Tiziano Vecellio, Trasfigurazione, Cattedrale di Reggio Calabria, 1563. |
II
Domenica di Quaresima “C”.
Mentre
Gesù pregava, il suo volto cambio d'aspetto.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore.
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Come
va la nostra
Quaresima ? Siamo più attenti alla nostra vita spirituale? Concediamo
più tempo alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio o a qualche altra
forma di riflessione che ci aiuti a ravvivare il nostro Battesimo e la nostra
identità cristiana? Abbiamo scelto l’impegno penitenziale di rinuncia o carità da
rispettare durante questo tempo? L’Anno Santo straordinario della Misericordia
è l’occasione per fare un pellegrinaggio, anche personale, in una delle chiese
giubilari della nostra Diocesi. L’acquisto dell’indulgenza ci solleverà
spiritualmente dalle pene che ci siamo meritati con i nostri peccati.
L’incontro con il Dio misericordioso ci aiuterà ad essere più misericordiosi.
La
seconda Domenica di Quaresima ci propone sempre il racconto della
trasfigurazione, Quest’anno Luca mette in evidenza dei particolari molto
interessanti, come per esempio il fatto che Gesù si trasfiguri mentre è
raccolto in preghiera e il contenuto del dialogo con Mosè ed Elia: “parlavano del suo esodo, che stava per
compiersi a Gerusalemme”, cioè della sua prossima passione, morte e
risurrezione. La trasfigurazione dunque ha a che fare con la Pasqua e va
compresa in questa prospettiva.
Anche
Gesù, che era Dio come il Padre e lo Spirito Santo, pregava. Spesso Luca nel
suo vangelo ci parla delle sue notti passate in preghiera. Nella
trasfigurazione ci svela quello che probabilmente accadeva molto spesso. Nell’intensa
comunione con Dio, la sua umanità era totalmente compenetrata dalla realtà
divina, fino ad esserne “trasfigurata”.
Anche
per noi, il raccoglierci seriamente in preghiera davanti a Dio non si esaurisce
in un mero fatto di prossimità fisica, affettiva e morale, come può essere l’incontro
con qualsiasi altra persona, ma interessa tutte le dimensioni del nostro
essere. Quando preghiamo, tra anima e corpo viene a stabilirsi un nuovo
equilibrio, simile a quello di Gesù nella trasfigurazione. Il fatto che da
parte nostra non si percepisca lo stesso fenomeno di luminosità e splendore, non
significa che la cosa non sia reale.
La
preghiera del cristiano non è quindi la semplice espressione di un sentimento
religioso, ma per mezzo di Gesù, essa è vera e propria comunione di vita con
Dio, dalla quale riceviamo energia di Bene e luce di Verità per essere capaci
di fare ogni giorno come Gesù la volontà del Padre fino al sacrificio della
croce, di cui ha parlato con Mosè ed Elia.
Contrariamente
a quanto affermata dal demonio nel racconto delle tentazioni, che abbiamo
ascoltato Domenica scorsa, in Gesù trasfigurato noi contempliamo il vero Signore
dell’universo, che per noi è andato sulla croce e ha vinto la morte.
La
trasfigurazione è accompagnata anche da una voce dal cielo che ordina in modo
perentorio a tutti di ascoltare il Signore Gesù: “Questi è il Figlio mio,
l'eletto; ascoltatelo”.
Oggi
ascoltare Gesù significa ascoltare il suo Vangelo nel quale risplende per noi
la luce di una vita immortale, la luce della vera vita. Ecco la ragione della
nostra penitenza quaresimale, appropriarci di questa vita a qualsiasi costo,
come i tre apostoli presenti all’evento della trasfigurazione, Pietro, Giacomo
e Giovanni, così profondamente colpiti da ciò a cui avevano assistito, da non
volersi più staccare da quel luogo.
Buona Quaresima!
don Marco
Belladelli.
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