sabato 13 febbraio 2016

Il Vangelo della salute del 14/02/2016

Gesù tentato da Satana, capitello della Cattedrale di Autun (Francia).
I Domenica di Quaresima “C”.
Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.
 Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore.
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Siamo in Quaresima. Nel commento del Mercoledì delle ceneri ho riassunto le principali caratteristiche spirituali di questo tempo liturgico perché questi quaranta giorni siano per tutti un “cammino di vera conversione” (preghiera dell’imposizione delle ceneri).
La 1° Domenica di Quaresima propone sempre il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, quest’anno naturalmente nella redazione di San Luca. Tutti e tre i sinottici sono concordi nel collocare questo avvenimento dopo il battesimo al Giordano e nel mettere in evidenza che è lo Spirito Santo a “guidare” Gesù nel deserto, perché fin dall’inizio del suo ministero si misuri con satana.
Tra il racconto del battesimo e quello delle tentazioni, Luca ha inserito la genealogia, dove Gesù è presentato come il nuovo Adamo (cfr 3,23-38), richiamando così il contesto del paradiso terrestre. Con il peccato originale l’uomo si è complicato la vita sottraendosi dallo sguardo benevolo di Dio: “il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,9-10). Gesù è venuto a risanare il rapporto tra Dio e l’uomo. Con le tentazioni viene messa alla prova la sua fedeltà a Dio. Fedeltà venuta meno nel primo Adamo, ma non in Gesù e che sarà decisiva nel momento fondamentale della sua vita terrena, quello della passione, morte e risurrezione (cfr Lc 22,42), quando satana si ripresenterà per l’ultimo assalto: “il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato”.
Per i contenuti invece Luca si rifà al Deuteronomio, da cui è tratta anche la prima lettura, una professione di fede fondata sull’esperienza storica della schiavitù, della liberazione e dell’infedeltà nel deserto d’Israele, perché ricordi ciò che era e ciò che è diventato:
Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele” (Dt 26,5-9).
La prima tentazione è giustificata dal fatto che Gesù “non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame”. Com’è possibile restare così a lungo senza alimentarsi? Nella risposta di Gesù ci è svelato il mistero: “Non di solo pane vivrà l'uomo”. Diversamente da Israele, Gesù supera la prova del deserto, senza venire meno alla fedeltà a Dio. L’uomo non vive soltanto del pane quotidiano, perché non è solo carne,  ma anche spirito. Secondo la Genesi l’uomo è Parola di Dio fatta carne: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (Gen 1,26). Questa “Parola” rimane una dimensione fondamentale della sua esistenza, in quanto spirito incarnato.
Nella seconda tentazione il diavolo tenta Gesù con la sete del potere e la vanità della gloria umana, di cui si finge il depositario, per la situazione che si è determinata dopo il peccato originale. E’ ancora la Parola di Dio a sostenere Gesù: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”(Deut 6,13). Gloria e potere, svincolati da ogni regola e responsabilità diventano demoniaci. Sono i presupposti di una felicità terrena dove sono soddisfatti desideri, bisogni e necessità individuali in una solitudine disperata. Gesù invece c’insegna che soltanto nel rapporto con Dio la vita umana trova il suo senso. La libertà non è il fine dell’esistenza, ma la condizione per costruire comunione con Dio e con i fratelli. Attraverso il culto e la preghiera si amplia la nostra libertà fino a dare la vita sull’esempio di Gesù per servire nel mondo il suo disegno di salvezza a favore di tutti gli uomini. Ecco perché il nostro giorno di festa si chiama ‘Domenica, letteralmente ‘giorno del Signore’. Nell’incontro con lui, vivo e risorto in mezzo a noi, troviamo la nostra libertà, la nostra gloria e la nostra forza.
Con la terza tentazione (seconda in Matteo) ci spostiamo a Gerusalemme. Riportando alcuni versetti del salmo 91(90), satana invita Gesù ad un gesto plateale, quale quello di lanciarsi nel vuoto: “Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui”, per vedere, come sta scritto, se Dio lo avrebbe davvero soccorso.
La risposta è: “Non tenterai il Signore Dio tuo”. Gesù respinge anche questa insidia, rifacendosi ancora una volta al testo di Deuteronomio (6,16), dove si auspica che non si ripetano più situazioni come quelle di Massa nel deserto, quando con un ricatto il popolo tentò di forzare la mano a Dio, per costringerlo ad adeguarsi ai desideri umani. Quante volte vorremmo che Dio facesse la nostra e non la sua volontà.
 Molto interessante la sintesi del giovane filosofo francese Fabrice Hadjadj:
In sintesi, per quanto riduttivo, qui è questione di carne e di Spirito. Con il pane si ha la carne senza Spirito; con l’abbandono agli angeli si ha lo spirito senza la carne;  con l’offerta dei regni terreni si ha una carne e uno spirito uniti ma ridotti, per così dire una carne resa virtuale da uno spirito mondano, affinché produca quella contraddizione allettante: il grande spettacolo della preghiera, il grande divertimento della fede …” (da “La fede dei demoni, ovvero il superamento dell’ateismo”, p. 44, ed. Marietti 1820. Una lettura che consiglio a tutti i miei venticinque sostenitori).
Nelle risposte alle tre tentazioni Gesù ci indica il valore ed il significato del nostro cammino quaresimale: un tempo in cui nutrirci della Parola di Dio, rafforzare la nostra comunione con Dio per mezzo della preghiera, e nonostante tutto, di fidarci più di Dio che di noi stessi.
Buona Quaresima!
 don Marco Belladelli.

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