giovedì 9 novembre 2023

Il Vangelo della salute del 12/11/2023

XXXII Domenica del Tempo Ordinario, “A”

Ecco lo sposo! Andategli incontro!

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (25,1-13).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore.

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Siamo prossimi alla fine dell’anno liturgico e la Chiesa ci invita a riflettere sulle realtà ultime della nostra vita e su ciò che ci attende dopo la vita terrena, temi raggruppati nel capitolo dottrinale detto dei “novissimi”, articolato in quattro argomenti: morte e giudizio, inferno e paradiso. Siamo anche quasi al termine del vangelo di Matteo e prima degli eventi della passione, l’evangelista dedica due capitoli, il 24 e il 25, al quinto ed ultimo suo discorso, quello escatologico e cioè sugli ultimi tempi (dal greco escaton, ultimo). Le tre parabole che la liturgia ci propone in queste ultime domeniche, una di seguito all’altra, parlano della parusia, cioè della seconda e ultima venuta del Signore Gesù, che segna la fine del mondo e il giudizio finale, come una vera e propria unità letteraria e tematica. La parabola delle dieci vergini, proposta oggi dalla liturgia, inizia con l’ormai nota introduzione: “Il regno dei cieli è simile a …”, per arricchire la nostra conoscenza di questa realtà divina e insieme terrena.

Il racconto evoca un momento particolare di una festa di nozze, quando il corteo delle damigelle accompagna lo sposo alla casa della sposa. Le dieci vergini si dividono in stolte e sagge da come si sono organizzate per partecipare alle nozze. Le prime non hanno messo in conto la possibilità di un ritardo, mentre le altre hanno portato con sé una scorta di olio per le loro lampade. Secondo la logica paradossale delle parabole, succede che lo sposo non soltanto ritarda, ma arriva a mezzanotte, nel pieno dell’oscurità, un orario tanto insolito, quando sono necessarie luci artificiali. Chi aveva olio per le proprie lampade entra al banchetto nuziale, le altre invece ne sono escluse, come se fossero non solo estranee alla festa, ma addirittura delle sconosciute: “non vi conosco”. Secondo Serafino di Sarov, santo monaco russo della fine del 1700, la saggezza delle cinque vergini che hanno portato con sé la provvidenziale scorta di olio, non consiste nell’eccellenza della virtù, perché tutte e dieci erano “vergini”, massimo segno della loro dedizione a Dio,  ma nella grazia dello Spirito Santo, significata nei vasetti con la scorta di olio, senza della quale non c’è salvezza per nessuno. Dice san Serafino: “La grazia dello Spirito Santo trasforma le nostre opere da caduche in eterne, da mortali a spiritualmente vive, da tenebra in luce, mutando l’esistenza nostra, simile a una stalla dove le passioni sono incatenate come fiere, in un tempio divino, in un tempio di eterna letizia in nostro Signore Gesù Cristo, Creatore e Sposo eterno delle anime nostre.”  Una interpretazione molto suggestiva. Cosa pensiamo di fare infatti senza lo Spirito Santo? Dove pensiamo di arrivare? Eppure oggi nella Chiesa ancora molti pensano di risolvere i problemi puntando unicamente sulle capacità umane, intellettive, organizzative, strategiche e di governo, come in una azienda dove sono prioritari competenza ed efficienza, in una competizione senza soluzione di continuità con il mondo, e con l’unica certezza di vedersi chiudere la porta in faccia dal Signore, come alle vergini stolte. Soltanto se apriremo il cuore allo Spirito Santo, vivo e operante in noi, incontreremo il Signore Gesù. E’ lo Spirito Santo infatti, che ci sostiene ogni giorno nei nostri impegni e nelle nostre responsabilità quotidiani, sempre in cammino e in vigilante attesa dello Sposo delle nostre anime, che ci introdurrà alle realtà eterne a cui siamo destinati.

Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

2 commenti:

  1. Grazie don il Signore ci ha lasciato il suo Spirito e noi lo ignoriamo 🙏

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  2. O Signore unisci la tua voce alla nostra preghiera: Signore Gesù manda il tuo Spirito sulla Terra abbiamo bisogno di Te cammina con noi 🙏

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