giovedì 4 febbraio 2016

Il Vangelo della salute del 07/02/2016

La pesca miracolosa, arazzo su cartone di Raffaello
        V Domenica del tempo Ordinario “C”
Lasciarono tutto e lo seguirono.
 Dal Vangelo secondo Luca. (5,1-11).  
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore.
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Gesù dopo aver rischiato la vita a Nazareth, dove i suoi concittadini irritati dalle sue parole hanno tentato di ucciderlo, continua la sua missione in Galilea, in riva al lago di Gennesaret (o di Tiberiade) attorniato dalla folla che fa ressa intorno a lui per ascoltarlo.
Poco distante dal luogo dove sta predicando, Gesù scorge due barche e un gruppo di pescatori che, dopo la loro abituale battuta di pesca notturna, stanno rassettando le reti. Chiede a uno di loro, di nome Simone, il favore di prenderlo sulla sua barca e di scostarsi pochi metri da terra, quel tanto che basta per non essere travolto dalla folla e per sfruttare la naturale proprietà dell’acqua di amplificare i suoni, mentre insegna “alle folle dalla barca”.
Congedata la folla Gesù, forse per riconoscenza, rivolge la sua attenzione al pescatore che lo aveva preso sulla barca e ai suoi compagni, dicendo loro: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone gli fa presente che non è quello l’orario più adatto per la pesca. E poi sono stanchi dopo una notte di lavoro. Sorprende però la parte finale della sua risposta a Gesù: “Ma sulla tua parola getterò le reti”. Nonostante le tante ragioni contrarie, dopo essere stato accanto a Gesù che predicava alle folle, Simone sente nel suo cuore di dover dar credito a quelle parole, anche se assurde secondo la logica di un esperto pescatore, e acconsente a uscire di nuovo a pescare.
Vengono in mente le parole di Maria, la Madonna, che abbiamo ascoltato qualche Domenica fa nel racconto delle nozze di Cana: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5). Lei sa che Gesù a volte dice cose strane, illogiche e addirittura apparentemente insensate, secondo il comune sentire. Addirittura è capitato che l’abbiano mandata a chiamare esortandola a prendersi cura di suo figlio, perché sembrava impazzito (cfr Mc 3,21.31). Maria ricorda pure bene le parole dell’Arcangelo Gabriele: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc  1,37) per aver sperimentato personalmente che cosa significassero. Le ha meditate a lungo nel suo cuore e alla fine ha capito che anche quando il modo di agire di Dio sembra a nostri occhi paradossale, per non dire addirittura folle, è sempre bene fidarsi di lui e non di noi. E Gesù non è da meno nel suo modo di agire e di parlare. La follia dello Spirito, come la chiama San Paolo, è un segno distintivo per riconoscere nell’agire e nel pensiero di Cristo la mano di Dio e la sua volontà di salvezza (cfr 1Cro 2,14-16).
L’assidua frequentazione della Parola di Dio, cioè leggerla e meditarla spesso, magari quotidianamente, ci dispone a considerare come possibili anche quelle situazioni che umanamente ci sembrano assurde. La lettura della Parola di Dio ci dispone interiormente alla preghiera del cuore e ci fa conoscere i pensieri di Dio. E’ proprio della fede sentire come Dio, pensare come Lui, e agire come Lui, cioè come Gesù ci ha insegnato.
Dopo la pesca miracolosa Pietro e “tutti quelli che erano con lui” si accorgono di essere davanti a un segno divino. Lo “stupore” provato altro non è che il sentimento tipico dell’uomo quando si trova davanti a Dio, senza nessuna mediazione. In quel momento si sente pure la misura della propria povertà di peccatori, quella stessa provata da Isaia nel tempio, come ci racconta la prima lettura: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti”. Così anche Pietro, davanti al  Signore, titolo proprio di Gesù risorto, il Dio vivo e vero, Salvatore dell’umanità, riconosce tutta la sua indegnità.
Per tutta risposta Gesù lo rende partecipe della sua missione: “Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini”. Pescatore è la traduzione del participio presente di un verbo, che letteralmente significa: “ colui che prende i vivi, che lascia vivi”.
Simon Pietro non poteva immaginare dove lo avrebbe condotto quel suo credito in bianco concesso a cuore aperto a Gesù, davanti ad una proposta apparentemente insensata. La pesca miracolosa, con l’inaudita abbondanza di pesci tanto che le barche quasi affondavano, nella sua straordinarietà è soltanto un preavviso di quello che sarebbe stata la sua vita, una volta accettato di fare il ‘pescatore di uomini’. Pietro, Giacomo e Giovanni, come apostoli di Gesù, “lasciarono tutto e lo seguirono” per una pesca straordinariamente molto più importante, l’evangelizzazione del mondo.
Diventare “pescatore di uomini” vuol dire mettere la propria persona a disposizione di Gesù per continuare la sua missione, il suo ministero di salvezza per l’umanità. Il compito del ministro ordinato, cioè del sacerdote, nella Chiesa e nel mondo è di agire nel Nome di Gesù, perché ogni uomo possa incontrarlo e salvarsi.
Oggi Gesù rivolge a ciascuno di noi quello stesso invito che rivolse a Simon Pietro e ai suoi compagni: “Prendi il largo e getta le tue reti!”. A noi che abbiamo già i nostri progetti per oggi, per domani e per il resto dei nostri giorni, nei quali forse non c’è molto spazio per Gesù e per le sue proposte indecenti, non senso immorale del termine, ma nel senso della follia dello Spirito, che il mondo di questi nostri giorni, troppo inquinato dallo spirito della mondanità, non può comprendere. Diventare preti o consacrarsi totalmente al Signore è sempre stata una manifestazione della follia dello Spirito 
Buona Domenica!
 don Marco Belladelli

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