Ferdinando Palmerio – Guardiagrele SS. Trinità, Santuario di Pratola Peligna (AQ). |
Solennità
della SS. Trinità, “B”
Battezzate
tutti i popoli
nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io
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Dopo la solenne festa di
Pentecoste nella quale si è rinnovata l’effusione dello Spirito Santo sulla
Chiesa e sul mondo, oggi celebriamo uno dei due misteri principali della fede
cristiana: l’unità e la trinità di Dio. Il mistero di Dio è il cuore della
rivelazione di Gesù: “Questa è la
vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù
Cristo.”, e ancora: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini” (Gv 17,3.6). Egli è
venuto per farci conoscere Dio e per renderci partecipi della sua stessa vita.
Oggi come ieri restano
aperte numerose domande sull’esistenza e la realtà di Dio. Quanti uomini
continuano ad indagare attorno al suo mistero e al suo rapporto con l’uomo, il
mondo e la storia. E poi c’è l’assurda realtà del male a rendere la questione
ancora più problematica, come disse Benedetto XVI nella sua storica visita al campo
di sterminio di Auschwitz: “Quante domande ci si impongono in questo luogo!
Sempre di nuovo emerge la domanda: Dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha
taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del
male?”. Domande, che evocano altre domande, all’infinito … Nel libro della
Genesi, subito dopo il peccato originale, è Dio invece che interroga l’uomo: “Dove sei?”. Siamo ancora nel paradiso terrestre e l’uomo
rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho
avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,9-10). Una
emblematica rappresentazione del problematico e tormentato rapporto tra l’uomo
e Dio, che attraversa tutta la storia dell’umanità. Da una parte l’uomo che si
nasconde a Dio, si sottrae al rapporto con lui, per vivere poi nella paura
della propria autonomia e nella frustrazione di una sua impossibile assoluta
signoria sull’universo; dall’altra la reiterata domanda accusatrice contro Dio,
per la sua irresponsabile assenza o per il suo mancato intervento protettivo,
ogni qual volta l’uomo diventa vittima dell’assurdità della storia. In questo
contesto, fatto di nascondimento e di accuse polemiche, in cui si riassume il
difficile rapporto dell’uomo con Dio, arriva a noi la rivelazione cristiana del
mistero di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, della sua Carità e
della sua Misericordia infinite. Il Dio cristiano è Colui che in ogni istante
provvede all’uomo in ogni sua esigenza vitale. Colui che manda il suo Figlio,
l’Unigenito, perché “abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (cfr Gv
10,10). Colui che nello Santo Spirito si fa tutto a tutti, ci purifica, ci
illumina, e ci attira a sé. Contrariamente a quanto hanno fatto Adamo ed Eva,
il nostro compito di cristiani oggi nel mondo non è più quello di nasconderci a
Dio, ma di uscire allo scoperto e vivere nella sua luce. La fede è saper stare
davanti a Dio, senza averne paura, senza entrare necessariamente in conflitto,
senza l’orgogliosa superbia dell’autosufficienza, ma da veri figli di Dio, che
gridano “Abbà, Padre” (Rom 8,15), così come ci ha insegnato Gesù. Nel battesimo
siamo stati immersi dentro a questo mistero, ne facciamo parte ormai per
l’eternità, al di là della nostra maggior o minor consapevolezza personale.
Nell’umiltà della fede ritroviamo la naturale armonia perduta del paradiso
terrestre e soprattutto il coraggio dell’amore e la forza della Speranza. Possiamo, allora, liquidare Dio con un fugace segno di croce del mattino e della sera? O magari con qualche veloce preghiera biascicata strada facendo? O ricorrere vigliaccamente a Lui soltanto nel momento del bisogno? No! Il cristiano è colui che sa stare con Dio, si compiace della sua presenza e si riempie il cuore ogni giorno delle sue grazie. Perché “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4), e nella preghiera questa parola diventa la nostra vita. Buona scoperta e incontro con Dio!
don
Marco Belladelli.
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