Carl Heinrich Bloc, Il discorso della montagna, 1865-1879, castello di Frederiksborg (Danimarca). |
IV Domenica del tempo Ordinario “A”
Beati
i poveri in spirito.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (5,1-12A)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore.
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Le Beatitudini sono una delle pagine evangeliche più belle e più conosciute della Bibbia. Alla forza carismatica propria della Parola di Gesù, si accompagna pure una qualità letteraria del tutto unica.
Il termine “Macarios”, cioè “Beati”, evoca il desiderio innato di felicità presente nell’animo umano e sistematicamente frustrato dall’incontro con le varie realtà con le quali ci rapportiamo, perché nessuna di esse, persone o cose che siano, non riescono mai a soddisfarlo pienamente. Perché è così difficile realizzare la propria felicità? Perché è anche altrettanto difficile vivere in pace e serenità con se stessi, con gli altri e con il mondo? Se poi ci confrontiamo con l’offerta evangelica di beatitudine, per nove volte paradossalmente riferita a vissuti umani che non hanno niente a che vedere con quello che comunemente riteniamo ragione di felicità, ne usciamo ancor più profondamente turbati.
Accostiamoci ora al testo evangelico. Gesù ha appena iniziato la sua missione. Matteo ci ha detto la scorsa Domenica che la sua parola è luce per il popolo che cammina nelle tenebre. Egli è colui che si prende cura degli uomini e li guarisce da ogni malattia e infermità. Nel discorso della montagna, che inizia proprio con la pagina delle Beatitudini, questa luce rifulge in tutto il suo splendore, rivelando ai discepoli e a tutti coloro che lo ascoltano, la novità sconvolgente del regno dei cieli. E ora, come nuovo Mosè, dal monte di Dio porta agli uomini la nuova Alleanza. La possibilità di essere “Beati” non dipende dal destino più o meno fortunato che si è avuto in sorte, ma dal rapporto che ciascun uomo stabilisce con Dio per mezzo di Gesù, venuto in suo Nome per renderci partecipi della vita divina. La beatitudine inizia prima di tutto da questa prossimità di Dio a ciascuno di noi. Possiamo stare davanti a Dio senza averne paura, senza bisogno di nasconderci, come fecero i nostri progenitori, Adamo ed Eva, dopo il peccato originale. Nonostante la nostra nullità e pochezza, non ci sentiremo schiacciati, né umiliati e né tanto meno sminuiti nella nostra dignità umana. Non sentiremo necessità di null’altro, se non di questo grande dono: stare con Dio. Dio stesso, nella sua provvidenziale paternità divina, si fa custode e garante di tutto quanto abbiamo bisogno. La presenza poi in mezzo a noi del Figlio di Dio rinnova la nostra realtà umana, fino ad innalzarla ad una dignità soprannaturale, tanto che nessuna situazione e/o condizione di vita, anche la più mortificante, come la povertà materiale o morale, la sofferenza fisica e spirituale, la marginalità sociale, la persecuzione o qualsiasi altra realtà negativa, non riusciranno minimamente ad intaccarla.
Questo è il Vangelo, questa è la buona notizia del regno dei cieli! Oggi siamo noi i discepoli seduti attorno a Gesù sulla montagna che ascoltano le beatitudini del regno dei cieli: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.”. Beati noi, se sapremo fare di Gesù e della sua croce la ragione della nostra vita, il fondamento e l’orientamento del nostro cammino di fede. “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.
Oggi allora, ci auguriamo: Beata domenica !!!
don Marco Belladelli.
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