Discorso della montagna, miniatura francese del sec. XIII, Biblioteca nazionale, Parigi |
V Domenica del tempo Ordinario “A”
Voi
siete la luce del mondo.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO MT 5, 13-16In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e
rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore.
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Il brano di oggi fa parte del discorso della montagna, introdotto dalle beatitudini. Posto all’inizio del ministero pubblico di Gesù, secondo Matteo questo discorso rappresenta il manifesto del regno dei cieli. Se il primo annuncio: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17), una ripresa del messaggio del Battista, poteva in qualche modo essere non del tutto esplicito, la lunga e articolata esposizione dei capitoli 5°, 6° e 7°, che compongono questo discorso, ci presenta tutta la novità del messaggio evangelico, i suoi contenuti, il suo percorso e la metà da raggiungere e cioè l’edificazione del regno di Dio.
Gesù non si confonde con uno dei tanti profeti del passato, ma non vuole essere scambiato nemmeno con un rivoluzionario iconoclasta che tutto distrugge per non cambiare nulla, o con l’imbonitore di turno che promette, illude e alla fine delude. Soltanto Dio può dare compimento al suo disegno di salvezza, iniziato con l’elezione del popolo d’Israele: “non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento” (Mt 5,17). Gesù è il nuovo Mosè che per mezzo della sua Parola e della sua azione realizza la salvezza di Dio per l’uomo. La sua quindi non è una nuova filosofia, neppure una nuova dottrina morale e tanto meno una illusoria promessa. Tutta la sua attenzione è incentrata sulle persone che incontra e che lo ascoltano, oggi come ieri. Ad esse propone una “esperienza di vita”. A chi decide di seguirlo è richiesto di mettersi in gioco totalmente, senza riserve, per avere il centuplo, cioè la vita vera e definitiva.
All’inizio del ministero pubblico Gesù è stato presentato come una luce che squarcia le tenebre (cfr 4,12ss). Ora i termini sono rovesciati. E’ Gesù che paragona i suoi discepoli al sale della terra e alla luce del mondo: “Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo …”. Una prima domanda: “Voi” chi sono? A chi si riferisce? Basta leggere sopra: voi che siete beati! Voi poveri, voi afflitti, voi miti, voi affamati di giustizia, voi misericordiosi, voi puri di cuore, voi operatori di pace, voi perseguitati di giustizia, voi insultati e perseguitati per causa mia … Paradossalmente, prima ancora di dire che cosa si deve fare per diventare suoi discepoli, Gesù dice beato, sale della terra e luce del mondo a chi semplicemente si è avvicinato a lui soltanto per ascoltarlo. Non si è mai raggiunti per caso dall’annuncio del Regno di Dio. Di fronte alla Parola di Dio non si è mai dei semplici presenzialisti curiosi o occasionali. Nel momento in cui “ascoltiamo” non siamo semplicemente dei chiamati, ma siamo già dei ‘discepoli’. In questo ascolto c’è già una risposta, fino ad essere identificati in coloro che danno sapore a questa nostra storia e luce a questo mondo. L’ascolto è già evento di salvezza, è già realizzarsi del Regno, è già comunione con Dio.
Una seconda domanda: come facciamo oggi a dare sapore alla terra e illuminare questo nostro momento storico? Se cerco di vedere chi sono oggi quei poveri, afflitti, miti, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore e via dicendo che rendono possibile la presenza di Dio in mezzo a noi, mi passano davanti agli occhi i volti di tante persone incontrate nella mia vita, soprattutto in ospedale, che hanno saputo umilmente amare, soffrire e lasciare questa mondo, credendo, sperando e completamente abbandonati a Colui che li ha amati fino al sacrifico della croce. Sono loro “il sale della terra”, sono loro “la luce del mondo”, sono loro i veri testimoni (martiri) del risorto che scongiurano all’umanità il pericolo del precipitare nell’abisso della perdizione, dove anche tanti di noi rischiano di cadere per il loro egoismo, tentati dalla ricchezza, dal piacere, dal potere e percorrendo le solite “strade che non portano mai a niente”, come si diceva in una famosa canzone degli anni sessanta.
Se oggi, nell’ascolto della Parola e nella celebrazione dei santi Misteri abbiamo assaporato nel nostro cuore la gioia per l’annuncio di questo evento di salvezza per noi e per il mondo, rendiamo gloria a Dio e mettiamoci seriamente al seguito del Signore Gesù perché la luce del Vangelo risplenda davanti agli uomini e vedendo le vostre opere buone rendano anch’essi gloria al Padre vostro che è nei cieli. Buona domenica!
don Marco Belladelli
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