiderano il nostro male o che addirittura ce lo hanno fatto e continuano a farlo ...

Per esercitare la virtù della misericordia è necessaria una forza morale eroica, soltanto Dio  è tanto misericordioso da dimostrare “il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Rm 5,8). Allora come possiamo accogliere questa parola di Gesù, senza diventare ipocriti come i farisei? Prima di tutto Gesù esige dai suoi discepoli che non accettino la logica della vedetta, e cioè del rendere male per male, come ci ricorda S. Matteo (cfr. 5,38ss). Il secondo passo, cioè l’imitazione di Dio stesso nella sua infinita misericordia, esige una trasformazione del cuore umano che comincia con l’ascolto della ‘Parola’ e continua con la grazia dei ‘Sacramenti’. Soltanto con questi aiuti ‘divini’ si diventa giorno per giorno capaci di una vera e disinteressata generosità, fino ad amare anche i nemici, insomma capaci di misericordia a immagine e somiglianza del Padre celeste. Intanto cominciamo con accogliere questa ‘Parola’ di Gesù dentro di noi come un dono e un bene senza pari. Accoglierla significa assimilarla con la mente e con il cuore, per poi ‘ruminarla’, come dicevano i Padri della Chiesa antica, cioè ritornarci sopra frequentemente finché non la sentiamo parte del nostro spirito. La sua forza ci renderà misericordiosi nella profondità della nostra anima e nelle nostre opere come il “Padre vostro”. Allora la luce della ‘Parola’ illuminerà il nostro cammino per mostrarci tutte quelle situazioni nelle quali, come “figli dell'Altissimo”, saremo chiamati a distinguerci dal comportarci come fanno tutti “i peccatori”, cioè coloro che non cercano Dio e non hanno nessun interesse ad ascoltare e a seguire il Signore Gesù.

Buona Domenica!

 don Marco Belladelli.

4 commenti:

  1. Bene/diciamo
    E non male/diciamo grazie al per/dono del padre misericordioso 🙏

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  2. Potremmo riassumere il messaggio del Vangelo di­cendo che esistono tre categorie di persone: sul gradino più basso ci sono i malvagi (coloro che, pur ricevendo il bene, fanno il male); più su ci sono i giusti (coloro che rispondono al bene con il bene e al male con il male); infine ci sono co­loro che al male rispondono con il bene. Solo costoro sono i figli di Dio e riproducono in se stessi il comportamento del Padre.

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    1. Diciamo che, per chi sa di essere figlio di Dio e vuole esserlo seriamente, esiste soltanto la possibilità di imitare la misericordia del Padre; poi ciascuno deve fare i conti con le proprie debolezze e fragilità umane, che unite alla malizia, più o meno consapevole, fanno tutto il resto ... buona Domenica!

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