sabato 10 dicembre 2016

SANTI, BEATI E TESTIMONI/17

Padre Mario Borzaga (OMI), missionario martire in Laos nel 1960, a soli 27 anni.
I MARTIRI LAOTIANI
Domani, Domenica 11 dicembre 2016 sarà una data importante per la Chiesa in Asia. A Vientiane, capitale del Laos, la piccolissima comunità cattolica di quel paese vivrà la beatificazione dei suoi primi martiri, 17 tra missionari stranieri e catechisti locali, tutti uccisi tra il 1954 e il 1970 dalle milizie del Pathet Lao, la variante locale della guerriglia comunista indocinese, la stessa che nel 1975 prese il potere al termine di un conflitto parallelo a quello del Vietnam e i cui eredi ancora oggi sono al governo in Laos.
Tra i diciassette martiri c'è anche un italiano, Padre Mario Borzaga. Nato a Trento nel 1932, tez'ultimo di quattro figli, 
entra in seminario ad 11 anni. All'età di vent'anni, nel 1952, si unisce ai Missionari Oblati di Maria Immacolata. Verso la fine del 1957, ordinato sacerdote, viene inviato alla missione O.M.I. in Laos. Parte da Napoli con il primo gruppo italiano verso il distretto Paksane. Riceve la croce per le Missioni nella Parrocchia di Santa Lucia a Mare in Napoli. Apprende la lingua e la cultura locale, e inizia la sua vita da missionario, in un paese che era appena uscito dalla guerra d'Indocina e ancora percorso dalla guerra civile. Nel 1958 opera tra i villaggi lungo il Mekong, poi si sposta tra le montagne nel nord del paese, a Kiu Kacham nel distretto di Luang Prabang, ove inizia l'insegnamento del catechismo, le visite nelle famiglie del luogo e l'accoglienza degli ammalati nella casa missionaria. Il 25 aprile del 1960, dopo la richiesta di alcuni abitanti del villaggio di Pha Xoua, situato a tre giorni di cammino nei pressi del confine cinese, parte con il suo catechista Thoj Xyooj, diciannovenne di etnia hmong per dare il suo contributo da missionario. Da quel momento non si ebbero più notizie, e lungo la strada si persero completamente le loro tracce. Solamente 40 anni più tardi si ebbe la notizia di una loro probabile uccisione per mano dei guerriglieri del Pathet Lao. Nel 2006 è iniziato il processo di canonizzazione di padre Mario Borzaga e del catechista Paolo Thoj Xyooj. Il 6 maggio 2015 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione dei Santi a promulgare il decreto di martirio di Padre Mario e di Paolo Thoj Xyooj.

Di seguito alcuni brani tratti dal suo "Diario", che ci aiutano meglio a capire la sua persona e il suo animo missionario.

06/01/1956: "Così la mia vita passa come il più bel romanzo del mondo, perché è un romanzo d’Amore, d’Amore con la lettera maiuscola."

1958: «È giunta l'ora di andare, di andare solo con Dio, di andare solo per le strade che avevo sognato, verso i figli di Dio... Non sarà sufficiente dare una medicina; dovrai dare la vita, la vita sublime che sei stato chiamato a vivere perché gli altri non muoiano».

31/08/1959: Verso sera arrivò Kab Jeeb e suo fratello Hawb. Kab Jeeb, al lume della lucerna, si sedette dinanzi a me come se avesse qualcosa di importante da comunicarmi. Così parlò: «I Viet sono dovunque; mio padre ha paura della guerra; vuole che io stia in casa un mese o due; desidera che lei se ne vada al più presto da Long Vai». Gli dissi che se ne poteva andare, ma nei miei riguardi fui preso da una paura maledetta: cosa fare? I Viet sono dovunque... il Padre scappi. Quindi ora ho paura : paura di che? Paura di non avere la forza sufficiente, ecco tutto; ora ho pregato un poco dinanzi al Santissimo Sacramento.

29/10/1959: Appena pranzato arriva alla missione il solito tipo ansimante dalla paura , incapace quasi di parlare: «Padre, i Viet sono arrivati qui al villaggio». Particolare storico: il sole splendeva nel primo pomeriggio con garbo e felicità. P. Berti e P. Charrier sparirono oltre la staccionata; presi le mie cose e me ne andai su al villaggio per vedere. [...] Perché oggi non ho avuto paura? Non lo so, ma forse per uno di questi tre motivi, o per tutti e tre assieme: 1) Fiducia in Dio; 2) menefreghismo, mancanza di fiducia nella vita, poco amore al mio sacerdozio; 3) per farmi vedere dagli altri.
12/02/1960: "Dunque stamane mi sono alzato molto presto e poi, celebrata la Messa, sono subito partito per Ban Long. Come era bello scendere la valle senza fiori, pensando che Dio fa i paesaggi belli anche senza fiori. Non trovammo il malato al villaggio perché i laoziani l’avevano cacciato via: carità buddista. Lo trovai fuori sulla pista. Gli feci un paio di iniezioni e poi me ne sono tornato, sono pure stato a visitare il Taneng che pare un buon tipo. Nel salire volai su come un angelo, solo un’ora e 40 minuti. Qui mi diedi a fare qualche lavoretto e a studiare. Bene, mi sono recitato tutto l’ufficio in ginocchio nonostante la stanchezza che si faceva sentire. La vita accanto a Gesù Eucaristico è immensamente bella. Vorrò viverla sempre più. Vorrei pregare per quel tempo che non ho pregato, amare per quel tempo che non ho amato davvero."

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