lunedì 28 maggio 2018

Il Vangelo della salute del 03/06/2018

Raffaello Sanzio, Disputa del Sacramento, (1509) Città del Vaticano. 
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue 
di N. S. Gesù Cristo - “B”
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal Vangelo secondo Marco  (14, 12-16. 22-26)
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei
discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore. 

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Da alcuni anni la celebrazione della festa del Corpus Domini qui in Italia è stata spostata dal Giovedì alla Domenica successiva la solennità della santissima Trinità. Secondo il principio “la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa”, con questo sacramento siamo al centro del mistero cristiano e della vita della Chiesa. Nessuna azione è più fondamentale per la vita della Chiesa quanto la celebrazione dell’Eucaristia. Nessun sacramento rende vivo e presente Cristo e ci mette in comunione con lui come l’Eucaristia. L’Eucaristia è memoriale del sacrifico di Cristo, banchetto di comunione tra Dio e gli uomini, presenza reale del Signore risorto, vivo nella sua Chiesa, e segno escatologico della salvezza universale della famiglia umana, secondo la volontà di Dio Padre. Per mezzo di esso diventiamo una sola cosa con Cristo, membra del suo corpo fino al punto di sentire come Lui, di pensare come Lui e di vivere come Lui, più di quanto lo esprima la nostra volontaria, personale, consapevole e libera adesione a Cristo.
Forse non tutti sanno che fu Gesù stesso a chiedere l’istituzione di questa festa liturgica attraverso delle apparizioni a santa Giuliana di Liegi nei primi anni del 1200. Alla richiesta del Cielo, seguirono altri segni straordinari, tra cui il miracolo di Bolsena, quando l’ostia consacrata spezzata sanguinò nelle mani di un sacerdote boemo dubbioso sulla reale e viva presenza di Cristo nel Sacramento. Dopo questi fatti, nel 1264 il Papa, Urbano IV, estese a tutta la  Chiesa la festa del Corpus Domini, seguita dalla processione eucaristica, e affidò a San Tommaso d’Aquino il compito di redigere i testi liturgici. Le letture di oggi mettono in risalto soprattutto l’aspetto sacrificale dell’Eucaristia. Nella prima lettura si ricorda come l’antica alleanza tra Dio e il popolo d’Israele sia stata sancita nel segno del sangue, tema ripreso dal Salmo responsoriale (Sal 116/115) nell’immagine del calice dell’alleanza innalzato. Nella seconda lettura l’autore della lettera agli Ebrei parla della superiorità ineguagliabile dell’offerta del sangue di Cristo per il perdono dei peccati, rispetto all’efficacia attribuita agli antichi sacrifici di capri, vitelli e giovenche. Anche nel racconto dell’ultima cena di Marco, proposto come testo evangelico, viene evidenziato il valore redentivo dell’effusione del sangue e come per suo mezzo venga rinnovata l’ antica alleanza: “Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti”. Nella bibbia il sangue è simbolo di vita. Con il sacrifico della croce anche la nuova alleanza viene stabilita nel sangue di Cristo, per significare un legame dal valore eterno e non ritrattabile. Ora essa è valida “per molti”, cioè per tutti coloro che vorranno farla propria attraverso la comunione eucaristica. Il sangue di Cristo è il prezzo del nostro riscatto dal peccato e la misura assoluta dell’amore di Dio. Non quindi un amore platonico né tanto meno un amore effimero, fatto di emozioni e sentimenti umani, evanescenti ed inconsistenti come neve al sole. Il Signore vuole che la sua Chiesa, nata dal suo sacrificio, accolga questo dono per mezzo dello Spirito Santo nella forma liturgica del Sacramento. Mediante la consacrazione del pane e del vino in cui si rende realmente presente il suo Corpo e Sangue, Cristo trasforma ciascuno di noi, assimilandoci a sé e coinvolgendoci con la forza del suo amore nella sua opera di redenzione.  Tutte le volte che celebriamo l’Eucaristia dobbiamo lasciarci coinvolgere nella dinamica dell’atto oblativo con cui Gesù dona se stesso. La Chiesa vive dell'Eucaristia per l’esperienza quotidiana della fede nutrita del sacramento, e soprattutto perché nel sacramento è racchiuso il mistero della sua stessa origine ed esistenza. Essa ha fatto di questo sacramento il centro della propria esistenza, la fonte inesauribile da cui attingere la forza necessaria per il suo cammino nella storia e il fondamento di una speranza che non delude (cfr Rm 5,5) per la trasformazione del mondo secondo la logica del regno di Dio. Oggi auguro a tutti una Buona Eucaristia, il più frequente possibile!
don Marco Belladelli.

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