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Henrik Olrik, Discorso delle beatitudini, 2007, Chiesa di S. Matteo, Copenhagen |
VI Domenca del tempo Ordinario “C”
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
Dal Vangelo secondo Luca. (6,17.20-26).
In quel tempo, Gesù, disceso
con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante.
C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la
Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone.
Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore.
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Dopo aver descritto l’attività di Gesù in Galilea, Luca ci riporta il suo primo discorso, attraverso il quale possiamo meglio comprendere la novità del messaggio evangelico.
Gesù è appena disceso dal monte, luogo per
eccellenza dell’incontro con Dio, dove, dopo aver pregato, ha scelto i Dodici tra
tutti i suoi discepoli. Una situazione che ci ricorda Mosè, quando scese dal
Sinai dopo aver ricevuto da Dio le
tavole della legge per consegnarle al
popolo in segno di alleanza. Diversamente da quanto affermato da Matteo (Mt
5,1ss), ci troviamo in un luogo pianeggiante, dove si è riunita molta folla venuta
anche da fuori dei confini d’Israele.
Le differenze tra il racconto di Matteo e quello
di Luca non si limitano al luogo in cui Gesù ha predicato le ‘Beatitudini’. Il discorso è rivolto indistintamente
a tutta la folla che si trova davanti e non soltanto ai discepoli, a conferma
della universalità della missione. La differenza più rilevante è poi nella
forma e nel contenuto stesso delle Beatitudini.
In Luca, invece di otto, sono soltanto quattro, a cui fanno seguito quattro ‘Guai!’, e cioè delle vere e proprie ‘minacce’ sullo stile dei profeti
dell’antico testamento, destinate a coloro che non accolgono il messaggio del
regno di Dio. Una contrapposizione tra positivo e negativo che ci ricorda la
parabola del ‘ricco epulone’ (cfr.
Lc 16,19-31), dove la situazione terrena
è l’opposto della realtà dell’aldilà e le sorti dei protagonisti sono esattamente
invertite. Coerente con quanto è stato anticipato a Nazareth, quando Gesù si
presentò ai suoi concittadini come il Messia inviato per evangelizzare i poveri
(cfr. 4,18ss), anche nelle beatitudini
viene confermato che il regno di Dio è per i poveri, cioè per coloro che hanno
rinunciato a tutto per seguire Gesù. Luca è profondamente convinto che la
ricchezza materiale è per eccellenza il primo e fondamentale ostacolo
all’accoglienza del messaggio evangelico, perché impedisce all’uomo di aprirsi alla
trascendenza, rendendo impossibile l’offerta di se stessi a Dio. Un messaggio
che attraverso tutto il suo Vangelo, dal ‘Magnificat’,
dove si parla dei ricchi rimandati a mani vuote (1,53), fino al Calvario, dove
la differenza tra i due ladroni (cfr. 23,39ss) sta nella convinzione che il valore
della vita dipenda da ciò che si possiede. La seconda e la terza beatitudine, cioè chi ha fame e chi
soffre, non sono altro che conseguenze dell’essere poveri, nel senso
dell’indigenza di chi ha abbandonato tutto per il regno di Dio. Nella quarta beatitudine ritroviamo invece un altro
tema molto caro a Luca, che egli sviluppa non soltanto nel vangelo, ma
soprattutto nel libro degli ‘Atti degli
Apostoli’, e cioè quello della persecuzione e del disprezzo dei discepoli,
la cui gioia consiste nel pensare alla ricompensa celeste. Per coloro che
invece contano su se stessi e pensano di salvarsi con la loro potenza, ricchezza
o qualsiasi altra risorsa umana ci sono i "Guai!”, avranno cioè la stessa sorte dei falsi profeti dell’antico testamento
(Amasia in Am 7,12ss; e Pascur in Ger 20,3ss. ). Gesù propone un percorso di salvezza
ben preciso, secondo il volere di Dio: o si è con lui, o si è con il mondo e
con la sua logica, basata sulla ricchezza, il piacere, il potere e la
corruzione. Non sono ammessi compromessi e tanto meno mediazioni di sorta. La
nostra beatitudine
consiste nell’abbandonare tutto per ‘stare con lui’, perché egli è qui proprio per noi.
Quel suo “Beati
voi …” si deve
intendere come un mettersi a nostra totale disposizione “fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,8) perché in noi si
realizzino quelle condizione che ci rendono degni del regno di Dio. Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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